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Marijuana dall’Albania, colpo alle cosche vibonesi: 21 arresti
CATANZARO Colpo alle ‘ndrine vibonesi. I militari della Guardia di Finanza del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, in collaborazione con il Servizio centrale investigazione crimin…
Pubblicato il: 01/03/2018 – 7:24
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CATANZARO Colpo alle ‘ndrine vibonesi. I militari della Guardia di Finanza del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, in collaborazione con il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico) di Roma, stanno eseguendo in tutta Italia l’arresto di venticinque soggetti, tra cui tre presunti capi cosca, ritenuti responsabili dell’importazione di circa 5 tonnellate di marijuana dall’Albania. Gli arrestati sono tutti membri delle cosche di Filadelfia, Stefanaconi e San Gregorio d’Ippona.
IN AFFARI CON I NARCOS Le ‘ndrine vibonesi sono entrate in affari con i narcos albanesi, che oggi possono essere considerati i più importanti produttori di marijuana d’Europa.
Le indagini hanno così permesso di disarticolare l’organizzazione basata dal patto tra le ‘ndrine Fiarè di San Gregorio d’Ippona, PItitto-Prostamo-Iannello di Mileto, Anello di Filadelfia e Franzè di Stefanaconi, tutte collegate alla cosca dei Mancuso. Tra gli elementi di spicco arrestati ci sono i capicosca Rocco Anello (classe ’61), di Filadelfia, Francesco Fiarè alias “Il dottore” (’80), di San Gregorio d’Ippona, e Giovanni Franzè (’62), di Stefanaconi, oltre ad altri elementi come Pasquale PItitto (’68), di Mileto, Antonio Prostamo (’89) e Domenico Mancuso (’75) di Limbadi.
Dei 25 arrestati 18 sono finiti in carcere, gli altri agli arresti domiciliari. L’operazione “Stammer 2-Melina” – che ha visto l’impegno di 150 finanzieri, con l’ausilio di unità Antiterrorismo, cinofile e aeronavali – è la prosecuzione dell’indagine che a gennaio 2017 ha colpito le cosche vibonesi impegnate nel business della cocaina e dimostra come i trafficanti calabresi abbiano investito ingenti capitali nel traffico di marijuana.
SCALZATI I BRINDISINI I clan calabresi erano assolutamente a loro agio nel contrattare con i potenti cartelli albanesi. L’importazione, in poco meno di tre mesi, di circa cinque tonnellate di marijuana, dimostra che sono stati in grado anche di saltare l’intermediazione delle compagini delinquenziali brindisine, storicamente “in affari” con i narcos di stanza nel Paese delle Aquile. Il sodalizio criminale calabrese, se in una prima fase sfruttava gli oramai collaudati rapporti, intessuti nel tempo, tra i trafficanti brindisini e i produttori albanesi, una volta reperiti i contatti e aver acquisito la fiducia dell’organizzazione albanese, riusciva, senza alcuna difficoltà, a scavalcare gli intermediari pugliesi per contrattare direttamente con i fornitori.
Secondo gli illeciti progetti, una volta raggiunte le coste pugliesi, i carichi di marijuana sarebbero stati divisi in più partite, pronte per essere cedute sulle molteplici “piazze” dislocate su gran parte del territorio italiano.
L’inchiesta diretta dalla Dda di Catanzaro ha consentito di identificare tutti i 46 soggetti coinvolti, alcuni dei quali già ristretti per fattispecie contestate nell’ambito dell’operazione “Stammer”, ognuno dei quali ricopriva un ruolo ben preciso: dai finanziatori ai mediatori, dai traduttori ai corrieri, da coloro che avevano il compito di monitorare l’uscita delle vedette della Guardia di Finanza ai personaggi incaricati di curare l’arrivo degli emissari dei narcos albanesi più volte giunti nel nostro Paese, fino ai soggetti demandati per lo stoccaggio e la successiva rivendita della marijuana.
10 MILIONI Nell’arco temporale agosto-ottobre 2016 sono stati eseguiti, nel mar Adriatico al largo delle coste brindisine, cinque interventi repressivi che hanno permesso di sequestrare in mare oltre 2770 kg di marijuana, ai quali si sommano ulteriori 90 kg sequestrati presso il porto di Ancona, di ricondurre due ulteriori importazioni di droga, rispettivamente pari a 1178 e 386 kg, oggetto di sequestro da parte della Guardia di Finanza di Brindisi, destinate ai clan calabresi e infine, grazie ad una mirata attività a posteriori, di ricostruire un’ulteriore transazione pari a 400 kg di marijuana che, giunta proprio presso il sedimento portuale di Ancona, raggiungeva la piazza di Milano, ove il sodalizio calabrese vantava eccellenti ramificazioni per l’immissione in commercio del narcotico.
Oltre alla sostanza stupefacente, venivano sottoposti a sequestro anche 2 potenti acquascooter, 4 velocissimi natanti ed un autoarticolato. Le suddette operazioni portavano contestualmente all’arresto in flagranza di 11 soggetti, grazie al contributo prestato dai Reparti della Guardia di Finanza su attivazione del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro. L’intera operazione ha, inoltre, permesso di infliggere all’organizzazione rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni. La droga complessivamente sequestrata, infatti, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato ai “grossisti” oltre 10 milioni di euro.
I NOMI DEGLI ARRESTATI
In carcere:
1. Rocco Anello (’61)
2. Mario Calesse (‘73)
3. Gianfranco Contestabile (‘68)
4. Francesco Fiarè (‘80)
5. Rosario Fioretti (‘47)
6. Giovanni Franzè (‘62)
7. Gerardo Filippo Gentile (‘55)
8. Domenico Mancuso (‘75)
9. Fabio Melacca (‘86)
10. Shefik Muho (‘84)
11. Gregorio Niglia (‘62)
12. Antonio Paladino (‘87)
13. Giovanni Pastorello (‘59)
14. Gianluca Pititto (‘96)
15. Rosario Riccioli (‘73)
Ai domiciliari:
16. Francesco Colangelo (‘71)
17. Leonardo Francesco Raffaele Florio (‘64)
18. Ippolito Andrea Fortuna (‘60)
19. Francesco Paladino (‘91)
20. Micheli Vincenzo Piperno (‘82)
21. Antonio Prostamo (‘89)
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