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IN PRIMO PIANO | La ricetta di Alecci per i mali di Lamezia

LAMEZIA TERME Cinque giorni («dalle 8 alle 20») a settimana in municipio. E anche nei restanti, dedicati alla propria famiglia, per Francesco Alecci, commissario straordinario del Comune di Lamezia T…

Pubblicato il: 23/03/2018 – 7:30
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IN PRIMO PIANO | La ricetta di Alecci per i mali di Lamezia

LAMEZIA TERME Cinque giorni («dalle 8 alle 20») a settimana in municipio. E anche nei restanti, dedicati alla propria famiglia, per Francesco Alecci, commissario straordinario del Comune di Lamezia Terme, non è facile dimenticare l’impegno per quella che da quattro mesi è diventata (e lo sarà per i prossimi quattordici) la sua “casa”.
Militare della Guardia di finanza e poi funzionario del ministero dell’Interno – con sedici anni di esperienza da prefetto – Alecci è innanzitutto un uomo di Stato. Il suo ruolo non gli consente di avere i «canali di collegamento con la comunità che appartengono a sindaci, assessori, consiglieri comunali». E lo ha obbligato a «formarsi una conoscenza accelerata delle cose». Eppure ha ben chiara la situazione, e la affronta con piglio – quasi – da medico. Passando dal generale («le patologie che hanno afferito il provvedimento di scioglimento del consiglio comunale per dissolversi hanno bisogno di un periodo lungo. E bisogna ricomporre le fisiologie perché il Comune funzioni bene e si possa tornare al voto») al particolare. Non nasconde nulla Alecci: «Ho constatato grandi difficoltà nella macchina amministrativa e tecnica del Comune». Sente di poter affrontare una materia complessa con le mani libere («non sono condizionato da alcun rapporto di parentela e non avevo mai messo piede in 67 anni in questo territorio comunale») e sa anche che «le risorse umane, dai dirigenti ai funzionari agli impiegati, sono il patrimonio più forte di cui posso disporre». È un patrimonio un po’ sbilanciato: «Abbiamo 306 dipendenti ma solo 3 dirigenti e questo non va bene: nella macrostruttura che individua le singole componenti ci sono 12 strutture dirigenziali e ciascuno deve sussumere competenze plurime».

SENZA AGIBILITÀ Una burocrazia che funzioni è tra gli obiettivi da centrare. Ed è proprio burocratico uno dei nodi emersi nelle prime settimane della gestione commissariale. La chiusura degli impianti sportivi ha trascinato Alecci in una polemica che avrebbe volentieri evitato: «Tutto pensavo meno che le varie componenti cittadine reagissero così. Questa vicenda non sarebbe emersa in questi termini se il 21 dicembre la dirigente competente non avesse richiamato la mia attenzione su una serie di diffide del comandante provinciale dei vigili del fuoco di Catanzaro ricordando le diffide rivolte all’allora sindaco di Lamezia Terme (Paolo Mascaro, ndr) circa la continuazione dell’utilizzo del Palazzetto dello sport con l’accesso, atteso che la struttura non aveva ottenuto il certificato antincendio e la certificazione di agibilità complessiva». Non era una novità assoluta. Le lettere riproponevano «la stessa diffida già sollecitata al sindaco il 7 marzo ricordando le responsabilità penali derivanti dal mantenerlo in esercizio». Alecci non aveva altra scelta se non chiudere al pubblico le strutture inagibili. E a Lamezia, terza città della Calabria, si fa prima a dire quante sono a posto con i permessi: quattro su 103. Un numero che certifica un ritardo amministrativo mostruoso, anch’esso eredità del passato.
LA SACAL Il commissario straordinario si è trovato davanti un altro dossier delicato: Sacal. E spiega nell’intervista che andrà in onda questa sera alle 20 su L’altroCorriere Tv (canale 211 del digitale terrestre) che il legame della città con la società che governa gli aeroporti calabresi «è inscindibile. Lamezia non ha la maggioranza, ma abbiamo una quota rilevante. Quando siamo arrivati (nel novembre 2017, ndr) il primo provvedimento che ci è stato chiesto è stata una variazione di bilancio in limine, perché era stata stabilita la partecipazione all’aumento di capitale deciso nell’anno 2016 ma stranamente, nelle vicende contabili interne, si era dimenticato di appostare questa somma. Fortunatamente siamo riusciti a dare l’aumento di 860mila euro per mantenere inalterata la nostra quota».
MULTISERVIZI Le partecipate sono uno dei tasti dolenti della città il cui consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni mafiose per la terza volta. E la Multiservizi è la rappresentazione di una parte dei mali amministrativi di Lamezia. «Non posso spezzare molte lance nei confronti della qualità di certi servizi – spiega Alecci, ma c’è la massima attenzione da parte nostra. Abbiamo trovato la Multiservizi in una situazione molto difficile». Era necessario ripartire e «circa 20 giorni fa si è insediato il nuovo amministratore unico (Eliseo Bevivino, che aveva già ricoperto il ruolo ai tempi dell’amministrazione Lo Moro, ndr)». Lamezia ha così rinunciato al diritto di avere due componenti del cda su tre «per privilegiare un programma di intervento forte e radicale. Il nuovo amministratore è una persona pregevole che ha ben operato in precedenza e si sta muovendo per porre termine alla situazione debitoria che ha la società ha con tutti i suoi fornitori. Sono contento della tecnica che sta seguendo». Ma è anche vero che non tutte le colpe sono della Multiservizi. «A Natale – spiega il commissario – si è parlato molto della vergogna della spazzatura in strada, ma senza considerare che la discarica nella quale portiamo i rifiuti era chiusa e la Regione non ci ha detto dove andare a conferire».
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