Scontro massoneria-Antimafia, il Goi chiede aiuto all’Europa
REGGIO CALABRIA Nuova puntata dello scontro fra il Goi e la commissione parlamentare antimafia, in questi mesi impegnata a investigare i rapporti fra obbedienze massoniche e criminalità organizzata…

REGGIO CALABRIA Nuova puntata dello scontro fra il Goi e la commissione parlamentare antimafia, in questi mesi impegnata a investigare i rapporti fra obbedienze massoniche e criminalità organizzata. Ignorato dai tribunali italiani, il Grande Oriente d’Italia si è rivolto alla Corte europea dei diritti dell’uomo contro il sequestro degli elenchi degli iscritti disposto dalla commissione e l’eventuale utilizzazione di quei dati. Come annunciato dal Gran Maestro Stefano Bisi qualche giorno prima della Gran Loggia – il “congresso” nazionale del Goi – il più numeroso ordine massonico italiana ha presentato «ricorso ex art. 34 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo unitamente – si legge in una nota – a una istanza di provvedimenti cautelari ex art. 39 del regolamento di Procedura della Corte, avverso le iniziative poste in essere dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle associazioni criminali, anche straniere, e dai suoi componenti, culminate nel provvedimento di perquisizione e sequestro del 1° marzo 2017, e nelle successive attività fortemente discriminatorie comunque poste in essere anche in violazione della legge istitutiva nr. 87/2013».
La ragione del ricorso – spiega il nutrito collegio difensivo del Goi – starebbe «nella inesistenza di rimedi giurisdizionali propri nazionali nei confronti del provvedimento emesso dalla Commissione, inesistenza più volte riaffermata anche successivamente alla nota sentenza delle Sezioni Unite della Suprema Corte del 12 marzo 1983 n. 4». Iniziative che – a detta del Goi – sarebbero mirate a «riaffermare lo spirito e il senso dei principi costituzionali calpestati dalle iniziative poste in essere oggi soltanto in danno della Libera Muratoria ma comunque potenzialmente dannose per la libertà di associazione e per la tutela della riservatezza delle persone».
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it