RENDE «Non avevamo alcun dubbio che il sindaco Manna avesse rotto la maggioranza politica uscita dalle elezioni del 2014 per offrirsi al tredicesimo consigliere raccolto all’ultimo momento per sopravvivere politicamente». È quanto afferma, in una nota, il coordinamento cittadino e provinciale di Alleanza popolare. «La politica alta afferma che le maggioranze si rompono per farne una più qualificata – continua la nota -. A Rende, invece, è accaduto il contrario, si è rotta la maggioranza eletta, tradendo la volontà popolare e si è andato incontro ad un pateracchio con una maggioranza raccogliticcia fatta da transfughi dei partiti che non hanno nessun avvenire politico, addirittura con due candidati a sindaco che sono stati contrapposti con un proprio programma elettorale a Manna e oggi invece, tradiscono i propri elettori, asservendosi allo stesso Manna, probabilmente per ritorni personali che non si realizzeranno mai».
«Lo scarto dei partiti, che sono già in crisi – si legga ancora nella nota – testimonia quello che noi avevamo detto cioè: Manna è prigioniero di se stesso, della sua protervia, e della sua arroganza. Discorso a parte merita il tredicesimo consigliere, che ha tradito la sua appartenenza, che corrisponde al nome di Mario Rausa, il quale ha attraversato in questi anni tutte le composizioni politiche, pur di mantenere un posto al sole. Il Rausa dovrebbe trovare il coraggio, ma non lo ha – affermano dal coordinamento Ap – di rassegnare le dimissioni da presidente del consiglio, perché è stato eletto con una maggioranza differente di quella che si è presentata oggi nel consiglio comunale. Ma la sua vita politica di questi anni ci dimostra il contrario: un uomo senza statura politica, legato fortissimamente alla poltrona ed all’indennità di carica di presidente».
«Il degrado cui è giunta Rende – si afferma – dimostra in tutta la sua plasticità che si è in presenza di una giunta comunale, cosi come avevamo affermato nei giorni precedenti, raccogliticcia, di basso profilo e sottoposta ogni giorno alle pressioni del tredicesimo consigliere di turno. In effetti, così come avvenuto qualche giorno fa per una questione poco chiara di un assessore, ognuno di loro può battere i pugni per ottenere qualcosa. Questo è lo stato di degrado della politica a Rende e Manna si dovrà assumere le responsabilità di questo scempio. Alternativa popolare mira esclusivamente a vigilare sulla trasparenza e sulla legalità degli atti ammnistrativi e a preservare la rendesità che Manna ha fatto smarrire i questi tre anni».
«Pensiamo che il popolo rendese – affermano ancora – essendo emancipato politicamente, ha la capacità di capire che a Rende è finita una fase politica e si vive all’avventura. Per queste ragioni il gruppo dei cinque consiglieri comunali di Alternativa popolare non ha inteso partecipare, sdegnato, allo scempio che il sindaco ha preparato clandestinamente, assieme ai soliti registi occulti. Per concludere la sua coerente e brillante carriera politica – conclude la nota – chiediamo a Manna di fare l’ennesimo sacrificio di trasformare questa accozzaglia numerica in una maggioranza politica».
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