D'Ascola (Ap): bene Orlando sui tribunali dei minori
ROMA «Dalla Calabria parte stavolta la dimostrazione che la politica la si può fare bene, nell’interesse di tutti con estrema pulizia morale e intellettuale». Lo dichiara il presidente della Commissi…

ROMA «Dalla Calabria parte stavolta la dimostrazione che la politica la si può fare bene, nell’interesse di tutti con estrema pulizia morale e intellettuale». Lo dichiara il presidente della Commissione Giustizia del Senato Nico D’Ascola alla conferenza stampa a Palazzo Campanella dal titolo “Tribunali per i minorenni salvati dalla soppressione. L’impegno della Calabria a salvaguardia di una istituzione eccellente”. «Devo dare atto al ministro Andrea Orlando della sua sensibilità, della sua capacità di rivedere le posizioni assunte con testi legislativi che concretizzavano quella scelta. Il rivedere le proprie decisioni è forse quella condotta maggiormente dimostrativa della intelligenza e della sensibilità. Noi – prosegue il presidente – avevamo presentato gli emendamenti soppressivi della soppressione del Tribunale per i minorenni e sono contento che questa scelta non debba affrontare il conflitto della votazione su posizioni contrastanti ma che si sia data una dimostrazione della capacità intellettuale di risolvere i problemi in maniera armonica e condivisa. Il punto centrale della questione era costituito dalla esclusività delle funzioni del Tribunale per i minorenni. Abbiamo una istituzione nella quale polizia giudiziaria, Procura della Repubblica e Tribunale per i minorenni svolgono esclusivamente la medesima funzione. Quindi, abbiamo un corpo giudicante che è formato esclusivamente da persone formate nella tutela degli interessi dei minori. Non si poteva pensare di rendere il Tribunale dei minorenni una sezione specializzata del Tribunale ordinario perché avremmo eliminato questa esclusività delle funzioni. Lo Stato sociale è stato ridotto per esigenze di bilancio e dobbiamo individuare quei contesti che non possono essere eliminati. Il Tribunale per i minorenni sta a mezza via tra le istituzioni giudiziarie e quelle sociali. La politica – conclude D’Ascola – si deve concretizzare in un sostantivo storico, quello di solidarietà».
MARZIALE: EVITATA UNA IATTURA «C’era l’idea di accorpare il Tribunale per i minorenni ai Tribunali ordinari. Sarebbe stata una iattura, perché per trattare un bambino in termini di giustizia occorre competenza, preparazione, una sensibilità particolare che il magistrato minorile ha». Lo ha detto il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione, Antonio Marziale a Reggio nel corso di una conferenza stampa con il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Nico D’Ascola. «Accorpare il Tribunale per i minorenni a quello ordinario – ha aggiunto Marziale – significava togliere autonomia ai giudici di fare per esempio quello che mirabilmente sta compiendo il presidente del Tribunale per i minorenni di Reggio Roberto Di Bella. Il Tribunale per i minorenni è ritenuto nel mondo una eccellenza, questo non significa che non abbia dei difetti che si possono e si devono correggere, ma non attraverso l’eliminazione. C’è stato un intreccio storico di competenze di ruoli, tra me, il presidente D’Ascola e il presidente Di Bella, che ha in qualche modo aiutato questa istituzione a rimanere in piedi. Sono sicuro che questa sinergia sia stata il fattore più determinante di questo iter che ha portato il ministro Orlando a dire che la norma è stralciata. Il Garante ha fatto da collante nella convinzione di lavorare in rete per l’interesse collettivo. È la Calabria ad aver recitato il ruolo da leone più importante». «Sono Garante da un anno – ha detto ancora Marziale – e ho raggiunto importanti risultati come la rianimazione pediatrica. Ma, voglio evidenziare che non ho soldi finanziati per poter lavorare. L’anno scorso i soldi mi sono stati prestati dal Welfare, dall’assessore regionale Roccisano. Adesso, è stato fatto un nuovo bilancio, ma quest’anno non ho ancora ricevuto alcun finanziamento. Inoltre, i soldi dell’anno scorso mi sono stati dati il 24 dicembre e in 7 giorni ho dovuto fare impegni di spesa. Mi sono interfacciato con tutte le autorità governative regionali e politiche, ma non ho ricevuto risposta. Non ho una lira di bilancio non posso programmare lavori perché non ho soldi nel budget destinati e perché mi è stato espressamente detto che per il prestito che mi è stato fatto l’anno scorso straordinariamente quest’anno non c’è la disponibilità».