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Strappo tra Province e Regione

COSENZA I presidenti delle Province calabresi – in tempi segnati da tagli durissimi – si sarebbero «aspettati sostegno e solidarietà prima di tutto dalle articolazioni dell’Amministrazione regionale…

Pubblicato il: 29/04/2017 – 16:55
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Strappo tra Province e Regione

COSENZA I presidenti delle Province calabresi – in tempi segnati da tagli durissimi – si sarebbero «aspettati sostegno e solidarietà prima di tutto dalle articolazioni dell’Amministrazione regionale, a partire dai consiglieri che dovrebbero avere un contatto diretto con il territorio di cui dovendone rappresentare problematiche ed istanze». E invece sono stati costretti a registrare «attacchi ingenerosi e insinuazioni sul lavoro onesto e trasparente di quanti si spendono ogni giorno per continuare a mantenere alta la qualità di servizi fondamentali per la sicurezza dei cittadini». Lo strappo si è consumato venerdì nel corso della Commissione antindrangheta del consiglio regionale, che ha deciso di mettere sotto la lente tutti gli affidamenti diretti degli enti. 
Franco Iacucci (Cosenza), Enzo Bruno (Catanzaro), Andrea Niglia (Vibo Valentia) e Nicodemo Parrilla (Crotone) ci tengono innanzitutto a spiegare che «tutti gli atti amministrativi/gestionali in materia di somme urgenze e/o affidamenti diretti sotto soglia sono stati gestiti e redatti dai competenti dirigenti provinciali seguendo, in maniera puntuale, quanto previsto dalla normativa vigente ed in particolare dagli articoli 36 e 163 del D.Lgs. n.° 50 del 2016. Così come, tutti gli atti amministrativi finali in materia di somma urgenza, vale a dire determine dirigenziali e/o delibere consiliari di riconoscimento del debito fuori bilancio ex art. 191 , 3 comma del T.U. N.° 267/2000, sono supportati da atti procedimentali che motivano e giustificano il percorso amministrativo». Una giustificazione tecnica che anticipa un suggerimento: «Forse le audizioni delle commissioni consiliari dovrebbero concentrarsi su altri argomenti e altrove, perché le Province calabresi indebolite e depotenziate dalla legge 56/2014 ed in particolare la legge di stabilità 2015 – che hanno tagliato drasticamente i trasferimenti per il triennio 2015/2017 agli enti provinciali – stanno facendo davvero miracoli per continuare a riparare le strade inghiottite dalle frane e danneggiate dal maltempo e mantenere le aule delle scuole di competenza quali ambienti salubri e sicuri dove svolgere le lezioni».
L’obiettivo è l’atteggiamento della commissione: «Il consigliere Arturo Bova (presidente dell’antindrangheta, ndr) dovrebbe sapere che questi tagli drastici hanno creato gravi danni alle Province, specie a quelle calabresi, con ripercussioni sullo stato di manutenzione ordinaria delle strade provinciali e dell’edilizia scolastica degli istituti superiori. Ma dalle audizioni condotte da Bova ci saremmo aspettati suggerimenti, indicazioni e segnalazioni su come gestire la viabilità provinciale e l’Edilizia scolastica, che assieme ad ambente e trasporti, rappresentano le più importanti funzioni assegnate dalla Legge 56/2014 alle Province». E invece «nessun contributo è pervenuto da parte del presidente e dei componenti della commissione consiliare ai segretari generali presenti e auditi su come agire e rimuovere possibili problemi di incolumità pubblica alla pericolosità di migliaia di chilometri di strade provinciali del territorio calabrese e dei tantissimi edifici scolastici superiori che insistono nel territorio senza avere le risorse economiche necessarie per poter attuare una minima programmazione razionale». 
In una parola: il comportamento dei consiglieri è stato considerato ingeneroso. Avrebbero dovuto concentrarsi sui guai degli enti invece di avviare un’indagine conoscitiva sugli affidamenti diretti. Anche perché i guai sono potenzialmente disastrosi: «Le Province rischiano di non poter approvare il bilancio previsionale  2017 per mancanza del dovuto pareggio di bilancio (il termine per  l’approvazione che, per le sole Province, è slittato al 30 giugno  2017)». I problemi finanziaria rendono impossibile la programmazione della manutenzione sulle strade e «il progressivo degrado delle infrastrutture in questione rende praticamente inevitabile gli interventi in somma urgenza, proprio perché le Province devono prioritariamente garantire l’incolumità pubblica degli utenti che fruiscono di 8 mila chilometri di strada e di centinaia di edifici scolastici in tutta la Calabria». Nulla su cui indagare, dunque, soltanto l’effetto dei tagli. 
Iacucci e i colleghi non risparmiano neppure la Regione (e nel caso di Iacucci la critica assume uno spessore particolare, essendo il presidente della Provincia di Cosenza l’ex uomo ombra del governatore Oliverio), che «certamente non ha brillato in  questi anni nel sostenere con prontezza le quattro province calabresi. A  distanza di ben tre anni ancora aspettiamo i trasferimenti dei fondi  regionali quali rimborso per la gestione delle funzioni non fondamentali (L. 56\2014 e normativa successiva) gestiti dalle Province ma di  competenza regionale ai sensi della normativa vigente. In Calabria le Province sono in grande difficoltà: la Provincia di Vibo  Valentia ha già dichiarato il dissesto e la Provincia di Crotone è in fase di pre-dissesto». E ritengono «che la Regione dovrebbe ripartire dalle considerazioni espresse sulle evidenti difficoltà gestionali ed economiche registrate dagli Enti intermedi, nell’interesse della sicurezza dei cittadini calabresi». 

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