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Sul congresso il Pd decide di non decidere

La data delle primarie per scegliere il nuovo segretario regionale resta fissata al 23 giugno. Ma in tanti a Roma chiedono di avere più tempo. E la discussione, di fatto, resta congelata fino all’a…

Pubblicato il: 26/04/2018 – 21:56
Sul congresso il Pd decide di non decidere

LAMEZIA TERME Il Pd calabrese va avanti, ma con meno certezze di prima e con più incognite. Di fatto, la commissione regionale per il congresso ha deciso di non decidere e di rinviare tutto a dopo il 3 maggio, giorno in cui si dovrebbe svolgere la decisiva Direzione nazionale del partito nella quale il Pd dovrà definitivamente sciogliere i nodi rispetto alla possibile alleanza di governo con il M5S. Da quell’incontro verranno inevitabilmente fuori le diverse posizioni tra le correnti – sempre più divise tra esponenti favorevoli alla trattativa e aventiniani – ma anche le prime indicazioni sugli assetti futuri, in una sorta di resa dei conti anticipata. Le risoluzioni avranno giocoforza effetti anche in Calabria, dove la data del congresso, fissata per il 23 giugno, continua a essere cerchiata in rosso, anche se cresce il numero di quei dirigenti che credono inverosimile la celebrazione di un’assise regionale in un contesto nazionale così caotico e indeterminato.
Il futuro è insomma quanto mai incerto, a Roma come a Lamezia Terme, dove oggi la commissione si è riunita per la prima volta per fare il punto della situazione. C’erano un po’ tutte le anime – o le correnti – del partito: il renzianissimo ex segretario Ernesto Magorno, il franceschiniano Franco Laratta, l’orlandiano Giuseppe Terranova. E ancora il prof Valerio Donato, l’ex parlamentare Cesare Marini, Salvatore Perugini, Mario Valente, Andrea Guccione, Michele Drosi. Il confronto, malgrado la dichiarata disponibilità a un sereno dibattito interno, è stato dominato da una tensione neanche troppo latente, anche e soprattutto per via dello stallo delle consultazioni romane.
Magorno ha ribadito senza mezzi termini la volontà di celebrare il congresso a giugno. Laratta, invece, ha disegnato un quadro in cui il Pd affonda e incapace di dare risposte, «mentre ci sarebbe bisogno di una vera e propria rivoluzione, di una profonda rottura, altro che di un congresso ordinario». Particolarmente diffidente anche Donato, che ha espresso preoccupazione sul ruolo della commissione e sulle sue reali prospettive. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Terranova.
La commissione ha dunque avviato il lavoro per la stesura delle regole congressuali e organizzato una serie di iniziative per raccogliere le istanze della società calabrese. «Due weekend, il 5 e 6 maggio e il 12 e 13 maggio – spiega la commissione in una nota –, saranno dedicati ad approfondimenti tematici e a eventi sparsi nelle cinque province, con una manifestazione di carattere regionale, in programma il 26 maggio, finalizzata a rendere l’appuntamento con il congresso un momento di confronto e di discussione centrato sui temi e in grado di rappresentare per il partito un nuovo inizio».
Si procede insomma come nei piani e la data per il congresso, almeno formalmente, viene confermata.
«In realtà – commenta un dirigente del Pd – tutti sanno che quella data con ogni probabilità non sarà rispettata: in tanti chiedono a Roma di avere più tempo, perché tutti sono in attesa di capire se il partito sarà ancora unito o se finirà in pezzi».

p. bel.

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