Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 22:32
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

Oliverio compatta le truppe e blinda la sua ricandidatura

CATANZARO Li ha convinti tutti o quasi. Li ha sedotti e ne ha riconquistato il consenso dopo mesi di incomprensioni e di mal di pancia. Soprattutto: ha stretto un nuovo patto con tutto il centrosinis…

Pubblicato il: 22/03/2018 – 19:38
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Mario Oliverio in consiglio regionale

CATANZARO Li ha convinti tutti o quasi. Li ha sedotti e ne ha riconquistato il consenso dopo mesi di incomprensioni e di mal di pancia. Soprattutto: ha stretto un nuovo patto con tutto il centrosinistra “istituzionale”. Un patto da onorare da qui alla fine della legislatura.
Il vertice di maggioranza convocato alla Cittadella ha un vincitore assoluto: il governatore, Mario Oliverio. Al termine della riunione, durata più di 5 ore, i consiglieri regionali – anche quelli notoriamente più critici rispetto all’operato della sua giunta – sembrano positivamente stupiti rispetto alla nuova road map proposta dal presidente. Che ha fatto nuovamente breccia nel cuore della sua maggioranza con una ammissione, pronunciata all’inizio dei lavori: «Avete ragione, il voto del 4 marzo ha dimostrato che le cose non vanno bene ed è necessario un cambio di passo». Un mea culpa che, come per magia, ha smontato i propositi più bellicosi dei dissidenti, ora riacquistati alla causa oliveriana.

LA GIUNTA Il governatore non si è nascosto, ha anzi detto con chiarezza quali sono le sue intenzioni da qui al prossimo futuro. A partire dal rimpasto di giunta, che dovrebbe avvenire tra pochi giorni. Il nuovo esecutivo, come già annunciato nel corso della riunione con i capigruppo a Rende, non contemplerà la presenza di consiglieri regionali. Aprire le porte agli eletti, a 20 mesi dalle regionali, rischierebbe infatti di creare «problemi interni» difficilmente ricomponibili. Oliverio ha però assicurato che della nuova giunta, oltre a qualche assessore uscente, faranno parte personalità di «alto profilo» non riconducibili ad alcuno dei consiglieri in carica. Contrariamente alle attese, la proposta del governatore ha ottenuto il via libera da tutti i rappresentanti di Palazzo Campanella. L’unico ad abbozzare una qualche protesta, seppur timida, è stato Vincenzo Ciconte, che ha tentato di ribadire la necessità di una «traduzione politica» rispetto alla composizione dell’esecutivo. La sollecitazione è però caduta nel vuoto.

«MI RICANDIDO» Oliverio ha anche espresso la volontà di ricandidarsi nel 2019, ma a condizioni precise: «Sono disponibile, ma questa maggioranza deve essere d’accordo e, soprattutto, mi deve mettere nelle condizioni di affrontare la sfida». Anche in questo caso, nessuna voce discordante, anzi. L’endorsement più efficace ha portato la firma del presidente del Consiglio, Nicola Irto, convinto della necessità di un Oliverio bis: «Se non ti fossi proposto tu – ha detto rivolto al governatore –, sarei stato io a chiederti di ricandidarti: se siamo qui è perché noi crediamo in questo progetto politico».

NUOVI APPUNTAMENTI Ma è sul nuovo protagonismo che il consiglio regionale dovrà avere che Oliverio ha convinto anche i più riluttanti. D’ora in poi, questo il ragionamento del presidente, ci sarà un atteggiamento diverso da parte della giunta e cambierà il rapporto tra la burocrazia e Palazzo Campanella, con gli eletti che dovranno tornare a essere un punto di riferimento imprescindibile.
«Oliverio – commenta a caldo un consigliere – ha preso un impegno e stretto un patto con noi. È giusto dargli fiducia. Ma se quel patto dovesse rompersi allora sarà davvero finita». «Mario – aggiunge un altro con soddisfazione – si è stufato dei soliti suggeritori esterni e ha deciso di riconoscere il ruolo dei consiglieri».
Il governatore, per dare corpo ai suoi propositi, ha anche assicurato che saranno calendarizzate altre riunioni di maggioranza come quella di oggi e che si terrà un altro vertice a cui prenderanno parte i consiglieri e i burocrati della Regione, al fine di “imporre” il nuovo patto anche ai grand commis più refrattari alle indicazioni politiche.

COLLEGIALITÀ Un impegno che ha contribuito a placare i malumori di Giuseppe Aieta, finora uno dei più acerrimi “nemici” della burocrazia calabrese. E infatti, nel corso del suo intervento, l’ex sindaco di Cetraro ha letto un elenco di tutti i bandi regionali ancora fermi e ha chiesto a chiare lettere l’«azzeramento del dipartimento Lavoro». Non è dato sapere se il nuovo corso si spingerà fino a questo punto. Certo è che Oliverio ha condiviso in toto le preoccupazioni dei suoi consiglieri rispetto all’azione dei dirigenti.
Tant’è che anche nella nota ufficiale, diffusa al termine della riunione, si sottolinea il clima ecumenico che ha caratterizzato tutto l’incontro. È insomma emersa «una forte condivisione» dei temi trattati. Ora si apre quindi una fase «in cui si tratta di capitalizzare il grande lavoro fatto in questi anni». Tutti i consiglieri hanno inoltre «manifestato la volontà di intraprendere con determinazione e con impegno sempre maggiore le iniziative legislative volte a tradurre in provvedimenti i bisogni e le domande dei territori». La «collegialità», inoltre, sarà il nuovo «metodo di lavoro» che verrà associato al nuovo mandato di Oliverio, a cui toccherà «assumere tutte le decisioni, sulla rimodulazione della giunta e della struttura burocratica regionale, ritenute all’altezza di essere funzionali alla Calabria e ai calabresi».

QUALCHE TENSIONE Clima disteso, dunque. A parte un piccolo episodio di tensione che ha riguardato Giuseppe Giudiceandrea e Domenico Bevacqua, con il primo che ha accusato il secondo di «essersi nascosto in casa» in occasione dell’ultima campagna elettorale. Pronto la replica del presidente della commissione Ambiente: «Falso, ho organizzato molte iniziative per supportare il partito». Ma, a parte questo piccolo screzio, il vertice è filato via liscio senza incomprensioni di sorta. D’altronde, il consigliere che più poteva dare fastidio a Oliverio, Carlo Guccione, non era presente in quanto non più ritenuto membro della maggioranza.

LA RISPOSTA Il consigliere pd più votato, in compenso, continua a lanciare dardi avvelenati. I Dems, la corrente che fa capo ad Andrea Orlando e di cui fa parte lo stesso Guccione, hanno organizzato per il 29 marzo, a Rende, una giornata di riflessione «per confrontarci sulle ragioni della disfatta elettorale e avviare un nuovo percorso necessario a mettere in campo un progetto delle forze della sinistra e democratiche». Oliverio, dal canto suo, un progetto l’ha già avviato. E stavolta sembra avere tutto il centrosinistra dalla sua parte.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

x

x