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«La Cittadella è un “postificio”, sicurezza a rischio»
CATANZARO «Postazioni che spuntano come funghi da un giorno all’altro e sale riunioni adibite ad uffici. Il risultato generale è una proliferazione incontrollata di personale, prevalentemente esterno…
Pubblicato il: 24/03/2018 – 9:29
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CATANZARO «Postazioni che spuntano come funghi da un giorno all’altro e sale riunioni adibite ad uffici. Il risultato generale è una proliferazione incontrollata di personale, prevalentemente esterno, che sta determinando un serio rischio per la pubblica sicurezza alla Cittadella regionale». È quanto denuncia il sindacato Cisal sulla scorta di una nota interna diramata dal dirigente generale del dipartimento Organizzazione e Risorse umane il 23 gennaio scorso tesa ad avviare una ricognizione interna sul personale eccedente impiegato negli uffici della Regione Calabria. «All’origine dei nostri timori – prosegue il sindacato – vi è una consapevolezza suffragata da numeri: sulla base di una certificazione rilasciata dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco la Cittadella Regionale può ospitare un numero massimo di postazioni lavorative pari a 1.836 unità. Con la nota dello scorso gennaio il dirigente generale del dipartimento Organizzazione e Risorse Umane invita, però, tutti i dirigenti dei vari settori a “procedere ad una ricognizione del personale dipendente al fine di verificare eventuali situazioni di soprannumero e di eccedenza”. Una richiesta non sorprendente – sottolinea la Cisal – dal momento che il dipartimento “Lavoro, Formazione Professionale e Politiche Sociali” ha, di recente, richiesto l’attivazione di ulteriori postazioni lavorative nonostante lo stesso responsabile del servizio Prevenzione e Protezione, dopo aver effettuato un sopralluogo, abbia definito gli spazi disponibili all’interno di questo dipartimento non sufficienti al normale movimento del personale in servizio. Si tratta, ormai, di una situazione generalizzata tanto da dar vita a un preoccupante fenomeno di sovraffollamento degli uffici».
«È noto a tutti – continua il sindacato – che alla Cittadella le sale riunioni siano adibite a postazioni di lavoro (ahinoi… le postazioni di lavoro negli open space non bastano più) dove i dipendenti regionali sono costretti a svolgere le proprie attività lavorative. Siamo testimoni e anche in possesso di materiale fotografico che lo comprova, che le stesse sale riunioni siano adibite persino ad archivi in cui vengono accatastate considerevoli pile di fascicoli e documentazione utile per l’espletamento delle normali attività quotidiane, rendendo gli stessi locali inospitali non solo a chi quotidianamente vi presta servizio ma, soprattutto, agli utenti. A fronte però di un numero massimo di postazioni consentite (1.836) e del dilagante fenomeno di sovraffollamento cui quotidianamente assistiamo – segnala il sindacato – dobbiamo registrare che solo 900 di queste sono occupate da dipendenti regionali mentre la restante parte delle postazioni lavorative vengono ricoperte da personale “esterno” all’amministrazione. Riteniamo, infatti, che il dato allarmante risieda proprio in questa sproporzione che certifica addirittura una maggiore presenza di personale “esterno” rispetto al personale interno. Il numero dei dipendenti è quindi progressivamente raddoppiato e con questi la quantità di postazioni lavorative: da 900 postazioni destinate ai dipendenti regionali “interni” oggi si registra quota superiore alle 1.836 postazioni che vengono, anche a turnazione, addirittura condivise da più dipendenti “esterni”».
«Un tale stato di cose impone una seria riflessione – sostiene la Cisal – anche in considerazione delle continue richieste di attivazione di nuove utenze e postazioni lavorative che giornalmente provengono dai diversi settori regionali. Sebbene la normativa sulla sicurezza parli chiaro, all’interno della Cittadella – è la preoccupazione che anima la Cisal – vi è un numero di personale decisamente superiore alla capienza consentita. Siamo già ben oltre il limite dal momento che un edificio collaudato e certificato per 1.836 postazioni di lavoro si è, invece, trasformato in fonte di attrazione per professionalità “esterne” che ne hanno modificato notevolmente la capienza».
«Siamo così costretti a constatare – aggiunge ancora la Cisal – che nel breve volgere di qualche anno la Cittadella si è trasformata in un vero e proprio “postificio”, dove hanno trovato approdo un numero spropositato di personale “esterno” che qui quotidianamente svolgono attività della più svariata natura amministrativa. Ad oggi, pare siano state poche le risposte giunte alle sollecitazioni del dirigente del dipartimento Organizzazione e Personale, il quale aveva ammonito, sempre con nota dello scorso gennaio: “Le amministrazioni pubbliche che non adempiono a tale ricognizione, almeno annuale, non possono effettuare assunzioni o instaurare rapporti di lavoro con qualunque tipologia di contratto pena la nullità degli atti posti in essere”. Fatto è che si sta tacitamente avvallando un sistema che determina un movimento incontrollato e incontrollabile di personale “esterno”. È altrettanto evidente che il rispetto delle condizioni imposte costituisce presupposto per la conservazione e/o rinnovo delle certificazioni di sicurezza conseguite e che qualora compromesse costituirebbero non solo un danno economico per l’amministrazione ma anche elemento di responsabilità a carico di chi ne sia stato la causa. Ma il datore di lavoro ha finora vigilato sul rispetto di tali condizioni dal momento che si assiste quotidianamente al venir meno dei limiti e delle prescrizioni dettate dagli organismi certificatori? È lecito porsi alcune domande, in particolare, sapere quali iniziative si intenderanno assumere per ovviare alle criticità esistenti ma, soprattutto, chi ha autorizzato l’installazione di tali postazioni di lavoro aggiuntive e con quali motivazioni? Quali sarebbero state le reali e comprovate esigenze di servizio che avrebbero reso indispensabile tale operazione? A fronte di una previsione di 1.836 postazioni lavorative (ormai assegnate e superate), quanto risulta ancora essere il personale “esterno” in eccedenza presso la Cittadella? Quale tutela degli ambienti di lavoro è possibile in tali condizioni? Quali sono le procedure preventive, protettive e di sicurezza che possono essere adottate in un simile contesto? L’incertezza affiora dinnanzi a tali quesiti mentre resta inamovibile un’unica certezza: avviare azioni di responsabilità nei confronti dei vertici dell’amministrazione che hanno avvallato tale operazione. Crediamo, tuttavia, che siano urgenti accertamenti da parte del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco per verificare se siano rispettati tutti i requisiti di sicurezza o se si sia di fronte ad un rischio generalizzato per la pubblica sicurezza».
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