LAMEZIA TERME «Al di là dell’ostinazione del sindaco Mascaro il quale dichiara di “non mollare” e di mantenere la promessa di cambiare la città, la realtà è ben diversa. La maggioranza del Consiglio ha già mollato il sindaco». Così il responsabile Organizzazione regionale del Pd, Giovanni Puccio.
«Le nomine alla Multiservizi e Lamezia Europa – continua – aggravano ulteriormente la situazione. Il governo della quarta città della Calabria per dimensioni e importanza strategica, è ormai in una situazione comatosa. Se si aggiunge l’accesso agli atti per inquinamento mafioso, il quadro è completo e sta a testimoniare che si naviga a vista, senza alcuna credibilità sulla funzione di governo. Immaginarsi se può essere garantita la svolta che sta solo nella mente del sindaco. La situazione è del tutto insostenibile ed esercita un vero e proprio ricatto sulla politica cittadina, stretta tra paura del futuro e sopravvivenza. In questo quadro, diventa difficile anche la funzione di opposizione che il Pd e le altre forze del centrosinistra intendono rappresentare e far vivere con una forte iniziativa istituzionale e sociale. Siamo arrivati al limite che gli atti dell’ultimo Consiglio si sono potuti approvare grazie alla presenza di 3 consiglieri di opposizione che pur votando contro hanno consentito di mantenere il numero legale. Un comportamento quest’ultimo, che dal punto di vista politico rappresenta una contraddizione non giustificabile».
«Ma il problema – aggiunge Puccio – sta nel fatto che siamo arrivati a un punto limite. Ed è proprio in considerazione di quanto è accaduto che occorre un serio chiarimento e una coerenza di comportamenti che non dia adito ad equivoci. Il Pd con la coalizione di centrodestra guidata dal sindaco Mascaro non ha nulla a che spartire. Il ciclone giudiziario che ha travolto l’amministrazione Mascaro non ha più alcuna credibilità. Il malessere che si è manifestato tra le forze che si oppongono a questo stato di cose obbliga ad assumere una iniziativa straordinaria che coinvolga i vari livelli di partito, istituzionali e di governo. Già il Pd regionale della Calabria ha avuto modo di biasimare e di richiamare propri consiglieri in rapporto ad atti non coerenti con il ruolo istituzionale di opposizione, ora sarà necessario ricorrere a misure conseguenti. Ma la risposta vera è quella di un coinvolgimento di tutte le energie democratiche di Lamezia per affrontare e aggregare tutte le forze che vogliono dare vita a un radicale cambiamento delle politiche di governo e di risanamento della vita pubblica facendo emergere un nuovo protagonismo democratico».
«Il gruppo dirigente di Lamezia – conclude – insieme a tutto il Pd, è chiamato a una grande prova di maturità e di unità. Mi auguro che la stessa consapevolezza maturi tra tutti i democratici lametini».
«PD VALUTA POSIZIONI TROPEA E ZAFFINA» «Il Pd di Lamezia Terme non ha cambiato posizione ed è fortemente determinato a operare un’opposizione netta e chiara all’attuale amministrazione comunale e al sindaco Mascaro, più volte discussa nelle assemblee del partito. I diversi atteggiamenti assunti da alcuni consiglieri del Pd in consiglio comunale sono determinazioni personali». Lo sostiene, in una dichiarazione, il deputato del Pd Sebastiano Barbanti. «Già due consiglieri comunali del Pd – aggiunge – avevano ritenuto di correre in soccorso di questa maggioranza per eleggere Salvatore De Biase presidente del consiglio comunale, ottenendone in cambio la nomina della consigliera Tropea a vicepresidente del Consiglio. Si trattò di un baratto oscuro e non, come si è voluto far credere, di un riconoscimento a un partito di minoranza. Richiesta di riconoscimento e di coinvolgimento in questa amministrazione che non v’è mai stata da parte del Pd di Lamezia Terme. Ora si aggiunge la decisione personale del consigliere Zaffina che appare, politicamente, molto più rimarchevole in quanto ha impedito che il sindaco Mascaro andasse sotto in consiglio comunale, garantendogli la maggioranza e su un importante documento di bilancio e proteggendolo quindi dell’evidenziare la gravità della crisi che attraversa la maggioranza, che a conti fatti oggi non c’è più».
«Su questa vicenda – dice ancora Barbanti – è in corso l’interessamento degli organismi statutari del Pd che dovranno valutare la coerenza della decisione della Tropea e di Zaffina, in palese contraddizione con il deliberato dell’assemblea del partito, avvenuto la sera prima. Gli organismi del Partito democratico dovranno valutare anche questi nuovi fatti riguardanti il consigliere del Pd che, nei fatti, si comporta come un battitore libero pronto a sostituirsi ai consiglieri della maggioranza. Sono sicuro che il Partito democratico non vorrà coprire e men che mai proteggere simili atteggiamenti che hanno poco a che fare con la buona politica che sia a Lamezia che sul territorio nazionale vogliamo portare avanti e che vogliamo diventino una attrazione per i tanti giovani che guardano al futuro di Lamezia e del Pd. A questi giovani non possiamo e non dobbiamo offrire questi esempi: il partito degli eletti non è il Pd. Ne prendano atto i consiglieri comunali che sono stati eletti nel Pd dai cittadini di Lamezia nel ruolo di opposizione e che oggi devono avere un solo scopo: mandare via un’amministrazione comunale che si sta sfaldando da sola e un sindaco che appare più preoccupato di cercare cautele che di amministrare nell’interesse della città».
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