CIRO’ MARINA Venticinque anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici: è la condanna inflitta al 33enne Cataldo De Luca, di Cirò Marina, che la Corte d’Assise di Catanzaro ha ritenuto responsabile dell’omicidio del 43enne Nicodemo Aloe, assassinato con 5 colpi di pistola calibro 45 davanti al garage che aveva adibito ad abitazione, la sera del 24 maggio 2015, in via Pacinotti a Cirò Marina.
Secondo l’accusa, che si basa sulle indagini svolte dai Carabinieri della Compagnia di Cirò Marina e sui riscontri scientifici raccolti dal Ris di Messina, De Luca si è vendicato della bastonatura subita un anno prima da Aloe che lo avrebbe picchiato per vendicare a sua volta il figlio preso a pugni da De Luca dopo una lite in un bar. Subito dopo l’omicidio, i carabinieri hanno perquisito la casa di De Luca, dove hanno sequestrato un casco da motociclista e un motorino. Che non era lo scooter utilizzato dal sicario, rinvenuto bruciato il giorno dopo. Ma sia sul casco da enduro di Cataldo De Luca che sul manubrio dello scooter, gli specialisti del Ris hanno trovato tracce da polvere da sparo. La notte dopo il delitto – segnalano i carabinieri nelle relazioni di servizio – De Luca ha spento il telefonino, si è allontanato da Ciro Marina e ha raggiunto Bologna. Si sarebbe anche fatto prestare una scheda sim da amici e al telefono (intercettato) ha raccontato di essere vessato dai carabinieri che gli hanno perquisito la casa dopo l’omicidio.
Al termine della propria requisitoria il pubblico ministero aveva chiesto la condanna all’ergastolo e all’isolamento diurno per la durata di otto mesi. Una volta depositate e lette le motivazioni della sentenza, la difesa non esclude di ricorrere in appello.
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