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G7, 50 attivisti bloccati a Villa San Giovanni

VILLA SAN GIOVANNI Dodici persone provenienti da Cosenza, tra le quali 4 rappresentanti di Unione sindacale di base della Calabria, sono state fermate a Reggio mentre si recavano a manifestare contro…

Pubblicato il: 27/05/2017 – 9:43
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G7, 50 attivisti bloccati a Villa San Giovanni

VILLA SAN GIOVANNI Dodici persone provenienti da Cosenza, tra le quali 4 rappresentanti di Unione sindacale di base della Calabria, sono state fermate a Reggio mentre si recavano a manifestare contro il G7 di Taormina, senza aver compiuto alcun reato e senza che abbiano fatto o detto nulla di illecito. Sono state condotte in Questura, riconosciute e sono state fatte loro le foto segnaletiche come se fossero criminali. Lo riferisce, in un comunicato, l’Unione sindacale di base. «Ora gli consegneranno – aggiunge – un provvedimento di polizia con foglio di via per ritornare a Cosenza e divieti per tre anni non si sa neanche a fare cosa o ad andare dove. Altre centinaia di manifestanti sono stati fermati prima di arrivare a Taormina. Come nei peggiori regimi fascisti sud-americani del recente passato, si continuano a ripetere atti e provvedimenti illegittimi, autoritari ed illogici. Una repressione che in Italia non può che riportarci al ventennio fascista». «L’Unione sindacale di base nazionale – è scritto ancora nel comunicato – chiede l’immediato rilascio dei 12 e la fine del fermo di altre centinaia di manifestanti e pretendiamo che qualcuno spieghi e ci spieghi da chi e perché sono arrivati gli ordini di adottare tali osceni provvedimenti. La militarizzazione della Sicilia in occasione del G7 non può impedire la legittima manifestazione del dissenso: lo prevede la Costituzione».

BLOCCATI A VILLA SAN GIOVANNI Una cinquantina di attivisti appartenenti a gruppi e centri sociali di Napoli, diretto a Giardini Naxos per partecipare alla manifestazione “No G7”, è stato bloccato in mattinata da polizia e Guardia di finanza a Villa San Giovanni. Mentre il gruppo cosentino è stato portato in commissariato. 
La perquisizione degli attivisti napoletani ha avuto esito negativo, ma i controlli hanno fatto emergere che una decina di loro ha pregresse denunce dopo avere partecipato a manifestazioni. «Siamo qui dalle sette – racconta uno di loro – non ci restituiscono i documenti, bloccandoci e impedendoci quindi di prendere il traghetto e raggiungere la Sicilia». A Catania intanto stamattina, da una nave della TTTLine partita ieri da Napoli, è sbarcata una cinquantina di attivisti de centro sociale “Insurgencia”. Al loro arrivo sono stati tutti perquisiti dalla polizia. La procedura si è svolta regolarmente e senza intoppi. Il gruppo si è poi mosso in corteo verso la vicina piazza Alcalà, cantando lo slogan “Andremo a Taormina…”, dove c’era il concentramento dei manifestanti e il punto di partenza dei bus per Giardini Naxos. Il paese della riviera jonica, che è una delle estensioni a mare di Taormina, stamattina sembra quasi disabitato. Poche persone in strada, quasi nessun turista, quasi tutti residenti, negozi chiusi, molti hanno anche “protezioni” antidanneggiamento a ingressi e vetrine.

RIFONDAZIONE COMUNISTA: «È UN ATTACCO ALLA COSTITUZIONE» «Quello che è stato fatto ai tredici compagni di Rifondazione Comunista e dei movimenti – Delio, Ferdinando, Simone, Jessica, Carmelo, Francesco, Mek, Sasà, Francesco, Vittorio, Francesca, Maurizio e Giuseppe – non è stato fatto solo in spregio a loro ed a tutti noi. È stato fatto, anche e soprattutto, in spregio a tutti coloro che lo scorso 4 dicembre hanno difeso e salvato i principi fondamentali sanciti nella Costituzione repubblicana dai tentativi di stravolgimento portati avanti con pervicacia dal Partito democratico e dai suoi sodali». È quanto si legge, in una nota, della federazione cosentina di Rifondazione comunista.
«Avevano tentato di distruggere la nostra Costituzione formalmente – scrivono nel comunicato congiunto Francesco Saccomanno e Pino Scarpelli, rispettivamente segretario provinciale e regionale di Prc – e glielo abbiamo impedito:  adesso dobbiamo con determinazione impedirgli, in tutti i modi, di distruggerla di fatto con provvedimenti ed atti illegittimi, illiberali ed incostituzionali, a cominciare dai famigerati Decreti Minniti-Orlando. Come Rifondazione comunista – prosegue la nota – diamo il massimo appoggio e solidarietà ai compagni e ci attiveremo per sostenere in tutte le sedi i ricorsi a questi ingiusti provvedimenti che, sicuramente, saranno annullati. Alle organizzazioni sociali e sindacali, alle forze politiche di Sinistra alternative al Pd, ai movimenti di cittadinanza attiva ed al popolo del No al referendum del 4 dicembre chiediamo di riappropriarci della data del 2 giugno per sottrarla  alle istituzioni imbalsamate ed alle forze armate e per rifarne una Festa popolare della Repubblica, che celebri la pace, la partecipazione politica, i diritti sociali. Per questo – concludono Saccomanno e Scarpelli – proponiamo di ritrovarci il prossimo 2 giugno in piazza XI settembre a Cosenza davanti alla Prefettura, organismo del ministero dell’Interno, anche per riappropriarci di quelle piazze che il sindaco Occhiuto nega alla libera discussione democratica».

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