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«Nessuna regia esterna, ci hanno chiesto di venire alla tendopoli»

SAN FERDINANDO «Come Rete Campagne in Lotta prendiamo parola in merito ad alcuni gravi articoli di giornale apparsi a seguito del tentativo da parte delle istituzioni di trasferire gli abitanti del…

Pubblicato il: 19/08/2017 – 12:52
«Nessuna regia esterna, ci hanno chiesto di venire alla tendopoli»

SAN FERDINANDO «Come Rete Campagne in Lotta prendiamo parola in merito ad alcuni gravi articoli di giornale apparsi a seguito del tentativo da parte delle istituzioni di trasferire gli abitanti della tendopoli di San Ferdinando in un campo di lavoro di massima sicurezza, chiarendo il nostro impegno solidale nei confronti di chi vive e lotta in diverse zone del Sud Italia». È quanto si legge in una nota di Rete Campagne in lotta in relazione a quanto accaduto ieri a San Ferdinando quando un gruppo di migranti si è opposto al trasferimento. Opposizione superata dopo una lunga mediazione. «Come collettivo – prosegue la nota – abbiamo risposto all’appello di chi vive in tendopoli a raggiungere San Ferdinando e rifiutare il terzo trasferimento forzato in un campo di Stato per chi lavora come bracciante nella piana di Gioia Tauro. A fronte delle perpetuate richieste di documenti, abitazioni e contratti di lavoro, le istituzioni hanno scelto di rispondere con l’ennesima operazione volta a garantire business ed esclusione. Da qui l’opposizione di chi abita nella tendopoli. Gli abitanti della tendopoli, dopo numerose assemblee, hanno scelto i propri portavoce interni e hanno chiesto alle persone solidali di affiancarsi a loro semplicemente con la presenza, senza alcun intervento nelle trattative di cui loro stessi volevano essere protagonisti per spiegare il proprio “no” al trasferimento forzato. Un’ulteriore volontà collettiva era quella di non dare vita ad alcuna manifestazione. A fronte delle relazioni orizzontali e di fiducia costruite in anni di presenza nella Piana, abbiamo scelto di supportare questa ennesima iniziativa auto organizzata, affiancandoci a loro nella maniera in cui ci è stato chiesto. Nei mesi passati abbiamo partecipato a diversi tavoli, ottenuti in seguito a manifestazioni nelle strade di San Ferdinando, con la Prefettura e la Questura di Reggio Calabria, così come con il commissariato di Gioia Tauro e il Comune di San Ferdinando. Abbiamo svolto il ruolo di traduttori delle dirette richieste delle persone che abitano nella tendopoli: bisogni essenziali che sono sempre rimasti inascoltati». «Negli articoli, che probabilmente ricalcano le veline della Questura – conclude la nota – sono presenti pesantissime e infamanti accuse nei nostri confronti, che criminalizzano anche gli stessi abitanti della tendopoli. È una vergogna che per silenziare le chiare e ripetute richieste dei migranti che vivono nella tendopoli in condizioni disperate, si sposti l’attenzione inventando una presunta regia esterna attribuita alla nostra Rete. Come al solito, per biechi fini politici ed economici non si esita a calpestare coloro che il sistema rende più deboli. Continueremo a portare la nostra solidarietà senza farci intimidire da questo violento impianto accusatorio». 

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