Politica in ferie, Guccione: «Qualcuno aspetta le nomine per la Sanità»
COSENZA Non è possibile cancellare con 70 giorni di ferie tutti i problemi politici che si stendono sulla Calabria. «I nodi politici di questa esperienza di governo regionale non si scioglieranno cer…

COSENZA Non è possibile cancellare con 70 giorni di ferie tutti i problemi politici che si stendono sulla Calabria. «I nodi politici di questa esperienza di governo regionale non si scioglieranno certamente grazie a questa lunga pausa forzata – dice il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione – che pare il tentativo di sfuggire da ogni possibile confronto». Sia «per quanto concerne il gruppo del Pd, che non si riunisce da tempo immemorabile, sia per le questioni che riguardano la maggioranza, che in tre anni credo si sia riunita una volta soltanto». La dilazione dei tempi, la maxi pausa voluta anche da una parte dei dem sono un brutto segnale: «Testimoniano – spiega Guccione – un’evidente difficoltà politica a proseguire l’esperienza di governo regionale». L’azione del governatore Oliverio arranca e il Consiglio pure. Ed evidentemente a qualcuno conviene cristallizzare la situazione e sterilizzare il dibattito: «Non vorrei che in qualcuno sia prevalsa l’idea di mandare in ferie la politica e le istituzioni calabresi per aspettare cosa farà il governo nazionale sul commissariamento della Sanità». È questa la traccia offerta dal consigliere cosentino (e suggerita da molti osservatori): il rinvio può essere funzionale a un riposizionamento successivo alle scelte su chi gestirà il Piano di rientro. A quel punto si potrà ragionare su tutte le caselle a disposizione. Ma questo non è pensare ai cittadini: è piuttosto una corsa alla poltrona. «Se dovesse essere questa la motivazione non detta del rinvio, sarebbe grave perché la Calabria ha bisogno di essere governata. E di avere un collettivo che ne affronti le emergenze drammatiche». Fino a oggi non è stato così: «Abbiamo potuto constatare che un uomo solo al comando (e qui il riferimento a Oliverio è puramente voluto, ndr) non è in grado di affrontare tutte le questioni aperte, a partire dal deficit economico di un territorio che resta agli ultimi posti nel Paese e non mostra i segnali di ripresa delle altre regioni del Mezzogiorno».
Fin qui il dato politico. Poi c’è quello tecnico, sollevato da Orlandino Greco sulla questione del “voto truccato”. Il consigliere del gruppo “Oliverio presidente” dice di essersi ritrovato a votare sì a una legge mentre non era in Aula. «Greco ha ragione – è la valutazione di Guccione – sulla questione che riguarda i lavori del consiglio regionale e in particolare sui voti espressi dai singoli consiglieri. Va chiarita, e ci sono tutti i mezzi per farlo, la vicenda del voto sull’emendamento alla legge 36 del 2008 (riguarda gli interventi sull’edilizia sociale)». L’approvazione della norma “salvacostruttori”, secondo Guccione, mostra qualche lato oscuro anche per le modalità con le quali avvengono i voti in assemblea. Serve un cambio di passo e di prospettiva: «Ci sono i dispositivi tecnologici necessari a garantire la trasparenza del voto e anche la sua segretezza». Discorsi importanti: se ne riparlerà a settembre, però. (ppp)