La fusione dei comuni salverà l’Alto crotonese
Quindici Comuni calabresi hanno una popolazione inferiore a 500 abitanti; Sessantadue Comuni hanno una popolazione compresa tra 500 e 1000 abitanti; ben 190 comuni sono al di sotto della soglia di 20…
Quindici Comuni calabresi hanno una popolazione inferiore a 500 abitanti; Sessantadue Comuni hanno una popolazione compresa tra 500 e 1000 abitanti; ben 190 comuni sono al di sotto della soglia di 2000 residenti. In totale i Comuni con meno di 5000 abitanti sono 324, ossia il 79,2% dei 409 Comuni calabresi.
È questa la condizione che vivono giorno per giorno gli amministratori, le imprese e i cittadini calabresi. Una condizione che, tuttavia, va cambiata e modificata unificando ciò che nel concreto è già unito, un po’ come è accaduto nella presila cosentina. Lo scorso 26 marzo, i cittadini di Casole Bruzio, Trenta, Spezzano Piccolo, Pedace e Serra Pedace sono stati chiamati a votare per la fusione dei 5 paesi. Una fusione che per storia, tradizione e cultura era già in atto, infatti, sia l’affluenza sia il risultato hanno dato ragione al Movimento Presila Unita che dopo anni di battaglie è riuscita a raggiungere questo splendido risultato. Allo stesso modo, anche nell’Alto Crotonese bisogna discutere affinché le potenzialità e le risorse del nostro territorio non rimangano inutilizzate a causa di un forte isolamento geografico.
Tutto questo nasce da un disagio comune che con una corretta informazione non può che essere messo in luce. Politicamente è quasi impossibile eleggere un candidato alle elezioni regionali, basti pensare che insieme Belvedere di Spinello, Caccuri, Castelsilano, Cerenzia, Santa Severina, Savelli e Verzino superano di poco i 10.000 abitanti, un numero esiguo per poter fare una buona campagna elettorale, tanto che, ormai sono sempre meno i politici che si interessano di queste piccole realtà. Per le provinciali, i “grandi elettori” della riforma Delrio non hanno una grande influenza, se a candidarsi sono degli amministratori dell’alto crotonese. Non rimangono che le comunali, sulle quali pesa un calo vertiginoso delle affluenze dato una scarsa attenzione della classe dirigente alle esigenze dei cittadini. Unificare i diversi paesi dell’alto crotonese darebbe luogo ad un nuovo volto politico, economico e sociale. Gli stessi paesi che oggi contano poco o nulla, potrebbero imporsi nella scelta di un consigliere provinciale e regionale, non escludendo la forza che, uniti, si potrebbe avere all’interno di un partito radicato come il Partito democratico.
Molti sono i risparmi che potremmo contare, ed innumerevoli saranno i finanziamenti che accordati alla nascita del nuovo comune, tutto a vantaggio esclusivo dei cittadini che potranno intensificare meglio le attività economiche presenti sul territorio. Oltre la condizione politica ed economica, non possiamo escludere le esigenze sociali e storiche che da secoli rappresentano il nostro territorio. Il lavoro dei nostri agricoltori è una vera prova di questa unione già in atto. Sono molteplici i terreni nel comune di Castelsilano gestiti da allevatori di Belvedere di Spinello, così come tanti altri luoghi che sono di proprietà di un comune ma che nell’ordinario sono nella gestione di abitanti di altri paesi.
Il continuo mescolarsi di tradizioni, le esigenze e le lotte ai problemi dovranno essere la nostra forza affinché se ne possa quantomeno discutere. Come segretario dei Giovani Democratici dell’Alto Crotonese, non solo porto a modello l’unità del circolo e dei suoi tesserati, ma altresì, mi impegno affinché siano proprio i giovani a portare avanti questa importante proposta. In un periodo che ci vuole dilaniati, esclusi e influenti noi rispondiamo con l’unità, l’inclusione e la forza che tutti i paesi meritano per essere considerati tali.
*Segretario Gd Alto crotonese