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Il rogo mortale della tendopoli scatenato dalla gelosia – VIDEO

L’incendio nel quale ha perso la vita Becky Moses sarebbe stato commissionato da una 47enne per punire un’altra donna, che le aveva “rubato” il compagno

Pubblicato il: 09/04/2018 – 16:41
Il rogo mortale della tendopoli scatenato dalla gelosia – VIDEO

SAN FERDINANDO Domenica mattina, a Courmayeur, nei pressi del traforo del Monte Bianco, la Polizia di Frontiera, nel corso di un controllo ai passeggeri di un pullman proveniente dalla Francia, ha arrestato Lise Emike Potter, di 47 anni, nigeriana, con precedenti di polizia, destinataria di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale in carcere emessa dal gip del Tribunale di Palmi il 27 febbraio scorso, su richiesta della Procura della Repubblica, perché ritenuta responsabile del reato di “concorso in strage con l’aggravante di aver agito per motivi abietti e futili e aver profittato delle circostanze di tempo e luogo tali da ostacolare la privata difesa”. La donna è ritenuta responsabile, come mandante, del vasto incendio che il 27 gennaio scorso aveva distrutto oltre 200 baracche della vecchia tendopoli sita nella 2ª zona industriale del Comune di San Ferdinando, in occasione del quale era deceduta una donna di origini nigeriane, Becky Moses, mentre altri due cittadini extracomunitari erano rimasti gravemente ustionati.
Il provvedimento cautelare è giunto all’esito dell’inchiesta condotta dalla Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, nel corso della quale i militari, col supporto del Ris, sono riusciti a raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagata.
Le indagini avrebbero permesso di accertare la natura dolosa dell’incendio, che sarebbe stato materialmente commesso da ignoti cittadini extracomunitari – sul cui conto sono ancora in corso accertamenti investigativi – nonché di appurare la matrice passionale del movente alla base del gesto delittuoso.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri e dalla Procura, la Potter avrebbe commissionato ad alcuni connazionali, dietro pagamento di una cospicua somma di denaro, l’incendio della baracca presso cui dimorava una giovane nigeriana, I. G., di 25 anni, sospettata di aver intrattenuto una relazione sentimentale con l’ex convivente della 47enne, un liberiano di 36 anni ospite della tendopoli.
https://www.youtube.com/watch?v=ORHJKuyFHYY&feature=youtu.be
Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, la notte del 27 gennaio 2018, i criminali avrebbero cosparso di benzina la baracca della rivale in amore e avrebbero appiccato l’incendio dandosi subito alla fuga. Imprevedibilmente, però, in pochissimo tempo le fiamme si sono estese all’intero accampamento, distruggendo oltre 200 baracche e causando gravi ustioni a due cittadini extracomunitari e la morte di Becky Moses, che si trovava in una baracca a pochi metri dalla tenda abusiva da cui si era originato il rogo.
Gli investigatori sono riusciti a individuare Potter, mentre la donna si organizzava per abbandonare l’Italia. Di qui l’immediata internazionalizzazione del provvedimento cautelare, con l’emissione di un mandato di arresto europeo, valido in tutta l’area Shengen, e l’avvio di un’intensa attività di cooperazione internazionale tra l’Arma dei Carabinieri e gli organi di polizia esteri allo scopo di arrivare alla sua localizzazione e quindi alla cattura.
La donna è stata però rintracciata proprio mentre tentava, a bordo di un bus, di rientrare dalla Francia, verosimilmente diretta in una località del Nord Italia, dove avrebbe potuto essere favorita da alcuni connazionali o da suoi familiari. Al momento del controllo la 47enne non ha opposto resistenza, fornendo ai poliziotti un permesso di soggiorno in corso di validità rilasciato dalla Questura di Ferrara, una carta d’identità rilasciata dal Comune di Ferrara e un passaporto rilasciato dalle autorità nigeriane.
Al termine delle formalità di rito, l’arrestata è stata trasferita nel carcere di Torino in attesa di essere sottoposta all’interrogatorio di garanzia.

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