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Guerritore chiude il “Ruggiero Leoncavallo” festival

MONTALTO UFFUGO Un finale con il botto. Il Festival Internazionale “Ruggiero Leoncavallo” di Montalto chiude la sessione di luglio con lo strepitoso successo dello spettacolo “Dall’Inferno all’Infi…

Pubblicato il: 01/08/2017 – 9:58
Guerritore chiude il “Ruggiero Leoncavallo” festival

MONTALTO UFFUGO Un finale con il botto. Il Festival Internazionale “Ruggiero Leoncavallo” di Montalto chiude la sessione di luglio con lo strepitoso successo dello spettacolo “Dall’Inferno all’Infinito” di Monica Guerritore.
L’attrice, secondo i programmi iniziali, avrebbe dovuto dividere la scena con Alessio Boni e regalare al pubblico del Festival un’inedita interpretazione dell’opera “Pagliacci”. Problemi di salute di quest’ultimo, però, hanno costretto il direttore artistico Enrico Provenzano a un inaspettato cambio di rotta che, tuttavia, non ha inficiato la qualità e il livello della rassegna culturale, tutt’altro. Il recital proposto dalla Guerritore, infatti, è stato accolto con entusiasmo da un pubblico raffinato ed esigente che ha avuto il privilegio di assistere a una serata fatta di incanto e rievocazioni. Il sagrato del Duomo della Madonna della Serra, come già successo con i precedenti appuntamenti, si è lasciato plasmare, contribuendo a creare le atmosfere richieste dalla performance.
E così, la luce tenue di piccole fiammelle, sistemate ai lati della maestosa scalinata che anticipa la cattedrale, ha rischiarato il viaggio di una formidabile Monica Guerritore, coraggiosa nel mettere insieme in un unico racconto testi celebri della letteratura italiana, apparentemente contrastanti tra loro. La brevità della rappresentazione, controbilanciata e giustificata dalla sua intensità, tiene alta l’attenzione dello spettatore che riesce a cogliere il senso e la valenza delle pause e dei sospiri, che tanto sembrano dire.
Come fa Virgilio con Dante, la Guerritore accompagna il suo pubblico nella profondità degli inferi, dove regnano paura e solitudine. C’è l’amore che salva, quello di Beatrice che scende nel limbo e chiede a Virgilio di soccorrere il suo Dante contrapposto all’amore dolente, quello di Paolo e Francesca, condannati a vivere all’interno di una bufera infernale per scontare la passione da cui furono travolti in vita. La voce della Guerritore si fa greve, la sua ombra proiettata sul muro, sembra renderla immensa e minacciosa: lei diventa il Conte Ugolino, cannibale dei suoi stessi figli. Gli spettatori sono rapiti, travolti, estasiati.
Ma poi Monica recupera la sua dolcezza e mirabilmente interpreta “Supplica a mia madre” di Pierpaolo Pasolini: «Ti supplico non voler morire, sono qui solo con te». Il viaggio continua con il poemetto di Patrizia Valduga “La tentazione”, in cui la scrittrice restituisce la disperazione del presente e l’inesorabile fuga del tempo. L’Inferno si fa Infinito, quando Monica Guerritore fa rivivere i versi del celebre componimento di Giacomo Leopardi: «Così tra questa immensità s’annega il pensier mio e il naufragar m’è dolce in questo mare». Il pubblico è in piedi e applaude a lungo. Quest’immagine chiude simbolicamente la prima sessione del Festival Leoncavallo. I cinque appuntamenti di luglio hanno portato a Montalto Uffugo oltre 1.500 spettatori, con una media di 300 presenze a spettacolo.
«Abbiamo centrato in pieno il nostro obiettivo – ha commentato il sindaco Pietro Caracciolo – che era quello di fare uscire la rassegna dell’alveo locale, lo abbiamo fatto con le nostre risorse e con il supporto di enti pubblici e aziende che hanno creduto nel nostro progetto e nella valida offerta culturale confezionata dal direttore artistico Enrico Provenzano, che è riuscito a portare a Montalto artisti di pregio; a lui va il ringraziamento dell’amministrazione comunale».

 

mi.mo.

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