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«Basta con i roghi nel campo rom di Scordovillo»

LAMEZIA TERME «È indispensabile bloccare i fumi tossici provenienti dal campo rom di località Scordovillo che stanno inquinando la nostra città, è verosimile che nell’aria si stia sprigionando diossi…

Pubblicato il: 25/07/2017 – 11:47
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«Basta con i roghi nel campo rom di Scordovillo»

LAMEZIA TERME «È indispensabile bloccare i fumi tossici provenienti dal campo rom di località Scordovillo che stanno inquinando la nostra città, è verosimile che nell’aria si stia sprigionando diossina, la quale inesorabilmente si deposita sulle nostre coltivazioni e si infiltra anche nell’acqua». Lo dicono i rappresentanti del gruppo consiliare Lamezia Unita (il capogruppo Luigi Muraca e le consigliere comunali Maria Grandinetti e Geltrude Maione). «Sarebbe davvero paradossale – spiegano – se l’incidenza dei tumori aumentasse in una città priva di industrie. Le famiglie lametine stanno subendo una violenza inaudita che deve essere fermata. Innanzitutto, di fronte a reati, anche gravi, che fanno presagire un losco traffico di gomme impropriamente e abusivamente smaltite, siamo certi che la magistratura e le forze dell’ordine agiranno con le consuete tempestività ed efficacia per individuare i responsabili di tali aberranti misfatti». «Sul versante politico – continuano i consiglieri –, sarebbe urgente attivare un tavolo interistituzionale tra governo, Regione e Comune, affinché si proceda allo sgombero del campo rom di Scordovillo. A nostro avviso il Comune potrebbe individuare 4 o 5 aree provvisorie, chiedendo al governo nazionale l’invio delle tende che si usano in caso di calamità ed alla Regione un impegno finanziario per edificare nuovi alloggi, recuperando alla causa, nelle more, quelli oggetto del finanziamento specifico siti in contrada Carrà Marchese». «Sempre nell’ottica dell’inevitabile smantellamento di Scordovillo – spiegano Muraca, Grandinetti e Maione – sarebbe, peraltro, opportuno verificare se in località Ciampa di Cavallo qualche famiglia rom ha acquisito il diritto all’alloggio, così da dislocare le 101 famiglie di Scordovillo in diverse zone della città, dando a chi vuole integrarsi un’ulteriore, forse ultima, opportunità. Sicuramente, comportamenti di rilevanza penale o di ostacolo alla civile convivenza, non sono più tollerabili e devono essere immediatamente attenzionati e rigorosamente sanzionati».

MASCARO: AUMENTO DEI CONTROLLI E AVVIO ITER «A seguito dei ripetuti recenti incendi provenienti dall’area ove è ubicato il campo rom di Scordovillo, con emanazione di fumi tossici che hanno reso irrespirabile l’aria in quasi tutta la città, si è concordato con Salvatore Zucco, comandante della Polizia locale e dirigente del Settore ambiente, di intensificare con effetto immediato l’attività di controllo e prevenzione dell’area e delle relative vie di accesso con pattuglie della Polizia Locale nonché di accelerare l’iter per la bonifica, presentandosi l’area da tempo immemorabile letteralmente invasa da rifiuti di ogni genere». A dirlo, in una nota, è il sindaco Paolo Mascaro. «Nel contempo, sono stati attivati tutti i dirigenti per verificare con immediatezza lo stato di attuazione di finanziamenti di antica data che ad oggi – spiega – risultano essere ancora inutilizzati e di predisporre e proporre ogni progetto che possa essere compiutamente realizzato in tempi brevi per pervenire a progressivo graduale sgombero del campo rom; detto sgombero non può, però, prescindere dalla parallela opera di effettiva integrazione dei cittadini di etnia rom, e dal conseguente reperimento delle relative risorse per favorirne l’inclusione sociale, per evitare che persista il problema in città con diversa localizzazione dello stesso». «Si è quindi richiesta al prefetto, da sempre particolarmente sensibile alla tematica, la convocazione di riunione tecnica per discutere sia in ordine al possibile progressivo sgombero ed alle eventuali modalità di esso e sia in ordine alle varie criticità esistenti sul campo. Solo la fattiva collaborazione interistituzionale – conclude il primo cittadino -, e non altro, potrà condurre alla risoluzione in tempi ragionevolmente ed auspicabilmente brevi di atavica problematica che oramai persiste da decenni e decenni tanto da sembrare pressoché irrisolvibile e da generare comprensibile sfiducia e crescente rabbia e malcontento nell’intera cittadinanza.  

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