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Liquami nel fiume Amato, sigilli al depuratore di Platania

PLATANIA I liquami fognari finivano in un corso d’acqua e da qui nel fiume Amato. È quanto hanno scoperto a Platania il team interforze composto da personale della Stazione Navale della Guardia di …

Pubblicato il: 13/09/2017 – 5:47
Liquami nel fiume Amato, sigilli al depuratore di Platania

PLATANIA I liquami fognari finivano in un corso d’acqua e da qui nel fiume Amato. È quanto hanno scoperto a Platania il team interforze composto da personale della Stazione Navale della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Vibo Valentia, dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro e dai militari del Gruppo Carabinieri Forestali di Catanzaro, a tutela dell’ambiente e del territorio della provincia di Lamezia in sinergia con il personale dell’Arpacal. Un’operazione condotta nell’ambito delle attività coordinate dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme che ha portato al sequestro del depuratore di Platania di località “Mulia” e alla contestuale denuncia dell’amministratore unico della Società capogruppo del Raggruppamento temporaneo di imprese affidatarie del servizio di gestione dell’impianto. Per lui il reato contestato getto pericoloso di cose mediante scarico di liquami fognari non depurati attraverso una condotta di by-pass (art. 674 del Codice Penale).
Nel corso del sopralluogo, in particolare, il team di investigatori avrebbe rilevato gravi criticità e difformità dell’impianto dalle prescrizioni di legge tali da creare un impatto negativo sul corpo recettore dei fluidi in uscita, consistente nel “fosso Coschino”, che a sua volta alimenta il fiume Amato. Da qui gli uomini coordinati dalla Procura hanno ritenuto sussistente il pericolo che il depuratore, nelle condizioni di funzionamento constatate dai militari operanti, potesse continuare ad alimentare l’inquinamento idrogeologico dell’area circostante e valutata fondata l’ipotesi di reato di getto pericoloso di cose mediante scarico di liquami fognari non depurati attraverso una condotta di by-pass (art. 674 del Codice Penale) hanno proceduto al sequestro preventivo del depuratore, con sua facoltà d’uso per ragioni di pubblica utilità, ed alla denuncia dell’amministratore unico della società di gestione.
Inoltre gli uomini che hanno operato a Platania hanno richiesto l’immediato intervento del personale Arpacal-dipartimento di Catanzaro, che ha proceduto ad effettuare i campionamenti dei liquami sversati e dei sedimenti, al fine di effettuare una valutazione concreta del tipo di rifiuto immesso nell’ambiente ed il grado di inquinamento posto in essere.

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