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CAMALEONTE | Il club dei prestanome: tre arresti e 14 indagati – NOMI

PAOLA Tre arresti, 14 società sequestrate, sigilli a beni e disponibilità finanziarie per 3 milioni di euro. E un’accusa pesante che grava su 17 persone: associazione a delinquere al fine di commette…

Pubblicato il: 22/03/2018 – 11:53
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CAMALEONTE | Il club dei prestanome: tre arresti e 14 indagati - NOMI

PAOLA Tre arresti, 14 società sequestrate, sigilli a beni e disponibilità finanziarie per 3 milioni di euro. E un’accusa pesante che grava su 17 persone: associazione a delinquere al fine di commettere reati contro il patrimonio. Quello messo nel mirino dalla Procura di Paola, guidata dal procuratore Pierpaolo Bruni, è un reticolo di imprese capeggiato da Agostino Iacovo, già noto alle forze dell’ordine. Era lui che attribuiva fittiziamente la titolarità di società e aziende per eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali, per evadere imposte, tasse e contributi e truffare soggetti terzi anche attraverso l’autoriciclaggio. Sono queste le accuse contenute nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Rosamaria Mesiti su richiesta di Bruni e della pm Teresa Valeria Grieco. Iacovo, ritenuto l’effettivo titolare dei beni e delle attività ed era già destinatario di una precedente misura restrittiva, è stato incarcerato. Due suoi “soci” e prestanome, considerati stretti partecipi e organizzatori dell’associazione criminale, che curavano i rapporti tra i diversi soggetti coinvolti, quelli bancari e la contabilità delle aziende, sono stati posti agli arresti domiciliari.

PRIMO STEP La storia dell’operazione “Camaleonte” racconta un avanzamento per step. Il 3 marzo, infatti, erano stati eseguiti tre arresti (uno in carcere e due ai domiciliari) assieme all’applicazione dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altri 11 indagati, sempre per intestazione fittizia di aziende, e anche il sequestro preventivo di 12 società, complessi aziendali, beni e disponibilità finanziarie per oltre 2 milioni di euro. Era solo la prima fase dell’inchiesta.

IL MECCANISMO E L’AUTORICICLAGGIO La seconda ha svelato in maniera compiuta il presunto meccanismo fraudolento messo in atto da Iacovo e soci. L’effettivo titolare delle società, per evitare il sequestro dei beni acquisiti illecitamente, “scherma” l’investimento patrimoniale e ne attribuisce la titolarità a un prestanome. È così che diventa socio occulto della società mentre imprenditori “fittizi” si intestano i beni per evitarne il sequestro e la confisca. Non è tutto: il secondo step dell’inchiesta ha infatti permesso di evidenziare presunte condotte di autoriciclaggio, commesse – secondo l’accusa – da due delle persone arrestate, per importi superiori a 100mila euro. Questa somma sarebbe stata autoriciclata, attraverso una serie di movimentazione finanziaria confluite nei conti correnti di altre società, sempre intestate a prestanome ma in realtà di proprietà del solito Iacovo. È seguendo questo flusso di denaro che sono state sequestrate, su disposizione del gip: le quote di due società (e i complessi aziendali, i beni mobili e immobili, autovetture e disponibilità finanziari) e i beni riconducibili alle persone indagate, il tutto per un valore complessivo di circa un milione di euro.

IL “SISTEMA IACOVO” Le indagini della guardia di finanza hanno consentito di portare allo scoperto una rete di 14 imprese attive nei settori di supermercati, abbigliamento e pubblicità, tutte riconducibili al “dominus” Iacovo e tutte intestate a suoi parenti, amici o ex dipendenti.
Anche nel caso di queste attività, il sistema non era improntato a una buona gestione. Venivano avviate e operavano di fatto per uno o due anni, durante i quali però contraevano ingenti debiti nei confronti di fornitori e dell’Erario, per poi essere abbandonate, poste in liquidazione o dichiarate fallite. A quel punto i complessi aziendali venivano ceduti a nuove ditte, sempre riconducibili, attraverso i prestanome, al titolare effettivo. Il tutto ha permesso di generare un notevole flusso di denaro utile a finanziare la catena delle attività e condizionare il tessuto finanziario, economico e produttivo. Tutto illecito, secondo la Procura.

LE MISURE CAUTELARI L’arresto in carcere è stato disposto per Agostino Iacovo (40 anni, di Cetraro). Arresti domiciliari per Salvatore Sciammarella (62 anni di Paola) e Adele Nutino (44 anni, di Cetraro). Sono indagati Gigliola Iacovo (45 anni, di Cetraro), Salvatore Marasco (62 anni, di Limbadi), Angelina Sciammarella (33 anni, di Paola), Enzo Buono (47 anni, di Belvedere Marittimo), Alessandra Rogato (42 anni, di Belvedere Marittimo), Anna Gravina (39 anni, di Paola), Michele Russo (43 anni, di Belvedere Marittimo), Isabella Molinaro Novello (37 anni, di Paola), Francesca Gagliardi (30 anni, di Paola), Gina Andreoli (72 anni, di Cetraro), Gina Liguori (68 anni, di Carolei), Carmelina Carrozzino (43 anni, di Belvedere Marittimo).

mi. pr.

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