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Reggio, Csi: «Bene Associazione magistrati ad Arghillà»

Soddisfazione dei rappresentanti del Centro sportivo italiano per l’iniziativa dell’Anm che per ricordare la strage di Capaci ha regalato un campetto di calcio per i giovani del rione: «Esempio per…

Pubblicato il: 28/05/2018 – 13:59
Reggio, Csi: «Bene Associazione magistrati ad Arghillà»

REGGIO CALABRIA «Storie di ordinaria marginalità, ai confini di una Città metropolitana che, grazie all’iniziativa dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), è riuscita a intervenire con una bonifica mai vista prima: l’immondizia, spesso bruciata, che costeggiava il ciglio stradale è stata rimossa così come sono stata (ri)accese le lampadine dell’illuminazione pubblica». È quanto si afferma in un comunicato del Centro sportivo italiano a seguito dell’iniziativa voluta dall’Anm per ricordare l’anniversario della strage di Capaci nel quartiere Arghillà di Reggio Calabria. «Anche quel campetto – è detto nel comunicato – è stato realizzato grazie a uomini e mezzi della pubblica amministrazione. Un regalo che i ragazzi di Arghillà avevano iniziato, in verità, a impacchettarsi da soli: armati di pale e rastrelli avevano avviato la fase di bonifica del terreno comunale assieme ai volontari del Csi che, in virtù del progetto “Lavoro di Squadra” con Action Aid e il Consorzio Macramé, sta “giocando” con venti adolescenti del quartiere. “Ragazzi fuori”, per parafrasare il titolo di un film anch’esso vintage, dal circuito scolastico e lontani dal cercare (e trovare) una prima occupazione legale».
«La grande forza dell’idea dell’Anm – riporta ancora il comunicato – è stata quella di far uscire i magistrati dagli uffici giudiziari. Uomini dello Stato che si sono “contaminati” con le forze positive del territorio: svestita la toga e indossata la tuta sono stati i primi a proiettare l’attenzione collettiva proprio su Arghillà, quella che alcuni media nazionali (a ragione) avevano definito “la terra di nessuno”. Adesso Arghillà è di qualcuno: è di Christian, di Stefano, di Mimmo, di Eleonora e di tanti altri. Residenti e non: Arghillà è “cosa di tutti”. E per questo è necessario dare seguito alla straordinarietà del 22 maggio con azioni concrete e continuative. Occorre varare un piano-speciale, coinvolgendo la città, ma anche il Paese; saper intercettare i fondi pubblici e privati, per proseguire sul cammino appena iniziato. Dal potere dei sogni alla forza dei segni, il passo può e deve essere breve. Ognuno secondo la propria vocazione. Arghillà Nord, quel Largo Modenelle adesso (ri) nominato piazza Don Italo Calabrò, deve diventare il simbolo della rinascita di tutti i reggini onesti».

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