Commissione d'accesso (anche) alla Sacal
LAMEZIA TERME Il prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, ha esteso alla Sacal, società di gestione dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme e ora affidataria della gestione dell’intero sistema ae…

LAMEZIA TERME Il prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, ha esteso alla Sacal, società di gestione dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme e ora affidataria della gestione dell’intero sistema aeroportuale calabrese, l’attività della Commissione d’accesso. L’organo è chiamato a verificare l’esistenza di inquinamenti o condizionamenti mafiosi nell’attività della Sacal e nelle scelte dei suoi amministratori e, più in generale, del proprio management.
Il decreto del prefetto, notificato ieri mattina e adottato di concerto con il ministero dell’Interno, conferisce ai commissari pieni poteri e ha come scopo verificare l’attività della società sia sotto il profilo finanziario che sotto quello «del pregresso assetto societario». Chiaro riferimento ai soci privati che, nell’ultimo periodo, hanno dato vita a una sorta di scalata al capitale sociale attraverso l’acquisizione di nuove quote alienate dai soci pubblici.
L’iniziativa del prefetto di Catanzaro corre in parallelo con due diverse indagini giudiziarie, condotte rispettivamente dalla Procura di Lamezia Terme e dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
Della prima si conoscono, sia pure per grandi linee, obiettivi e contesto. Si tratta infatti di un’indagine che già ha portato agli arresti dei vertici societari e di figure apicali del management della Sacal. Della seconda, invece, non vi è stata fin qui alcuna discovery ma sarebbe orientata ad accertare la genesi di alcuni passaggi del capitale sociale e il contesto nel quale è maturata l’impossibilità degli enti pubblici di avvalersi della facoltà di prelazione su alcune quote, poi finite nelle mani di investitori privati.
L’indagine della Direzione distrettuale antimafia è anche orientata a far luce su alcune scelte strategiche del vecchio management della Sacal che avrebbe favorito la cessione di spazi e attività a imprese che ora comparirebbero in alcune indagini sui clan del Lametino e del Vibonese, indagini che seguono la pista del riciclaggio di danaro proveniente da attività illecite.
Pa. Po.