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«Devo stare buona per farmi intestare la villa»

CATANZARO Dodicimila euro in contanti e un immobile a Feroleto Antico. La proprietà dell’immobile era stata trasferita dall’imprenditore Salvatore Lucchino alla funzionaria della Prefettura di Cata…

Pubblicato il: 28/07/2017 – 16:47
«Devo stare buona per farmi intestare la villa»

CATANZARO Dodicimila euro in contanti e un immobile a Feroleto Antico. La proprietà dell’immobile era stata trasferita dall’imprenditore Salvatore Lucchino alla funzionaria della Prefettura di Catanzaro, Nerina Renda il 24 giugno 2015 per la simbolica cifra di duemila euro. Il tutto al fine di aggiudicarsi la gara indetta dalla Prefettura del capoluogo al fine di aggiudicarsi la gara indetta dalla Prefettura per la gestione di un centro di accoglienza.

LA COLPA SULL’EX MARITO Durante l’iter procedurale del bando di gara, scrivono gli inquirenti, «del 20 febbraio 2015, emergevano alcuni anomali comportamenti della Renda: per come si evince dalla relazione di servizio del capitano dei carabinieri Fabio Vincelli (all’epoca dei fatti comandante della Compagnia dei carabinieri di Lamezia Terme) la Renda aveva ripetutamente contattato, sin dal 28 settembre 2015 il capitano Vincelli per un colloquio, nel corso del quale riferiva della sua relazione con Salvatore Lucchino e del controllo effettuato, quello stesso giorno, presso il centro di accoglienza gestito da Lucchino». La Renda teneva a informare che Lucchino non era «un lestofante» e che il controllo effettuato nel centro era dovuto all’intervento del suo ex marito, Giuseppe Pacicca, che non aveva accettato, scrive il gip Ferraro, la separazione e che aveva «qualche aggancio in Prefettura».

«STUPIDA IO» Il 17 febbraio 2016 il prefetto nomina una nuova commissione di gara per l’affidamento di un appalto del servizio di accoglienza di migranti richiedenti protezione internazionale. Bisognava individuare strutture idonee all’accoglimento di circa 600 stranieri. Il 9 maggio la Prefettura di Catanzaro comunica alla società Mappamondo, facente capo a Lucchino, l’esclusione dal procedimento di gara e la revoca della convenzione in essere, «stante le carenze strutturali e organizzative emergenti dalle ispezioni condotte dalla commissione prefettizia…».
A questo Nerina Renda si attiva per interessarsi al problema. Una telefonata, per informarsi sullo stato della procedura la fa ad Aldo Calandrello, funzionario che attualmente ricopre l’incarico che era della Renda – area IV – settore Immigrazione.
Il rapporto di Nerina Renda e di Lucchino non è sempre rose e fiori. Nonostante l’anno prima la Renda avesse prospettato al capitano Vincelli i suoi sospetti sull’ex marito, a gennaio 2016 i rapporti, da quanto risulta da una captazione telefonica, sono più distesi e lei lamenta con lui gli errori che ha commesso.
«Ma comunque sono una stupida io, lo sai no?», dice all’ex.
[…]
«Ma è questa la cosa che mi fa rabbia di te! Capito? Che io non te lo avrei mai permesso di fare quello che hai fatto… nel senso… di rovinarti il posto… il coso… io ci tenevo… ormai ero orgoglioso di te… adesso so che tu non rivesti più una carica importante…», le dice lui.
La donna lamenta con l’ex marito anche il fatto che sta per terminare la sua assenza dal lavoro per malattia e che dovrà tornare in ufficio, cosa che la porterà a litigare con Lucchino che è geloso e la vorrebbe a casa.
«Ma almeno ti sei sistemata le tue cose?», le chiede Pacicca.
«No, dovrei esser più paziente perché mi devo fare intestare la villetta no…?», dice lei.
«Se no almeno»
«Eh… quindi devo stare attenta e buona… fino ad allora… perché se no vale la pena tutto questo casino che ho fatto!!», spiega lei ancora.
Anche perché sul lavoro la Renda, dopo le relazioni redatte sul centro gestito da Lucchino aveva perso piede. E l’ex marito glielo fa notare.
«Ha fatto tutto questo “burdellu”, per perdere solo la reputazione tua… tutto sommato capito? Perché pure in Prefettura non penso che… che da tutto quello sai… gente invidiosa ce n’è […] magari dabìnati ti fanno il sorrisino… ti fanno tutto quello che cazzo vuoi… bentornata… bla bla… però».
E dato che lui insiste su questo tono, le ad un certo punto sbotta: «Ho capito, che devo fare… mi devo suicidare?». Ma la soluzione che si prospetta è quella del trasferimento. «Ormai è andata così… anche per questo a prescindere da te… diciamo da quello che tu vorrai fare… o non fare… io mi sa che un trasferimento lo chiedo in ogni caso…».

 

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

 

 

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