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Olivicoltura, la Calabria raddoppia la produzione dell'extra vergine

CATANZARO Aumenta la produzione di olio extra vergine di oliva italiano ma calano le sue quotazioni all’ingrosso e nell’export. È la fotografia per la campagna olearia 2017/2018, analizzata in occasi…

Pubblicato il: 28/02/2018 – 9:56
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Olivicoltura, la Calabria raddoppia la produzione dell'extra vergine
Olivicoltura, la Calabria raddoppia la produzione dell'extra vergine

CATANZARO Aumenta la produzione di olio extra vergine di oliva italiano ma calano le sue quotazioni all’ingrosso e nell’export. È la fotografia per la campagna olearia 2017/2018, analizzata in occasione dell’apertura della 12/esima edizione di Olio Capitale che si svolgerà dal 3 al 6 marzo alla Stazione Marittima di Trieste.
La produzione stimata nella campagna olearia 2017/18 ammonta a 370mila tonnellate, cioè il doppio della produzione della scorsa annata, ma di un dato ancora lontano dal potenziale produttivo di 500mila tonnellate che l’Italia può sviluppare.
A festeggiare è soprattutto il Sud dove Puglia, Calabria e Sicilia rappresentano l’80% e più della produzione nazionale, la Sicilia dovrebbe avere una produzione triplicata rispetto alla deludente annata. Bene anche la Calabria dove la produzione dovrebbe essere “solo” il doppio rispetto alla scorsa campagna. Segno positivo anche in Puglia dove la situazione appare più diversificata, con il Salento con meno olive del barese e del foggiano che hanno mostrato un ottimo carico produttivo. Situazione più difficile nel centro Italia, con flessioni spesso a due cifre, in Toscana, Lazio, Umbria e Marche. A colpire quest’anno non è stata la mosca, come è stato nel precedente “annus horribilis”, ma il caldo, manifestatosi soprattutto durante la fioritura. A livello internazionale situazione molto difficile in Spagna con una produzione di poco superiore al milione di tonnellate, in diminuzione del 15% rispetto all’anno precedente.
Incrementi piuttosto rilevanti si prevedono in Grecia (+44%) e in Turchia (+62%) per un volume che in entrambi i casi si stima a 280 mila tonnellate. In Tunisia la produzione dovrebbe essere di 220mila tonnellate, in aumento sensibile rispetto allo scorso anno, ma molto dipenderà dalle rese, che al momento sono superiori alla media degli ultimi anni.

QUOTAZIONI A RIBASSO In questo scenario tendenzialmente positivo per la nostra olivicoltura l’unica nota stonata è l’abbassamento delle quotazioni all’ingrosso dell’olio extra vergine di oliva italiano, passato, in poche settimane, da 5,5 euro/kg a 4,2 euro/kg, con prezzi che sono scesi anche sotto i 4 euro/kg a fine dicembre per recuperare poi a gennaio.
In Calabria le quotazioni di dicembre si sono attestate tra i 4 e i 4,4 euro al chilo mentre in Sicilia la forbice è più ampia e va dai 5 ai 6 euro al chilo. In generale le prime settimane del 2018 segnalano un aumento generalizzato delle quotazioni, anche se di pochi punti percentuali, portandosi a valori di 4,3-4,4 euro/kg sulla piazza di Bari. Situazione difficile anche sul fronte degli scambi commerciali con l’Italia che perde qualche posizione. I dati Istat sugli scambi italiani con l’estero nei primi nove mesi del 2017 confermano la battuta d’arresto piuttosto sensibile delle esportazioni a volume (-17%), accompagnata da una riduzione degli introiti meno che proporzionale (-4%) dovuta all’aumento dei listini. Le esportazioni italiane nei primi nove mesi dell’anno hanno subito riduzioni significative in tutti i principali Paesi clienti a partire dagli Stati Uniti (-11,4%), per passare alla Germania (-24,7%), Canada (-32%) e Belgio (-42,9%). Segnali positivi solo da Cina (+31,1%), Taiwan (+9,4%) e Brasile (+2,8%). Nel complesso l’Italia olivicolo-olearia ha perso 50 mila tonnellate di export.

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