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«Nel Pd vibonese i pettegolezzi e le vendette degli sconfitti»
L’articolo apparso sul Corriere della Calabria che ha di fatto reso pubblica una lettera indirizzata a me ed a Francesco De Nisi da parte di un’inesistente commissione di garanzia del Pd di Vibo Vale…
Pubblicato il: 26/03/2018 – 16:02
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L’articolo apparso sul Corriere della Calabria che ha di fatto reso pubblica una lettera indirizzata a me ed a Francesco De Nisi da parte di un’inesistente commissione di garanzia del Pd di Vibo Valentia mi spinge dopo giorni di voluto silenzio a fronte di continui attacchi calunniosi alla mia persona ad intervenire in un dibattito pubblico in cui non avrei voluto esserci. Ad ogni tornata elettorale ci sono inevitabilmente vincitori e vinti. Dopo la vittoria sui romani Brenno pronunciò la celebre frase “vae victis” sentenziando che i vinti dovevano sottostare a nuove regole. Oggi al contrario i vinti pretendono di attuare vendette e di continuare ad essere riferimento di un partito ormai al tracollo che nel Vibonese non esiste.
Succede alla Regione con il presidente Oliverio che si ripropone per i prossimi cinque anni con l’accordo dei consiglieri regionali e senza il partito (bellissimo l’editoriale del direttore del Corriere che riporta sulla scena una corte di nani e bellerini di craxiana memoria).
Succede a Vibo dove dopo una sonora sconfitta l’orchestra continua a suonare incurante di tutto come se nulla fosse successo.
Sulla sconfitta del centrosinistra il commento più veritiero è stato fatto dall’avv. Preta sul Quotidiano della Calabria.
Io lo condivido per intero soprattutto nella parte in cui afferma che il candidato del centrosinistra deve la sua sconfitta anche all’essersi circondato di caporali di giornata che al momento del bisogno si dimostrarono incapaci ed insipienti. Gli stessi caporali di giornata che oggi lo spingono ad attuare vendette invece di tentare di rimettersi al centro di un partito che per sopravvivere ha la necessità di essere inclusivo.
Personalmente ho sancito con la non partecipazione al congresso provinciale e ad un congresso di sezione grottesco il mio momento di stand by dalla politica attiva rimanendo come ho sempre fatto un elettore del Pd ed esercitando il mio diritto di voto per come sancito dalla costituzione. Non ho partecipato ad eventi politici pubblici o privati. E difenderò nelle sedi deputate la mia immagine contro le falsità e le calunnie di cui sono stato oggetto all’interno del partito e sulla stampa.
La foto oggetto di tante attenzioni che mi vede (con altri iscritti al Pd) ad una cena tra amici in una casa privata per la famosa “Caddarata” che segue all’uccisione di un maiale, in presenza tra gli altri del dott. Giuseppe Mangialavori e della dottoressa Wanda Ferro ed a numerosi altri personaggi illustri impegnati e non in politica con i vari schieramenti compreso il Pd attiene alla mia vita privata e non politica e non documenta la mia appartenenza politica al centrodestra e rappresenta una chiara violazione della privacy di cui qualcuno sarà chiamato a rispondere nelle sedi opportune.
Ognuno è libero nel privato di sedersi a tavola con chi ritiene opportuno rispondendo delle proprie azioni private a Dio ed alla propria coscienza prima e ad altri poi.
Mi auguro che si smetta con questi pettegolezzi e si torni a parlare di Politica perché il nostro territorio mai come in questo momento ha bisogno di fatti e non di chiacchiere e la gente che fa giornalmente i conti con la spesa non ci capisce e forse perciò non ci vota.
Personalmente mi ero imposto un lungo periodo di silenzio e da oggi ritornerò rigorosamente a rispettarlo pur continuando a lavorare alla costruzione di un laboratorio di idee che possano contribuire al rilancio di una città che ha ambizioni di capoluogo di provincia e che negli ultimi tempi è stata ridotta ad un piccolo paese di montagna da un gruppo che, per dirla alla Preta, ha sempre vissuto di luce riflessa e che, perso il suo faro, non potrà che tornare a perdersi nelle tenebre da cui per puro caso era emerso.
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