Cutrese scompare nel nulla a Parma, l'appello del figlio
Dal 2 marzo non si hanno più notizie di Luigi Frontera, imprenditore agricolo di 62 anni originario di Cutro, che quel giorno si trovava a Parma, a casa del figlio Raffaele. L’uomo venerdì mattina al…


Dal 2 marzo non si hanno più notizie di Luigi Frontera, imprenditore agricolo di 62 anni originario di Cutro, che quel giorno si trovava a Parma, a casa del figlio Raffaele. L’uomo venerdì mattina alle 11 si sarebbe dovuto recare all’Ospedale Maggiore per una visita medica conclusiva dopo una lunga cura radio-chemioterapica per debellare un tumore alle corde vocali. «Nell’ultima settimana però – dice il figlio Raffaele ai microfoni de L’altroCorriere Tv – nonostante avesse reagito bene fino a quel momento, pare si sentisse un po’ demoralizzato e nervoso a causa (come già anticipato dai medici) degli effetti collaterali della terapia: un’ustione di 2° grado al collo provocata dalle radiazioni. Credo – continua Raffaele – che la benda vistosa che è costretto ad indossare e a sostituire spesso, lo faccia sentire piuttosto turbato».
Luigi era terrorizzato, ci dice il figlio, dall’eventualità che il tumore potesse andare in metastasi. Cosa alquanto improbabile, vista la terapia, così come confermato dall’oncologa che seguiva il suo trattamento. In quei giorni Luigi avrebbe anche potuto rimuovere il PICC (catetere venoso centrale al braccio) che si portava dietro e sarebbe potuto ritornare a casa, a Cutro, in attesa delle nuove visite di controllo previste per i prossimi mesi.
Ma cosa è successo esattamente quel 2 marzo? Raffaele racconta che quella mattina il padre non aveva voglia di recarsi in ospedale. Ha tentennato per diverso tempo, fino a quando, intorno alle 10,30, ha indossato il suo giubbino beige, jeans e maglioncino blu, ed è uscito di casa, senza il referto medico che doveva portare con sé, senza cellulare e con pochi spiccioli in tasca, approfittando della distrazione di sua moglie che in quel momento si trovava in bagno e avrebbe dovuto accompagnarlo in ospedale. Poi, di Luigi Frontera, più nessuna traccia.
«Lo abbiamo cercato ovunque sin dai primi minuti – dice Raffaele – e non trovandolo abbiamo pensato che si sia potuto allontanare in seguito ad un momento di fragilità. Ma i giorni passano e mio padre non si è ancora fatto vivo». «Gli inquirenti – continua il figlio – a cui io denunciavo la sua scomparsa alle ore 15 di venerdì 2 marzo, hanno semplicemente segnalato la cosa alle pattuglie della zona, sottovalutando il momento di debolezza psicologica in cui si trovava mio padre e non considerando che in quelle condizioni, avrebbe potuto compiere anche un gesto estremo». «Chi ci ha aiutato sin da subito nelle ricerche è stato il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, con annunci e appelli anche sul suo profilo Facebook. Grazie a lui, sono riuscito ad attirare l’attenzione dei cittadini e di chi potrebbe averlo visto nelle ore successive alla scomparsa».
«Tra le centinaia di segnalazioni che ho ricevuto – dice Raffaele – quella più attendibile è quella che colloca mio padre alle 14.30 del 2 marzo nelle vicinanze dell’Ospedale Maggiore. Lo riconosco, grazie ai dettagli forniti da questa persona, nella descrizione. Purtroppo però, le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, si sovrascrivono trascorse le 24 ore».
«Non sappiamo da dove iniziare – conclude il figlio di Luigi – credo, visto il suo stato depressivo, si sia potuto rifugiare da qualche parte, e temo possa essere successo qualcosa di grave. Chiunque abbia informazioni, contatti me o le forze di polizia. Aiutatemi a riportarlo a casa».