«Consulenze e finanziamenti “segreti”», Aieta si infuria

CATANZARO Per Giuseppe Aieta, uno dei consiglieri del Pd più vicini a Mario Oliverio, si tratta di una «incresciosa ed inaccettabile situazione». Conoscendo i toni moderati dell’ex sindaco di Cetraro, è chiaro che qualcuno lo ha fatto infuriare. Entra subito nel vivo del discorso Aieta. E spiega che i guai sono iniziati quando ha chiesto «informazioni in merito all’attività amministrativa di competenza del dipartimento Infrastrutture, Lavori pubblici, Mobilità della Regione Calabria». 
Cosa voleva sapere di così “segreto” il consigliere da non avere risposta alcuna?
È presto detto: Aieta chiedeva (e chiede) «un elenco completo degli incarichi professionali di natura tecnica conferiti nel corso dell’anno 2016 e sino a tutt’oggi dalle strutture amministrative in cui si articola il dipartimento», inclusa «l’indicazione del soggetto affidatario, dell’importo di ogni singola prestazione affidata e delle relative modalità di affidamento». E poi, sempre per lo stesso periodo, «una rendicontazione esaustiva delle risorse pubbliche già concesse o in fase di assegnazione in favore di qualunque soggetto pubblico finalizzate alla realizzazione di lavori e/o opere pubbliche, con specificazione dell’ente pubblico beneficiario delle stesse e dell’importo assegnato». Per chiudere, visto che il tema – con l’estate in corso – è di strettissima attualità, «un’informativa esauriente circa i finanziamenti pubblici finalizzati alla realizzazione di opere fognarie concessi o in fase di concessione, nell’arco dell’anno 2016 e sino ad oggi, in favore di qualsiasi soggetto pubblico, contenente, oltre che le generalità dell’assegnatario, anche l’indicazione dell’importo concesso». Due le note Pec inviate al direttore generale del dipartimento, Domenico Pallaria (la prima del 26 maggio, la seconda del 27 giugno). Risposte? Zero, nix, nisba, niente. Detto in modi più urbani, «non sole le mie richieste sono rimaste tutte inspiegabilmente invase, ma soprattutto, pur esortando il principio di collaborazione amministrativa posto alla base della Sua (di Oliverio, ndr) azione politica al fine di rendere più efficiente la macchina amministrativa che per troppi anni ha mostrato gravi segni di inefficienza e di immobilismo, nulla di fatto si è verificato». 
Da una parte c’è il consigliere che cerca di fare il consigliere, dall’altra il dirigente che non gli fornisce i dati richiesti. 
In mezzo, adesso, finisce il governatore Oliverio, interpellato da Aieta. L’ex sindaco di Cetraro sente «l’obbligo di informarlo» anche perché gli ostacoli che si è trovato ad affrontare stridono con l’idea di una Regione trasparente. Ma c’è anche un dato più profondo. Per il consigliere regionale, il comportamento del manager è un vulnus nei «rapporti inter-istituzionali che devono esistere tra l’organo politico e quello amministrativo». Non è soltanto questione di cortesia, ma anche di mettere i consiglieri – e i cittadini – in condizione di conoscere un’attività amministrativa che altrimenti diventa oscura. Se queste opacità riguardano consulenze ed erogazione di finanziamenti, il rischio è che l’oscurità si trasformi in sospetto. E Aieta – stando al tono della lettera indirizzata a Oliverio – comincia ad averne qualcuno. (ppp)