CAMALEONTE | La pubblicità è l’anima della truffa
COSENZA Agostino Iacovo è uno e trino. Dall’inchiesta condotta dalla guardia di finanza e coordinata dalla procura di Paola (qui la notizia) il cetrarese, coadiuvato da Salvatore Sciammarella e Adele…

COSENZA Agostino Iacovo è uno e trino. Dall’inchiesta condotta dalla guardia di finanza e coordinata dalla procura di Paola (qui la notizia) il cetrarese, coadiuvato da Salvatore Sciammarella e Adele Nutino, sarebbe riuscito nell’organizzare un’associazione a delinquere al solo scopo di autoriciclare denaro e percepire in modo illecito degli utili. Attività che cambiano denominazione, nome e amministratore nel giro di qualche anno. Si adattano al mercato come farebbe un “camaleonte”, da cui il nome dell’operazione, comunicando ai clienti con semplici mail il solo cambio del conto corrente bancario sul quale indirizzare i pagamenti. «Attività illecita di natura seriale programmata e protratta dal 2010 da una pluralità di soggetti consapevolmente coordinati in una rete di rapporti economici e di collaborazione al cui centro c’è Agostino Iacovo». È scritto tra i fogli dell’ordinanza. «Salvatore Sciammarella e Adele Nutino hanno fornito un contributo stabile all’associazione offrendosi quali soggetti di riferimento dello Iacovo – prosegue l’osservazione –, come tali all’occorrenza disponibili, in qualità di prestanome per la realizzazione delle intestazioni fittizie e delle operazioni economiche rese via via necessarie per l’attuazione del programma criminoso».
LA PUBBLICITÀ Al centro del sistema architettato da Agostino Iacovo c’era la pubblicità. Attività di marketing ma soprattutto gli spazi pubblicitari nelle città, tirreniche prima, dell’area urbana di Cosenza poi. E nel tessere i rapporti nel mondo della pubblicità Iacovo strizzò l’occhio a Domenico Maduli, patron della Publiemme. Francesco Brogna ex dipendente del gruppo vibonese, riferisce alle fiamme gialle: «Maduli mi disse in riferimento ad Agostino Iacovo che con i mafiosi non voleva avere nulla a che fare». Nel frattempo il dipendente della Publiemme interrompe i rapporti di lavoro. «Ho saputo tempo dopo che Publidei srl e MediaPlan srls (società pubblicitarie di Iacovo) iniziarono un rapporto collaborativo diretto con la Publiemme. La nuova società costituita la Media Plan srls era intestata alla signora Nutino (oggi ai domiciliari), questo perché da un punto di vista pratico sarebbe stato più facile avere dei rapporti diretti con Domenico Maduli».
DA PAOLA A RENDE E i rapporti, secondo quanto riferito ancora da Brogna, avrebbero permesso di fare il cambio di residenza della società. «Prima dell’estate del 2016 – dice Francesco Brogna alla guardia di finanza –, vengo a conoscenza dallo stesso Agostino Iacovo, che le sue società di pubblicità si sarebbero trasferite a Rende presso i vecchi uffici che erano dalla Publiemme. Da colloqui avuti con Iacovo ho capito che quest’ultimo acquistava gli spazi pubblicitari presso il comune di Cosenza e li rivendeva a Maduli, nello specifico la Publiemme». Il trasferimento, emerge dalle indagini, avrebbe fatto fruttare circa 1 milione di euro ad Agostino Iacovo. Gli inquirenti annotano tre motivi. Accordi contrattuali da utilizzare per affissioni acquisti della Publiemme. Locali che evidenziano continuità commerciale e poi l’ampio risalto dato dal sito web della Publiemme che indica la sede di Rende di Publidei come propria estensione nella provincia bruzia. In questo arco di tempo Iacovo reinventa la Publidei srl chiamandola con lo stesso nome e modificandone le coordinate bancarie. Cambia la sede, ma non gli affari e questo per il giudice delle indagini preliminari «delinea la continuità senza soluzione fra le due società Publidei e Publidei».
DA ATTACCHINO A MANAGER «Sei tu il nuovo ragazzo?» così ha esordito Agostino Iacovo nel vedere Giuseppe Pisani. Lui da lì a qualche tempo sarebbe diventato il titolare della Pubblidei srls (una sola “b” in più rispetto alle precedenti). Ad individuare Pisani come nuovo amministratore è Sciammarella che da deus ex machina nell’arco di poco tempo organizza tutto: notaio, conto corrente bancario e delega sul conto. «Siamo andati da un commercialista che con il mio assenso ha stabilito il nome della nuova società che doveva essere a me riconducibile – dice Pisani agli inquirenti –. Si tratta della Pubblidei srls e anche la sede della società è stata stabilita da Sciammarella, io non ero neanche a conoscenza dell’indirizzo. Alla banca popolare di Reggio Emilia di Rende ho aperto un conto corrente e per gestirlo ho fatto una delega per Salvatore Sciammarella». Di come poi effettivamente andasse la società Pisani riferisce di non essersi mai preoccupato. «Per quanto mi riguarda la società non ha mai lavorato, dopo la costituzione io ho continuato a lavorare come attacchino, avendo ottenuto un lavoro fuori regione chiesi a Salvatore Sciammarella di continuare nell’attività».
I DENTI CURATI CON I SOLDI DELLA SOCIETÀ MediaPlan nasce con capitale sociale di 1 euro. Sottoscritto dalla sola Adele Nutino, solo dopo la costituzione si fece un aumento di capitale sociale di 9mila 999euro. Nonostante l’intestazione però al termine delle indagini è emerso come di fatto la società fosse gestita da Agostino Iacovo «Il quale – è riportato nell’ordinanza – al fine di eludere le disposizioni in misure di prevenzione patrimoniali l’ha fittiziamente intestata alla Nutino. Quest’ultima non aveva nessuna solidità reddituale e non ha dichiarato alcun reddito nel periodo successivo al 2010 e vista questa situazione la stessa non poteva effettuare gli investimenti effettivamente fatti nella costituzione della nuova società». Dalle indagini condotte dalle fiamme gialle verrebbe a galla come Adele Nutino abbia acquistato un immobile dalla Publidei srl in liquidazione pagato direttamente con fondi rivenuti dalla società MediaPlan srl nonostante la società non potesse provvedere al pagamento dell’immobile. E tra i tanti movimenti salta all’occhio il dentista presso il quale Iacovo aveva in cura suo figlio. «L’assegno in questione l’ho ricevuto da Agostino Iacovo – spiega il medico – in conto pagamento di cure ortodontiche effettuate presso il mio studio dentistico a favore del figlio Dino». Questo per il giudice conferma come Iacovo abbia utilizzato la MediaPlan a suo piacimento sfruttando il patrimonio come meglio ritenesse opportuno.
Michele Presta
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