Maxi confisca all'imprenditore Rutigliano
LAMEZIA TERME Non un mero evasore fiscale occasionale ma una personalità che si dedica a tale attività «in maniera continua e ripetuta», tanto da rappresentare questo illecito «un vero e proprio stil…


LAMEZIA TERME Non un mero evasore fiscale occasionale ma una personalità che si dedica a tale attività «in maniera continua e ripetuta», tanto da rappresentare questo illecito «un vero e proprio stile di vita, dei cui proventi egli si serve per vivere». È questo il profilo che gli inquirenti tracciano di Michele Rutigliano, 61 anni, nei confronti del quale la Guardia di finanza di Lamezia Terme, su richiesta della locale Procura, ha dato esecuzione al sequestro e alla contestuale confisca di beni mobili, immobili e quote societarie. Il provvedimento è stato emesso dalla seconda sezione penale del Tribunale di Catanzaro, collegio presieduto da Giuseppe Valea.
L’imprenditore, per nascondere la la reale disponibilità dei beni in suo possesso si sarebbe avvalso di tre familiari quali “prestanome”. Dagli accertamenti, infatti, risulta, scrivono i giudici che Rutigliano è proprietario di alcuni vecchi autoveicoli, dal valore irrisorio e di quote societarie della Rcs di Rutigliano Michele a C. sas (già sottoposte a sequestro preventivo il 27 ottobre 2008 da altra autorità giudiziaria)».
LE ATTIVITÀ DELLA MOGLIE Tra i prestanome vi sarebbe la moglie Lina Catanzaro con la quale nel 1990 avrebbero optato per il regime di separazione dei beni. Successivamente alla modifica del regime patrimoniale dei coniugi la signora Catanzaro risulta proprietaria di terreni e fabbricati nei comuni di Terlizzi e Curinga (acquistati tra il 2004 e il 2012) per un valore di oltre 700mila euro. L’attività della donna è quella di gestire una ditta individuale di colture olivicole. Dagli accertamenti sarebbe emerso che Catanzaro ha effettuato spese e investimenti aziendali «per un ammontare molto maggiore rispetto al volume d’affari realizzato nel periodo 1999-2013, facendo emergere uno squilibrio tra le entrate e le uscite» per oltre 2 milioni di euro. Nonostante ciò è stato rilevato come la donna abbia, in tali circostanze, «acquistato fabbricati e terreni per un prezzo non giustificato dalle fonti di reddito dichiarate».
I REDDITI NON DICHIARATI DEL FIGLIO Ad essere passati al vaglio degli inquirenti vi sono anche i redditi dei familiari conviventi come Domenico Rutigliano che dal 2008 al 2011 ha dichiarato esclusivamente redditi agrari mentre negli anni 2012-2013 ha dichiarato redditi di lavoro dipendente per un totale complessivo di 58,033,58 euro «non emergendo elementi reddituali rilevanti dalle attività economiche delle società dallo stesso partecipate, risultate cessate o in perdita». Per quanto riguarda un altro familiare convivente, Erica Francesca Rutigliano, questa è risultata proprietaria di terreni, automezzi, fabbricati e partecipazioni in società pur non dichiarando alcun reddito tra il 1999 e il 2013. Il patrimonio nella sua disponibilità risulta essere stato acquisito interamente nel 2010, periodo precedente all’attività esercitata per la C&R service sas della quale è stata legale rappresentante dal 10 maggio al 30 settembre 2011, data di cessazione dell’attività. Nel corso delle indagini le parti hanno depositato memorie e documentazioni per dimostrare l’insussistenza della sproporzione tra i redditi dichiarati e le attività svolte. Alla documentazione sono stati allegati contributi, aiuti comunitari, finanziamenti e altro. Tra le carte appare anche la presenza di significativi redditi maturati dal figlio di Michele Rutigliano, Gioacchino. Redditi non dichiarati al fisco che l’agenzia delle entrate, ufficio controlli di Catanzaro, accertato per un importo pari a 2.600.000 euro. Il figlio ha convissuto nella casa paterna fino al 2009. Le Fiamme gialle hanno accertato che nel periodo in cui faceva parte del nucleo familiare Gioacchino Rutigliano ha dichiarato redditi per 109.433,00 euro interamente provenienti da lavoro dipendente ed erogati da Rcs di Rutigliano Michele & C sas dal 2003 al 2009. Inoltre il giovane è stato socio della sas da luglio 2004 ad agosto 2010 con quota pari al 60% del capitale sociale.
Visti gli esiti degli accertamenti, il Tribunale di Catanzaro ha ritenuto di dovere accogliere la richiesta della Procura di Lamezia Terme di sequestro e contestuale confisca di beni mobili, immobili e quote societarie nei confronti di Michele Rutigliano.
I PRECEDENTI PENALI L’imprenditore risulta avere precedenti penali per illeciti di natura fiscale, come reati di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, dichiarazione infedele, omesso versamento Iva.
ale.tru.