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«Tutto il dolore degli ulivi in fiamme»

Ho avuto l’impressione di sentirlo il giovane Ulivo. Giovane e già bello ed elegante. Non so se l’ho sentita davvero o l’ho sognata quella voce. C’è uno storico uliveto davanti a me. C’è fuoco di fro…

Pubblicato il: 25/08/2017 – 10:02
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«Tutto il dolore degli ulivi in fiamme»

Ho avuto l’impressione di sentirlo il giovane Ulivo. Giovane e già bello ed elegante.
Non so se l’ho sentita davvero o l’ho sognata quella voce.
C’è uno storico uliveto davanti a me.
C’è fuoco di fronte: «Quel rosso era solo un riflesso, ma l’albero sapeva e, tremando, attendeva che il fuoco lo raggiungesse».
L’ho sentito veramente quel giovane ulivo, ora ne sono certo: «Ma cosa vi abbiamo fatto di male? Perché tanto odio, tanta rabbia, tanto fuoco? Perché volete distruggerci?»
Una pausa. Lunga, lunghissima. Il vento avvicina il fumo e il calore. Le fiamme non hanno tempo da perdere, si sono alleate con il perfido vento, e corrono corrono, lasciando cenere e dolore ovunque. Anche gli animali muoiono bruciati, vivi! Senza pietà.
La voce si fa flebile: «Siamo qui prima di voi. Vi diamo da mangiare, da bere, da respirare. Vi diamo medicine naturali, ombra e riparo. Fermiamo il gelo e il sole che brucia. Ogni albero ha una missione, un compito e una funzione.
Da milioni di anni vi proteggiamo e vi diamo sollievo senza chiedervi nulla. Perché le fiamme contro di noi? Noi non teniamo nulla, ma contro il fuoco non abbiamo difese. Perché? Perché?».
Del giovane ulivo fra poco non rimarrà più nulla: solo un fantasma nero, avvolto nella cenere!
Mi allontano rapidamente. Le fiamme e il vento ci spingono fuori, per meglio completare l’opera. Non vogliono che alcuno assista allo sterminio.


Il tempo di collegarmi in rete. E questa volta la voce dell’ulivo che attendeva che il fuoco lo raggiungesse è quella di Filippo, un giovane di Mandatoriccio che si è dato con tutta l’anima a coltivare la terra. Ha un bambino nato da poco, che adora più ogni cosa al mondo. E accudisce con amore, pensando forse a suo figlio, un uliveto che si affaccia su un mare caldo e trasparente. Siamo nella Magna Grecia, nel cuore antico della Calabria, dove il vino e l’olio appartengono ad una storia millenaria. Fino a ieri.
Poi il fuoco ha raggiunto quegli ulivi. E Filippo stesso lo racconta con gli occhi pieni di lacrime: «Gran parte dell’uliveto distrutto, tanto amore per questa terra, la voglia di coltivare un sogno, di continuare in un mondo diverso la nostra tradizione contadina, davanti a questo scenario da incubo, davanti all’ennesimo atto doloso che consuma e riduce in cenere anche la voglia di fare, la speranza di continuare. La cattiveria, l’ignoranza, la barbarie, entra anche nella nostra terra e brucia le radici del nostro futuro…». Le radici del futuro della Calabria le stanno incendiando. Bastardi e criminali in una terra carica di storia, cultura, passioni. Bastardi!

*Cda Ismea

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