Omicidio Pagliuso, Marco Gallo continua a tacere
CATANZARO Non ha risposto al gip Marco Gallo, 32 anni, al quale sabato scorso è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di omicidio aggravato dalle modalità mafios…


CATANZARO Non ha risposto al gip Marco Gallo, 32 anni, al quale sabato scorso è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di omicidio aggravato dalle modalità mafiose. Gallo è accusato di essere il killer dell’avvocato Francesco Pagliuso, ucciso la sera del 9 agosto 2016 nel giardino della sua casa a Lamezia Terme. Lunedì, uno degli avvocati di Gallo, Teresa Bilotta, ha formalizzato la sua rinuncia alla difesa dell’indagato. L’indagato avrebbe giustificato il non rispondere al giudice per le indagini preliminari con il fatto che a seguito della rinuncia del difensore avrebbe dovuto parlare con il nuovo legale. Ad ogni modo è il terzo silenzio che l’indagato oppone a un interrogatorio di garanzia. Gallo è, infatti, accusato di essere il sicario di Gregorio Mezzatesta, dipendente delle Ferrovie della Calabria freddato in pieno centro a Catanzaro il 24 giugno 2017 e di Francesco Berlingeri, ucciso a Lamezia Terme il 19 gennaio 2017. Di recente la Dda di Catanzaro, che coordina le indagini condotte dai carabinieri, ha gravato del metodo mafioso anche l’omicidio Mezzatesta legato, secondo le accuse, all’assassinio dell’avvocato da una comune matrice: il desiderio di vendetta da parte del gruppo criminale ‘ndranghetista Scalise, operante nel territorio di Decollatura, zona montana del Lametino. Secondo la pista ricostruita dagli inquirenti, Gallo è intraneo al gruppo cosiddetto “della montagna” che avrebbe agito per vendicare la morte di Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo, vicini alla cosca, uccisi a gennaio del 2013 da Domenico e Giovanni Mezzatesta, padre e figlio, all’interno del “bar del Reventino” di proprietà della compagna di Luciano Scalise, figlio di Pino Scalise e fratello di Daniele, ucciso a sua volta luglio del 2014. Gli Scalise, stando alle ricostruzioni degli inquirenti, avrebbero ordito l’agguato contro l’avvocato ritenendo che avesse aiutato Domenico Mezzatesta, fratello del defunto Gregorio, nella sua lunga latitanza subito dopo l’omicidio. Gli animi si sarebbero ulteriormente esacerbati dopo la sentenza della Corte di cassazione che aveva annullato con rinvio gli ergastoli di Domenico e Giovanni Mezzatesta, condannati in primo grado per l’omicidio di Francesco Iannazzo e Giovanni Vescio. La Suprema Corte aveva escluso dalle aggravanti la premeditazione alleggerendo il carico accusatorio nei confronti dei due imputati. Una vittoria per la difesa dei Mezzatesta, rappresentata dall’avvocato Pagliuso. Un vittoria che si sarebbe trasformata in una sentenza di morte.
ale. tru.