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«Catanzaro, la differenziata e i dati “ballerini”»

di Franco Scrima*

Pubblicato il: 25/06/2018 – 11:22
«Catanzaro, la differenziata e i dati “ballerini”»

Come si reagisce difronte a chi asserisce il falso con l’intento di non ingannare e chi dice il vero col proposito di raggirare? Provare a dare una risposta non è semplice specie se si tratta di rapporti tra singoli; assume rilevanza quando la “verità” è quella manipolata per far credere una cosa diversa.
Giorni fa a Catanzaro il presidente dell’associazione “I quartieri” ha reso noto che l’Associazione insieme ad un’altra, “Il pungolo per Catanzaro”, intende chiedere al Tribunale regionale amministrativo la revoca della delibera con la quale il Comune di Catanzaro ha deciso di tassare le famiglie che lasciano sui marciapiedi i “carrellati”, cioè i bidoni di plastica per la raccolta differenziata delle immondizie.
Qual è il motivo del contendere? Secondo le due associazioni il dato della raccolta differenziata dei rifiuti fornito durante un incontro con i giornalisti (65,29 %) contrasterebbe con quello indicato dall’assessore Cavallaro (66,6 %) e ancora di più con la percentuale pubblicizzata lo scorso mese di febbraio dal Comune (68 % circa).
Ma ciò che si intende sottolineare con l’ordinanza municipale che si intende varare non sono tanto le conseguenze che la tassa ( la “Tosap”) avrebbe sui bilanci delle famiglie, quanto le altalenanti dichiarazioni degli amministratori che avrebbero spostato la percentuale della “differenziata” a seconda delle “necessità” del momento. Effettivamente correttezza ma ancora di più il principio di considerazione verso i cittadini, vorrebbe che si ponesse maggiore attenzione nella scelta delle parole specie quando si citano cifre; i numeri non sono “opinioni” tantomeno possono essere sfruttati ad horas, quando c’è da apparire bravi. