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Lamezia, il paese che non c’è

  Non sono solo la cittadina di Lamezia Terme che scrive, ma spero di essere la voce dell’intera comunità. La voce della confusione, dell’amarezza e della legalità. Ma soprattutto la voce dei cittadi…

Pubblicato il: 26/01/2018 – 7:48
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Lamezia, il paese che non c’è

 

Non sono solo la cittadina di Lamezia Terme che scrive, ma spero di essere la voce dell’intera comunità. La voce della confusione, dell’amarezza e della legalità. Ma soprattutto la voce dei cittadini. Di quei cittadini raggirati da promesse politiche che si dirigono verso interessi personali. Cittadini a cui non basta il sole e il mare – come si dice al nord – ma vogliono la concretezza, la responsabilità. Cittadini che non conoscevano il metodo della raccolta differenziata ma si sono impegnati affinché tutto avvenisse nel modo più efficace possibile. Cittadini che ora si vedono le strade ricoperte di spazzatura, di sporcizia senza fine. Cittadini a cui viene tolta uno dei beni primari della vita degli esseri umani, l’acqua.
Molti di noi non ha un lavoro stabile, un lavoro che possa garantire alla propria famiglia dignità e sicurezza, persone che vive di stenti. Al contempo vedere la propria città perdere valore, denigrata e distrutta dalla sporcizia e vestita di strade rovinate fa male e fa perdere le speranze per un futuro migliore. Noi che con tanti sforzi stiamo cercando di cambiare i propri pregiudizi nei confronti degli stranieri, diventando da oppositori amici stessi dei migranti. Noi che negli anni abbiamo maturato la consapevolezza che la scolarizzazione è fondamentale; questo non soltanto per alzare la cultura dei nostri cittadini ma per allontanare sempre di più dal nostro paese l’ignoranza che di conseguenza porta alla delinquenza.
Lamezia Terme ha tanta strada da fare, e ci sono tanti ostacoli da superare. Spesso ostacoli che vengono creati dai nostri rappresentati. Il più delle volte lametini. Si, sono proprio lametini, coloro che dovrebbero lottare per gli interessi del proprio paese, ma che spesso lottano e barano per raggiungere i propri scopi.
I lametini non conoscono i debiti del paese perché non è mai stato reso partecipe ma al contempo non può assumersene la responsabilità di quanto accade tra le mura del Comune.
Quanti rospi devono ingoiare ancora i lametini. La mafia, grande frattura delle nostre città meridionali, ci rappresenta. C’è chi la riconosce, chi la nasconde, chi collabora con essa, chi la combatte e c’è addirittura chi la vede invisibile. La mafia è omicidi, corruzione, estorsione o assenza di legalità. A tutto questo si va ad aggiungere tutto quello che stiamo vivendo in questi ultimi mesi. Ci hanno tolto improvvisamente l’acqua senza renderci partecipi del problema. «È così e basta, togliamo l’acqua il cittadino si adatta!».
È una lotta fra poveri, una lotta fra compaesani. Non basta collocare 5 poste sul territorio e poi il funzionario non è gentile e paziente. Non basta mettere statuette di legno per abbellire i prati e poi non pulire le strade.
Tutto questo non basta. Vogliamo inquinarci di benessere, di pulizia, di cordialità, di legalità. Vogliamo inquinarci di giustizia e responsabilità. Vogliamo inquinarci di diritti e doveri!

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