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«Le scuole di specializzazione di Catanzaro rischiano di chiudere»

Il Campus universitario si staglia nella vallata di Germaneto con la sagoma rassicurante di un ospedale del futuro e sembra rammentare a chi lo guarda che il futuro della nostra città sta proprio l…

Pubblicato il: 21/06/2017 – 6:29
«Le scuole di specializzazione di Catanzaro rischiano di chiudere»

Il Campus universitario si staglia nella vallata di Germaneto con la sagoma rassicurante di un ospedale del futuro e sembra rammentare a chi lo guarda che il futuro della nostra città sta proprio lì. Tuttavia nello scrivere questo articolo siamo costretti a preconizzare una situazione che di rassicurante ha ben poco e possiede l’impatto travolgente delle novità alle quali nessuno credeva perché da troppo tempo annunciate. È questo il caso del recentissimo (13 giugno) “Decreto interministeriale recante gli standard, i requisiti e gli indicatori di attività formativa e assistenziale delle Scuole di specializzazione di area sanitaria”.
Dietro tale titolo burocraticamente asettico si nasconde una profonda innovazione  di legge destinata a rivoluzionare l’assetto e condizionare la sopravvivenza di molte scuole di specializzazione in medicina… prime tra tutte quelle della nostra Università. Senza indugiare in tecnicismi possiamo rilevare che il decreto, tra i vari tratti salienti, prevede nell’Allegato 1 “Gli standard minimi per l’accreditamento” delle scuole di specializzazione ovvero «per essere accreditate, le strutture di sede e le strutture collegate devono possedere standard minimi generali e standard minimi specifici che sono rapportati alla capacità strutturale, tecnologica, organizzativa e assistenziale». Proprio quella parolina “assistenziale” potrebbe turbare i sonni di molti …. infatti se andiamo a valutare i volumi di attività assistenziale necessari per il mantenimento delle scuole verifichiamo che gli attuali livelli assistenziali dell’”Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini” sono in diversi casi, verosimilmente,  molto lontani da quelli previsti dal decreto. Tra le altre cose, in molte scuole ricorre un riferimento alle attività di emergenza quale requisito essenziale e, com’è noto, l’ospedale di Germaneto è sprovvisto di Pronto soccorso.
Come se non bastasse, in altro allegato sono individuati un panel di indicatori di performance assistenziale forniti dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) suddivisi per area: l’“Area economica” che comprende le dimensioni dell’efficienza gestionale, dell’efficienza produttiva e le performance economico-finanziarie, e l’“Area sanitaria e della qualità dell’assistenza” che comprende le dimensioni dell’appropriatezza, dell’efficacia (volumi ed esiti), della sicurezza e dell’umanizzazione e le “Aree trasversali” che comprendono le dimensioni dell’equità, dell’organizzazione, della sostenibilità e della trasparenza. Detto in termini semplici, nell’accreditamento delle scuole di specializzazione si andrà non solo a sindacare sulla quantità delle prestazioni ma anche sulla qualità delle stesse.
Qual è la ratio del nuovo sistema? Permettere allo specializzando di effettuare un livello di prestazioni minime per tutto il percorso formativo che possa oggettivamente certificarne la preparazione, obiettivo questo plausibile solo se esistono prerequisiti di sistema all’interno del quale lo specializzando possa operare.
I tempi? Entro la fine del mese di giugno tutti i direttori delle Scuole d’Italia possono inserire i nuovi dati richiesti al fine dell’accreditamento. In caso di mancata corrispondenza dei requisiti sono concessi  sino a un massimo di due anni per consentire l’adeguamento agli standard, ai requisiti minimi di idoneità e agli indicatori di performance richiesti dal suddetto decreto. Quindi obiettivi, allo stato difficilmente raggiungibili, peraltro da conseguire in tempi molto ristretti.
Diciamolo francamente: non tutto il male vien per nuocere. Da anni si discuteva di riqualificare le scuole di specializzazione in base a precisi criteri e standard che permettessero di certificare il percorso della formazione specialistica di un medico e questo decreto, pur tra vari aspetti suscettibili di miglioramento, ne offre finalmente l’opportunità. Tuttavia tale obiettivo non deve esimerci dal segnalare i gravi rischi che si corrono soprattutto se si arriva a questo bivio cruciale con il fiato corto.
Come espandere i volumi di attività assistenziale? Il Decreto suggerisce la possibilità di coinvolgere strutture definite collegate, ovvero ad es. strutture ospedaliere del Sistema sanitario regionale,  che possono integrare ma non sostituire la maggior quota di attività che rimane a carico della strutture sedi di scuola ovvero, nel caso di specie, delle strutture a direzione universitaria del campus di Germaneto.
Una Scuola di Medicina che rimanga priva delle scuole di specializzazione a causa di inadeguata performance assistenziale, è destinata ad una rapida retrocessione nel panorama della didattica e della ricerca. 
Al giorno d’oggi, con la sola laurea in medicina si può fare ben poco: guardia medica, qualche opportunità nel privato e poco altro. Le prospettive occupazionali senza una specializzazione o un corso di formazione in medicina generale sono drammatiche e costringono ad una sotto-occupazione precaria, senza opportunità di sviluppo professionale.
Sarà questa la scuola medica che prepara al precariato? Oppure sarà la scuola dei cervelli in fuga ovvero di tutti colo che per entrare in una scuola di specializzazione saranno costretti ancora una volta ad emigrare? Inoltre, poiché chi parte spesso non ritorna, sarà questo il vanificarsi di ogni prospettiva di ritorno sul territorio dell’investimento effettuato per formarli?
La sagoma del campus di Germaneto appare a questo punto assai meno rassicurante….  non basta la maestosità se essa diventa soltanto simbolo d’ostentazione. Non serve essere avveniristici se i sogni dei giovani calabresi si infrangono contro l’impossibilità di diventare medici specialisti nella propria regione.  
Improvvisamente la sagoma acquisisce un che di malinconico. Nelle giornate calde il suo stagliarsi tremulo in mezzo alle colline brulle la fa apparire come un miraggio in mezzo al deserto e ne tradisce la fragilità intrinseca derivante dall’isolamento. 
Tuttavia l’isolamento del campus di Germaneto è ancora una volta il simbolo dell’isolamento di tutta una regione che fatica a guardare al futuro con coraggio e senso di responsabilità. Molto meglio crogiolarsi in un mediocre presente  e volgere lo sguardo verso il basso di una quotidianità rassicurante in luogo di  alzare la testa ed accettare sfide che i confortanti miraggi ai quali siamo abituati ci rendono impreparati ad affrontare.

 

*segretario aziendale Cgil Medici, Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini, ** segretario provinciale Cgil Medici Catanzaro, ***segretario provinciale Funzione pubblica Cgil

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