LIMBADI Convalidato dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, l’arresto di Domenico Di Grillo, 71 anni, di Limbadi, arrestato lunedì sera per la detenzione illegale di un fucile e di alcune munizioni a seguito delle perquisizioni effettuate dai carabinieri dopo lo scoppio dell’autobomba costata la vita a Matteo Vinci, 42 anni, mentre il padre Francesco, 73 anni, è attualmente ricoverato all’ospedale di Palermo in gravi condizioni.
Il gip ha disposto gli arresti domiciliari per Domenico Di Grillo che ha così lasciato il carcere in accoglimento dei rilievi dell’avvocato Giuseppe Di Renzo il quale ha fatto presente al giudice che per questo tipo di reato la legge non consente la detenzione in carcere per gli ultra settantenni.
Domenico Di Grillo è cognato dei boss della ‘ndrangheta Giuseppe, Pantaleone, Diego e Francesco Mancuso, avendo sposato Rosaria Mancuso. Nel 2014 si era reso protagonista di una violenta rissa con le vittime dell’autobomba, vicini di casa, per ragioni legate a dissidi sui confini e le proprietà dei rispettivi terreni. Un’altra aggressione da parte di Di Grillo e della moglie Rosaria Mancuso si era verificata nell’ottobre scorso ai danni di Francesco Vinci.
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