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Carenaggio, Agenzia del lavoro e Zes. Da dove riparte Gioia Tauro

ROMA È stata siglata al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, alla presenza di Regione Calabria, Autorità portuale, azienda e sindacati, l’intesa quadro per il rilancio del porto di Gioia…

Pubblicato il: 15/06/2017 – 12:43
Carenaggio, Agenzia del lavoro e Zes. Da dove riparte Gioia Tauro

ROMA È stata siglata al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, alla presenza di Regione Calabria, Autorità portuale, azienda e sindacati, l’intesa quadro per il rilancio del porto di Gioia Tauro. L’accordo, sottoscritto da Governo, Regione Calabria, Autorità Portuale, azienda, Cgil, Cisl, Uil, Ugl in rappresentanza di circa l’80% dei lavoratori dello scalo, prevede che 380 unità individuate in base alla legge 223 del 91 transiteranno nell’Agenzia del Lavoro, varata dal Governo, e che vede stanziati 20 milioni di euro. Nell’accordo, che non è stato firmato dal sindacato Sul, si richiama quanto stabilito nell’Apq sottoscritto nel luglio del 2016 e che pone al centro la polifunzionalità del porto con la realizzazione di opere infrastrutturali quali completamento del dragaggio, gateway ferroviario, Zes e bacino di carenaggio. «Esprimo grande soddisfazione per la conclusione positiva della vertenza sul porto di Gioia Tauro, per la sua crescita e l’occupazione». Sono le parole con cui il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, commenta la sigla dell’Intesa Quadro per il rilancio del porto di Gioia Tauro, avvenuta questa mattina al ministero di Porta Pia a Roma. Spiegando i contenuti dell’Intesa, e in particolare sul fronte porto, il ministro Delrio afferma: «Il porto è oggetto di un ambizioso ed indifferibile progetto di riconversione industriale, funzionale e produttiva, messo in campo dal governo per offrire una risposta strutturale alla crisi globale del settore trasbordo. Oltre alle tradizionali attività di transhipment, infatti, vanno sviluppati settori nuovi e a tale obiettivo si sta lavorando attraverso la realizzazione del gateway ferroviario, l’istituzione della Zes, il progetto del bacino di carenaggio. Si sono conclusi interventi di dragaggio attesi da anni, e che fanno oggi di Gioia Tauro l’unico scalo del Mediterraneo in grado di ospitare fino a 4 navi madri. Si sta lavorando per accelerare le operazioni di controllo sulla merce, grazie alla partnership con l’Agenzia delle Dogane che ha previsto l’istituzione di una vera e propria task force dedicata, e si stanno sostenendo iniziative di diversificazione dei traffici. Sono complessivamente in corso investimenti per 150 milioni di euro, così come previsto nell’Apq firmato a Palazzo Chigi un anno fa». «L’Agenzia per la somministrazione, la riqualificazione e la ricollocazione del personale posto in esubero da Mct, che in prospettiva e come già previsto per legge si trasformerà poi in soggetto art. 17 come operante in tutti gli altri porti di Italia, ha rappresentato la risposta del governo alla prima e più importante richiesta giunta dal sindacato: neanche un posto di lavoro vada perduto, né ora né in futuro». «Attorno a questo sforzo – conclude il Ministro Delrio – si sono ritrovati governo, Regione Calabria, Autorità di sistema portuale, azienda, Cgil, Cisl, Uil, Ugl in rappresentanza di circa l’80% dei lavoratori dello scalo. Ad essi va il mio più forte apprezzamento per una scelta coraggiosa e lungimirante che potrà garantire al porto un futuro di crescita, sviluppo e legalità».

UGL: «BOCCATA D’OSSIGENO» «L’intesa raggiunta in queste ore al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è una vera e propria boccata d’ossigeno, dopo un anno di estenuante trattativa, per il Porto di Gioia Tauro e per il futuro dei suoi lavoratori, soprattutto per i 380 che rischiavano il licenziamento senza una concreta opportunità di reinserimento». Così Pasquale Mennella, segretario nazionale dell’Ugl Mare, dopo la sottoscrizione dell’accordo al Mit. Il sindacalista che ha partecipato al vertice insieme ai segretari confederali Ermenegildo Rossi ed Ornella Petillo, e Franco Cozzucoli, responsabile Ugl Mare Calabria, ha voluto evidenziare tre passaggi fondamentali dell’intesa. «In tempi stretti sarà costituita l’agenzia per il lavoro del Porto Gioia Tauro che assorbirà e ricollocherà, per un minimo di tre anni, i 380 esuberi della Mtc – prosegue Mennella – tale operazione congiunta all’istituzione della Zona economica speciale (Zes) e alla realizzazione del mega bacino di carenaggio». «Ciò consentirà – conclude – un riequilibrio economico della Mtc, la ricollocazione dei 380 esuberi e la realizzazione di un mega bacino dedicato alle grandi navi. Tutto questo apporterà sicuramente vantaggi economici e sociali con una conseguente e importante ricaduta occupazionale per lo scalo». 

IL SUL NON FIRMA «L’indisponibilità aziendale a ogni tipo di confronto e la carenza di informazioni indispensabili per la struttura territoriale Sul interessata ci ha impedito di convincerci sulla bontà dell’accordo che eravamo pronti a sottoscrivere perché legato all’accordo di Programma già condiviso nel luglio scorso». È quanto afferma, in una nota, il segretario nazionale del Sul, Antonio Pronestì. «Ribadiamo che l’accordo – prosegue Pronestì – era da firmare per quanto riguarda il lavoro e gli impegni del ministero, dell’Autorità portuale e della Regione Calabria solo l’atteggiamento di Mct ci ha indotto a non condividere l’accordo, ma non dimentichiamo quanto ci ha detto il comandante Aponte sui suoi progetti su Gioia Tauro e visto che diamo completa fiducia al Ministro e al suo staff, al comandante Aponte, alla Regione Calabria, all’Autorità Portuale e ai colleghi dei sindacati firmatari, ci impegniamo fin da ora a evitare rivolte che potrebbero compromettere la situazione del porto, ma vigileremo affinché tutto si svolga all’interno delle regole previste dalla legge senza discriminazione alcuna. È scontato che i nostri studi legali sono a completa disposizione dei colleghi che sentendosi discriminati intendessero impugnare la procedura».

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