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«Gli emodanneggiati "dimenticati" dalla Regione»

Conferenza stampa del deputato d’Ippolito (M5S): «Bloccato il pagamento delle indennità perché manca la firma di un dirigente»

Pubblicato il: 20/04/2018 – 16:00
«Gli emodanneggiati "dimenticati" dalla Regione»

CATANZARO Dirigenti che non ci sono o che sono in ferie prolungate funzionari che fanno spallucce o che giocano a rimpiattino. Una storia, un’altra, di orrore burocratico: la descrive il deputato del Movimento 5 Stelle, Giuseppe D’Ippolito, che, più o meno a sorpresa, irrompe negli uffici della Regione alla “Cittadella” per capire perché da tempo gli emodanneggiati, cioè le vittime di trasfusioni si sangue infetto, non percepiscono più l’indennità mensile di cui hanno diritto in forza di una legge nazionale. Una vicenda dolorosa che diventa sempre più dolorosa ogni giorno che passa, e che adesso rischia di finire all’attenzione del Parlamento per come annuncia lo stesso D’Ippolito in una conferenza stampa nell’androne del palazzo che è la “casa dei calabresi” (in linea puramente teorica, evidentemente…).
UFFICI SENZA GUIDA «L’associazione che rappresenta gli emodanneggiati, che in Calabria sono 1300, mi ha segnalato – esordisce D’Ippolito – che da un po’ di tempo alla Regione, che ha ricevuto la competenza dal ministero, la liquidazione dell’indennità si è bloccata. E allora sono venuto alla Regione per capire le ragioni di questo blocco: ho chiesto di parlare con il direttore generale del Dipartimento regionale Sanità, Zito, ma non era in sede, ho chiesto di parlare con la dirigente delegata a seguire la vicenda, dottoressa Crucitti, ma anche lei non c’era, anzi – dice ancora il parlamentare M5S – ho saputo che subito dopo essere stata delegata si è messa in ferie, dalle quali ancora non ha fatto rientro». Alla fine quello che il deputato grillino è riuscito a strappare è stato qualche scambio di battute con alcuni funzionari della Regione, ovviamente molto parchi di parole: «Mi è stata rappresentata una loro difficoltà ad accedere a informazioni presso i Comuni, quando invece – rimarca D’Ippolito – ho fatto presente loro che basterebbe chiedere l’accesso diretto all’anagrafe dei Comuni».
I MOTIVI DEL CAOS D’Ippolito aggiunge: «Quello che abbiamo riscontrato è che nella fase di liquidazione delle pratiche già istruire e complete manca la firma di un dirigente, per le pratiche da istruire per il futuro agli uffici regionali è stata data istruzione per chiedere a ciascuno degli emodanneggiati la certificazione di esistenza in vita, quando – sostiene il deputato M5S – tutti sanno che, all’interno di una pubblica amministrazione, la richiesta deve farla l’amministrazione che ne ha bisogno. E mi sembra un inutile, e soprattutto ingiusto, accanimento chiedere un ulteriore sforzo a persone che soffrono da anni». Rincara la dose la presidente dell’associazione emodanneggiati calabresi, Rosina Mendicino: «Purtroppo – osserva – dobbiamo evidenziare che la Regione Calabria è l’unica che non paga, a differenza di quanto avviene nel resto d’Italia». Come finirà? Intanto D’Ippolito si prepara a «investire al più presto della questione il ministero della Sanità, attraverso un’interrogazione parlamentare o una richiesta di chiarimenti alla Direzione competente». (a. cant.)

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