RICADI «Condanno duramente chi ferisce gratuitamente la dignità e il rispetto altrui, per restrizioni mentali soggettive, rischiando di riflettere all’esterno un’immagine della Calabria non rispondente alla realtà». È quanto ha affermato il presidente della giunta regionale, Mario Oliverio, dopo aver appreso la notizia di quanto è accaduto a una coppia omossessuale che, per trascorrere un periodo di vacanze, aveva prenotato una struttura in una nota località balneare calabrese e si è sentita rispondere dal titolare: «Qui non accettiamo né animali, né gay». «Papa Francesco – ha aggiunto Oliverio – ha dichiarato: “La Chiesa deve chiedere scusa ai gay che ha offeso”, ed è a queste parole che ho subito pensato, quando ho appreso la notizia dall’Ansa, sulla discriminazione fatta ai turisti gay a Ricadi. La Calabria è sempre stata ed è terra di accoglienza. La Calabria è la terra che ha accolto e sostenuto, a tutti i livelli istituzionali, numerosi Gay Pride da anni. Ha sempre aperto le braccia a tutti, senza fare distinzione di razza, genere, lingua o religione, da sempre. Ferramonti è il simbolo della nostra apertura e del nostro rispetto verso ogni espressione di cultura e civiltà. La Calabria, pertanto, non si riconosce in nessun messaggio discriminatorio ma nelle parole di Papa Francesco».
«Noi – ha concluso il presidente della Regione – siamo e saremo sempre dalla parte di chi rispetta e tutela ogni espressione di vita, perché riteniamo sia elemento di un equilibrio superiore in cui ognuno ha senso, ruolo e valore. La separazione crea sofferenza negli individui, nel rapporto con la Natura e nel mondo. L’intelligenza include, sempre».
IL COMUNE: CI DISSOCIAMO «È un gesto dal quale ci dissociamo totalmente. Siamo contro ogni forma di discriminazione». Così il sindaco di Ricadi Giulia Russo, eletta nel giugno dello scorso anno a capo di una lista civica, reagisce all’episodio che ha visto due ragazzi napoletani rifiutati da una casa vacanze perché omosessuali e che si sono visti recapitare un messaggio whatsapp con scritto «non accettiamo gay e animali». «La mia amministrazione – spiega il sindaco – subito dopo l’insediamento ha approvato il regolamento sulle unioni civili e nel giugno scorso ho celebrato la prima unione civile. Tra l’altro tra due ragazzi napoletani».
Dopo avere saputo del caso, il sindaco ha disposto anche dei controlli sulla casa vacanza. «Non si tratta di una struttura turistica – ha spiegato Giulia Russo – ma è un privato che all’interno della propria villa ha una dependance che affitta. Da un punto di vista urbanistico non ci sono irregolarità ma non era censito per il pagamento della tassa di soggiorno, tant’è che la registrazione è stata fatta stamani. Il proprietario non è neanche di Ricadi ma di un altro paese del vibonese».
«Di certo – ha detto il sindaco – quello che è avvenuto non rispecchia il sentimento dei cittadini di Ricadi. Ho contattato una struttura turistica dove i due ragazzi sono andati tempo fa e il titolare si è detto disponibile a ospitarli gratuitamente. Adesso, con i vecchi contatti che ha, cercherà di parlare con loro». Solidarietà alla coppia di ragazzi napoletani è giunta anche da Sandro D’Agostino, assessore al turismo del Comune di Tropea, indicato da alcuni organi di stampa come Comune nel quale si è verificato l’episodio. «E, affinché ciò non resti solo uno sterile enunciato – ha sostenuto – ho già contattato il presidente dell’Asalt, Associazione Albergatori Tropea, che si è immediatamente detto felice di offrire un weekend a Tropea alla coppia di vacanzieri; al contempo il presidente dell’Associazione commercianti mi ha comunicato che gli iscritti avranno immenso piacere ad offrire una cena romantica alla coppia stessa».
«Deploriamo, a nome della comunità che mi sento di rappresentare e come amministrazione comunale, le discriminazioni. A Ricadi siamo persone civili ed evolute e simili discriminazioni e differenze nel 2017 non si possono sentire. Ognuno è libero di vivere la propria vita sessuale come meglio crede». È quanto dichiara all’Agi il vicesindaco del Comune di Ricadi, Patrizio Cuppari. «Come Comune – sottolinea il vicesindaco – siamo stati fra i primi ad approvare un regolamento per i matrimoni civili fuori dalla sede municipale. Proprio il 23 giugno scorso, infatti, il sindaco Giulia Russo ha celebrato sulla spiaggia di località Riaci, sempre nel comune di Ricadi, un matrimonio fra persone dello stesso sesso. Ripeto: l’amministrazione comunale, ma credo di poter parlare a nome dell’intera comunità, ha sempre respinto ogni forma di discriminazione e credo si tratti nel caso di specie di un episodio isolato. Un fatto – conclude – comunque da deplorare».
FEDERALBERGHI: NO ALL’OMOFOBIA Anche Federalberghi Calabria dice no all’omofobia. «Le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale sono contrarie alla legge e, prima ancora, allo spirito di ospitalità che anima la gestione di un’attività turistica», si legge in una nota. Le imprese associate invitano i due giovani «a non rinunciare a trascorrere la propria vacanza in Calabria, dove troveranno persone e strutture turistiche pronte ad accoglierli senza pregiudizi». Dall’associazione, inoltre, ricordano come comportamenti come quelli del B&b di Tropea sono punibili, per legge con multe tra i 516 e i 3.098 euro. E concludono dicenco che «il triste episodio accaduto ieri conferma, ove mai ce ne fosse bisogno, la necessità di una normativa che protegga anche i turisti alloggiati nelle case in affitto, che oggi sono di fatto privi di qualsiasi forma di tutela, non solo contro le discriminazioni, ma anche per quanto riguarda l’igiene, la sicurezza, i furti, il danno da vacanza rovinata e chi più ne ha più ne metta».
