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La settimana dei nuovi parlamentari, tra ritardi e seggi contesi

Si apre la settimana della verità per i nuovi eletti, che attendono la proclamazione ufficiale e l’ingresso a Montecitorio e a Palazzo Madama. Un iter che, però, complice il Rosatellum, sconta ritard…

Pubblicato il: 18/03/2018 – 19:08
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La settimana dei nuovi parlamentari, tra ritardi e seggi contesi

Si apre la settimana della verità per i nuovi eletti, che attendono la proclamazione ufficiale e l’ingresso a Montecitorio e a Palazzo Madama. Un iter che, però, complice il Rosatellum, sconta ritardi e potrebbe avere una coda di ricorsi. Stando a quanto riferisce l’Ansa, infatti, basta un giro di telefonate tra gli eletti per capire che, a due settimane dal voto, in molti non hanno ancora ricevuto una comunicazione ufficiale dagli uffici elettorali presso le Corti d’appello che appunti loro la “stelletta” di neo senatore o neo deputato. Intanto tiene banco il caso del seggio calabrese attribuito a Fausto Orsomarso (Fratelli d’Italia) a scapito di Maria Tripodi (Forza Italia). A sostegno di quest’ultima è sceso in campo lo stato maggiore berlusconiano, con in testa Renato Brunetta e Maurizio Gasparri, parlando di «gravissime anomalie» (potete leggerlo qui), mentre la causa dei meloniani è sostenuta dalle dichiarazioni della neo eletta Wanda Ferro.

LE PROSSIME TAPPE La questione si scioglierà nelle prossime ore, anche perché lunedì parte la registrazione dei nuovi eletti con dati anagrafici, foto e firma; e venerdì 23 marzo ci sarà la prima seduta dei due rami del Parlamento per la costituzione dell’ufficio di presidenza e della giunta delle elezioni provvisori e per l’avvio delle votazioni sui presidenti.

«COLPA DEL ROSATELLUM» «Con la vecchia legge elettorale – afferma Vito Crimi del M5S – già 5 giorni fa vi sarebbe stata certezza dei conteggi e delle proclamazioni. Il Rosatellum, con le sue tante novità, ha rallentato i meccanismi» appesantendo il lavoro delle Corti d’appello che «hanno dovuto anche sospendere delle udienze».
Se sull’uninominale il risultato è pacifico – ha vinto chi ha preso più voti – il segmento critico è quello della quota proporzionale dove la suddivisione dei voti non è perfetta e bisogna tener conto dei resti, in base ai quali seggi eccedenti possono essere redistribuiti, e non necessariamente nell’ambito dello stesso collegio. Alla Camera, dove la suddivisione è su base nazionale, il Rosatellum prevede un meccanismo di compensazione che permette di pescare eletti da altri collegi. Al Senato, suddivisione su base regionale, la legge non offre sponde.

GLI ALTRI SEGGI CONTESI Ricorsi annunciati anche per un seggio senatoriale in Campania rivendicato da Giosy Romano, sempre di Fi. «Il successo è l’eccezione», «ma io volevo vincere», scrive su Facebook Luca De Carlo, il sindaco di Calalzo (Belluno) che pensava di avercela fatta con Fdi e invece al riconteggio si è visto escluso. Situazioni contese anche quelle di Paola Bragantini, Pd, a Torino, o di Peppe De Cristofari di Leu, in Campania. Così come resta aperto il caso del seggio siciliano al Senato per i Cinquestelle, che però hanno vinto “troppo” e hanno esaurito l’elenco dei loro candidati. Tutto lavoro per la giunta per le elezioni. O per i Tar.

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