Al ristorante durante l'orario di lavoro, nei guai i furbetti del cartellino – I NOMI
COSENZA Stretta sui furbetti del cartellino. I militari del comando provinciale della guardia di finanza di Cosenza, nell’ambito delle indagini condotte della Procura, hanno notificato 12 misure caut…

COSENZA Stretta sui furbetti del cartellino. I militari del comando provinciale della guardia di finanza di Cosenza, nell’ambito delle indagini condotte della Procura, hanno notificato 12 misure cautelari personali nei confronti di dipendenti del Comune di San Vincenzo la Costa e di personale dell’Azienda sanitaria provinciale del Servizio cure domiciliari integrate (ex Adi) della città dei Bruzi. In totale risultano venti dipendenti pubblici indagati per truffa aggravata ai danni di ente pubblico per essersi indebitamente assentati dal luogo di lavoro senza far risultare i periodi di assenza. Le indagini sono state coordinate dal procuratore capo Mario Spagnuolo, dall’aggiunto Marisa Manzini e dal sostituto Donatella Donato.
LE MISURE INTERDITTIVE Per il Comune di San Vincenzo La Costa sono state richieste dalla Procura e disposte dal gip otto misure interdittive nei confronti di dipendenti che riguardano l’obbligo di firma. Si tratta di Giancarlo Lo Bianco, Giancarlo Saullo, Emilio De Filippis, Carmelo Naccarato, Francesco Ruà, Giovanni Aceto, Rocco Serpe e Maria Francesca Madotta. Per l’Asp di Cosenza, invece, sono state disposte quattro interdizioni dai pubblici uffici per un anno nei confronti di un medico e tre infermieri. Si tratta di Fiorentina Gagliardi, Angela Corrente, Salvatore Grimaldi e Franco Medaglia.
LE INDAGINI I finanzieri sono riusciti a individuare numerosi episodi di assenteismo, nel periodo che va dall’aprile 2016 fino almeno a ottobre 2016, mediante una minuziosa attività di videoregistrazione effettuata attraverso microtelecamere poste a controllo visivo dei locali adibiti a timbratura o registrazione nonché attraverso pedinamenti e osservazioni occulte, indirizzate a rilevare gli effettivi comportamenti dei dipendenti pubblici e conclusivi riscontri documentali.
AL BAR E NON DAI PAZIENTI Quattro i dipendenti dell’Asp di Cosenza, impiegati al Servizio cure domiciliari integrate, un medico e quattro infermieri, avrebbero eseguito la timbratura del cartellino marcatempo attestando “falsamente” orari di ingresso e di uscita non corrispondenti a quelli reali. Secondo le indagini, il medico, con incarico di effettuare visite domiciliari, dopo aver timbrato la mattina presto, si recava frequentemente da parenti e rientrava in ufficio dopo alcune ore.
Gli infermieri, che dovevano effettuare terapie domiciliari, si scambiavano costantemente e “vicendevolmente” i propri tesserini aziendali, i quali venivano timbrati, nelle varie occasioni, dall’uno o dall’altro dipendente. In sostanza, un solo dipendente eseguiva la timbratura del cartellino marcatempo anche nell’interesse degli altri in modo di far risultare la “presenza” anche dei colleghi assenti. In diverse occasioni di entrata e uscita nel corso della giornata gli impiegati “fingevano” di timbrare il proprio tesserino, digitando solo alcuni numeri, al fine, evidentemente, di dare l’impressione ai colleghi di aver ottemperato all’obbligo di marcatura.
Diverse le attività di natura privata svolte dagli impiegati in orario di servizio, da visite ad amici a prolungate soste in bar e ristoranti.
AL COMUNE? MA ANCHE NO Indagati sedici dipendenti pubblici in servizio al Comune di San Vincenzo la Costa per aver attestato falsamente la presenza nell’Ente pur essendosi ingiustificatamente allontanati.
Secondo le indagini, gli impiegati, attraverso ingressi tardivi e arbitrari allontanamenti a piedi o in auto, si assentavano durante l’orario di lavoro, senza autorizzazione, per dedicarsi ad attività di carattere privato. Il Comune, nel periodo oggetto di controlli (da aprile 2016) accertava la presenza del dipendente attraverso la trascrizione che ogni dipendente era tenuto ad effettuare a mano su un apposito “registro delle presenze” cartaceo dell’orario di ingresso e di uscita e delle eventuali variazioni, apponendo la propria firma autografa.
L’attività svolta dai finanzieri consentiva di evidenziare la diffusa tendenza dei dipendenti comunali a timbrare il cartellino di entrata e uscita e annotare gli orari sul “registro delle presenze” anche per altri colleghi.
In diverse occasioni i dipendenti del Comune si allontanavano dal posto di lavoro senza registrare la propria assenza sul registro e in altri casi facevano annotare falsamente la loro presenza in ufficio da altri colleghi compiacenti.
Attraverso indagini, pedinamenti, appostamenti e videoregistrazioni effettuate dai finanzieri, è emerso un quadro di diffusa inosservanza degli obblighi di diligente condotta previsti per i dipendenti della pubblica amministrazione in servizio al Comune, agevolata dall’assenza di un efficace sistema di controlli interni. Ripetuti e continui i tardivi ingressi non registrati e gli allontanamenti dal posto di lavoro per lo svolgimento di attività private; condotte consolidate sfociate in “un sistema truffaldino attraverso il quale i pubblici dipendenti riuscivano a far “figurare” la propria presenza sul luogo di lavoro ricevendo l’intera retribuzione giornaliera”. Condotte reiterate a danno del Comune e dei cittadini in termini di disservizi e rallentamento delle attività istituzionali.
Per otto dei dipendenti indagati il gip ha disposto l’obbligo di presentarsi tutti i giorni lavorativi, per due volte al giorno, alle forze di polizia.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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