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Basta col taglio di risorse al comparto sanità

Gentile direttore, nelle scorse settimane, la intersindacale della dirigenza medica e sanitaria  ha fatto appello al governo affinché considerasse l’opportunità di approvare  un emendamento volto all…

Pubblicato il: 24/05/2017 – 10:39
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Gentile direttore,
nelle scorse settimane, la intersindacale della dirigenza medica e sanitaria  ha fatto appello al governo affinché considerasse l’opportunità di approvare  un emendamento volto all’esonero del personale del sistema sanitario nazionale dalla applicazione, oltremodo penalizzante, ed ingiustificata, dei commi 1 e 2 dell’articolo 23 della legge delega di riforma del testi unico del pubblico impiego. A sostegno di tale richiesta, avanzata attraverso lettere, comunicati,  audizioni parlamentari, sit-in ed incontri formali con autorevoli dirigenti ministeriali, erano state prodotte ed ampiamente documentate, congrue, specifiche e motivate ragioni di interesse per la funzionalità del sistema sanitario nazionale, e dimostrata persino la sostanziale “neutralità “economica” della richiesta. Che non chiedeva di aggiungere nemmeno un euro, quanto di non continuare a togliere e tagliare risorse contrattuali. Tale richiesta è stata   recepita solo parzialmente, almeno a giudicare dal testo “ufficioso”ad oggi disponibile, dal  consiglio dei ministri nella seduta del 19 maggio.
Tant’è. Medici, veterinari, dirigenti sanitari, comunque, se ne faranno una ragione, a cominciare, forse, nel segreto dell’urna, dall’imminente tornata elettorale delle amministrative.
Curiosamente, in questi stessi giorni, viene alla ribalta della cronaca la vicenda di altri emendamenti, certo più fortunati di quelli dei medici, che ha portato l’onorevole Simona Vicari alle dimissioni (da sottosegretaria, non da deputata) perché, da intercettazioni nell’ambito di una indagine riguardante presunti rapporti corruttivi, è emerso il regalo di un costoso orologio di notissima marca alla suddetta signora. 
L’onorevole Vicari, in una intervista al Corsera, al riguardo, dichiarava che (cfr. Huffington Post del 20/5, postato ore 10,25):
1) «aveva agito nell’interesse di una categoria (evidentemente più convincente nelle argomentazioni addotte rispetto ai medici ed ai dirigenti sanitari, ndr ) …perché il trasporto marittimo era l’unico mondo del trasporto pubblico rimasto fuori dall’esenzione iva»;
2) «…quell’orologio riguarda rapporti con le persone che uno ha a prescindere. Dalle intercettazioni si capisce benissimo che si tratta di un regalo di Natale».
Naturalmente la magistratura farà piena luce sull’intera vicenda, esprimendosi, com’è giusto che sia, con provvedimenti e sentenze, se del caso. Ma da queste affermazioni, ad oggi non smentite (l’onorevole Vicari ha solo derubricato a “provocazione” la frase attribuitale su «…Ministri che di Rolex ne hanno tre, e sono ancora in carica…») due  osservazioni  sorgono  spontanee da parte di chi rappresenta dipendenti pubblici, pesantemente taglieggiati da  provvedimenti governativi negli ultimi anni:
1) l’onorevole Vicari non dice  se fosse sua ricorrente abitudine ricevere, in virtù dei «rapporti con le persone che uno ha a prescindere», in occasione del Santo Natale, regali di valore economico comparabile da o per conto della stessa persona/e;
2) l’onorevole Vicari pare non  sapere che il dpr 62/13, previsto dalla legge 190/12, (c.d “anticorruzione”), nel disciplinare il codice di comportamento dei pubblici dipendenti, fa espresso divieto, senza esplicite eccezioni per particolari periodi dell’anno, di ricevere a qualunque titolo, regali di valore superiore a 150 euro (ed il cronografo, se non era una “patacca”, lo è di almeno 30 volte superiore), evitando, si cita testualmente, «nei rapporti privati, di assumere comportamenti tali da nuocere all’immagine della pubblica amministrazione, anche con riguardo alle relazioni extralavorative con pubblici ufficiali…»
Non siamo giuristi, ma un pizzico di buon senso induce a chiedersi, e prima ancora, a chiedere all’onorevole Vicari :
a) Se non sia lecito attendersi che un membro del governo che ha giurato nelle mani del presidente del consiglio dei ministri (da sottosegretario di Stato) si attenga allo stesso codice di comportamento richiesto per legge ad un pubblico dipendente
b) Se la qualifica di sottosegretario di Stato sia assimilabile a quella di pubblico ufficiale (la giurisprudenza della Suprema corte attribuisce tale status persino ai consiglieri comunali) e, in caso affermativo se tale assimilazione possa essere sospese in determinati periodi dell’anno, o valga, sempre e comunque, erga omnes.

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