CONFCOMMERCIO VIBO «Abbiamo appena appreso, attraverso i mezzi di comunicazione, che il titolare di una casa vacanza del vibonese, avrebbe rifiutato la prenotazione di una coppia di turisti, dichiarando di “non accettare gay o animali”. Nonostante non dovessimo essere noi a doverlo fare, ci sentiamo di rivolgere le nostre scuse alla coppia di ospiti, precisando che la posizione del “troglodita che non ha fittato la depandanza” non è rappresentativa di un territorio e di un popolo calabrese». È quanto si legge in una nota di Confcommercio di Vibo Valentia. «Molte sono le criticità ed i limiti di questa nostra terra, ma molte di più sono le virtù e le eccellenze, tra queste certamente c’è una naturale attitudine all’accoglienza e alla solidarietà, senza alcun tipo di discriminazione. Quanto è accaduto, ovviamente è dovuto ad un difetto di formazione professionale ed all’inesperienza del titolare, ma non a cattiveria gratuita o a qualsivoglia disparità di trattamento. Pertanto – conclude la nota -, chiedo ancora scusa, in qualità di presidente territoriale di Confcommercio, ma anche come vibonese e sono pronto sin d’ora a dimostrare che nelle nostre strutture ricettive l’unica differenza che notiamo è che sono le migliori della Calabria».
ARCIGAY NAZIONALE: BOICOTTARE CHI DISCRIMINA «La notizia della casa vacanze nel Vibonese che ha respinto la richiesta di prenotazione di una coppia di ragazzi omosessuali, argomentando che in quella struttura non si accettano “gay e animali” è inquietante e interpella tutto il sistema turistico del nostro Paese». Lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. Che prosegue: «È paradossale che in Italia operi un sistema di accoglienza iniettato di idee discriminatorie. Ricordiamo a questo proposito che Airbnb, operatore internazionale che mette in rete B&B e affittacamere, ha fissato il principio di non discriminazione in un documento di policy stringente, che le strutture devono sottoscrivere per essere immesse nel network. Una buona pratica che per quanto elementare e necessaria ancora non è diventata patrimonio condiviso di tutti gli operatori, né
linea programmatica del ministero competente». «In attesa che queste politiche siano avviate invitiamo le persone lgbt a boicottare i circuiti che non procedono in questa direzione, e che evidentemente lo fanno per compiacere chi la discriminazione intende praticarla», conclude Piazzoni.
IL SINDACO DI CROTONE: LI OSPITIAMO NOI «Ci farà piacere ospitare nella nostra città i due ragazzi di Napoli che si sono visti negare, con una scusa inaccettabile, la possibilità di un soggiorno nella nostra regione. La Calabria è un’altra cosa. Non si deve privare a nessuno il diritto di viaggiare, conoscere, scoprire nuove realtà in base a chi si sceglie di amare». Lo afferma in una nota il sindaco di Crotone, Ugo Pugliese.
«In questo paese – aggiunge – ciascuno è libero delle proprie opinioni e delle proprie scelte personali che non possono essere oggetto di giudizio e tanto meno di discriminazione sociale. Non entro nel merito della scelta dell’albergatore di Ricadi. Di una cosa sono certo che quella scelta non caratterizza né la stessa comunità di Ricadi né la Calabria tutta che è regione di grande ospitalità e accoglienza. La nostra Crotone – sottolinea il primo cittadino – è un luogo di grande apertura verso gli altri. Nel confermare questo concetto che è fondamentale per un comunità che si riconosce nei principi di uguaglianza, sarò lieto di ospitare i ragazzi napoletani che sarei felice potessero diventare anche amici della città di Crotone. Ho scritto al riguardo all’Arcigay di Napoli pregando di estendere l’invito a coloro che mi auguro – conclude Pugliese – possano essere presto ospiti della città di Crotone».
INCHIESTA ANTIMAFIA Il gestore della “Casa vacanze Ciufo” di Santa Maria di Ricadi che ha rifiutato di affittare un appartamento ad una coppia gay, è stato coinvolto in un’inchiesta di ‘ndrangheta. Il nome dell’uomo, Filippo Mondella, 44 anni, originario di Francica, figurava nel procedimento penale nato dall’operazione antimafia denominata “Black money”. Nei suoi confronti, il 17 febbraio scorso il Tribunale collegiale di Vibo Valentia ha dichiarato prescritto il reato di intestazione fittizia di beni in concorso con Giuseppe Mancuso, 40 anni, di Limbadi (figlio del defunto boss Pantaleone Mancuso, detto “Vetrinetta”) e Nicola Castagna. Per Mondella e Castagna il pm Marisa Manzini aveva chiesto la condanna a 3 anni di reclusione a testa per la contestata intestazione fittizia delle quote sociali relative alla società “Ca&Mo Service srl” con sede a Jonadi, attiva nell’organizzazione di concerti. La contestazione risaliva all’agosto 2007. In particolare, la Dda di Catanzaro contestava a Filippo Mondella e al suo socio, Nicola Castagna, di avere consentito a Giuseppe Mancuso di rimanere socio occulto della Ca&Mo srl, al fine di evitare il rischio di subire una misura di prevenzione.
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