Il blitz (via sms) per bloccare i Casali
COSENZA I consiglieri regionali del Pd hanno votato compatti per l’annessione del Comune di Spezzano Piccolo nell’unione dei Casali del Manco. Ma la scelta non è stata facile né priva di “tentazioni”…

COSENZA I consiglieri regionali del Pd hanno votato compatti per l’annessione del Comune di Spezzano Piccolo nell’unione dei Casali del Manco. Ma la scelta non è stata facile né priva di “tentazioni”. Ovviamente tutte interne, tanto per ribadire che le anime dem sono molteplici. Una parte spingeva per l’inclusione dei cittadini del centro in cui il “no” l’ha spuntata per una decina di voti, l’altra tirava la volata a una soluzione intermedia, una unione a quattro. Perché? Per evitare «problemi», come indicato in un sms inviato da Luigi Guglielmelli, segretario provinciale del Pd cosentino, ad alcuni rappresentanti dei democratici a Palazzo Campanella. Senza troppo spiegare, l’avvocato chiedeva di lasciare Spezzano fuori dal gruppone dei Comuni consorziati. Una sorta di “fidatevi di me” che, però, non ha sortito l’effetto desiderato. Anche per la forte presa di posizione di Mario Oliverio: «Cinque consigli comunali si sono determinati con voto unanime – ha detto il governatore –. Un voto che è stato sottoposto al consiglio regionale affinché permettesse alle popolazioni, con il referendum, di esprimersi di fronte a un quesito. Su questo non si possono fare ragionamenti strumentali o assumere posizioni per parlare con un elettorato o con un altro per uscirne con un poco di consenso». La stoccata, a tutti gli osservatori, è parsa diretta a Orlandino Greco, strenuo difensore del “no” all’annessione (anche perché la “sua” Castrolibero rischia la stessa fine nel caso in la città unica dell’area urbana di Cosenza diventi qualcosa in più di un buon proposito). Ma di certo avrà dovuto assorbire il colpo anche Guglielmelli, fedelissimo del presidente della giunta regionale e del suo braccio destro Nicola Adamo. Blitz fallito, dunque. E, in qualche modo, annunciato un paio di giorni fa, quando il segretario, in una nota, aveva rivolto un invito al consiglio regionale e alla politica: «Hanno il dovere di favorire la fusione dei Comuni che hanno detto Si al referendum ma devono, a mio parere, consentire che i processi politici maturino nei paesi che al momento hanno detto No, come Spezzano Piccolo, senza forzature e scorciatoie». Per lui, presilano doc, in un quadro normativo poco chiaro potrebbero sorgere i «problemi» segnalati via sms ai consiglieri. Ma i Pd, al solito, sono più d’uno. Anche nelle analisi del giorno dopo. E se una parte dei colleghi di partito di Guglielmelli ne comprende le “ansie” giuridiche, un’altra addirittura riconduce la predilezione per l’unione a quattro a un tentativo di boicottare politicamente la fusione dei Comuni. Perché? Dovessimo usare le parole di Oliverio potremmo parlare di «ragionamenti strumentali». Quelli che la politica utilizza quando ha paura di perdere consenso o potere. Cose che possono succedere quando un piccolo Comune si fonde in una unione più grande. Ma di queste colpe Oliverio non accuserebbe mai Guglielmelli. (ppp)