Villa San Giovanni, nuovi guai per l’ex sindaco

VILLA SAN GIOVANNI Ancora guai per gli ex amministratori di Villa San Giovanni, finiti nuovamente all’attenzione della Procura. Questa volta a suscitare l’interesse dei magistrati è l’annosa questione della cava utilizzata per ricostituire l’arenile di Pezzo, nei pressi di Villa San Giovanni, già finita sotto sequestro nell’aprile scorso.
Secondo indiscrezioni, per quell’appalto, sul registro degli indagati sarebbero finiti l’ex sindaco La Valle, il suo vice dell’epoca, Antonio Messina, tre assessori e una funzionaria dell’Arpacal. Nell’aprile scorso, la cava era finita al centro delle indagini degli uomini della Forestale e del commissariato di Villa San Giovanni, che non solo avevano apposto i sigilli al terreno, di proprietà di Antonio Santoro, ma si erano poi presentati, insieme ai finanzieri, anche in Comune con un ordine di acquisizione di tutti gli atti inerenti l’appalto. Secondo quanto emerso all’epoca, la cava sarebbe finita sotto sequestro perché non solo avrebbe operato in assenza del nulla osta paesaggistico e ambientale, ma avrebbe continuato a movimentare terra nonostante dall’amministrazione comunale fosse stato intimato lo stop ai lavori.
Qualche tempo dopo, a maggio, sotto sigilli è finito anche l’arenile, mentre in agosto, per ordine della Procura, sono stati prelevati campioni della sabbia e del fondale marino per verificare eventuali violazioni dei rigidi criteri ambientali previsti nell’appalto. Analisi che hanno consentito lo sblocco del cantiere, ma solo per pochi mesi e con un compito preciso: la messa in sicurezza dell’area e la chiusura. Dopo, l’area è nuovamente tornata sotto sequestro. E oggi si è trasformata in  una nuova bomba che ticchetta sotto il piedi degli ex amministratori.

Alessia Candito
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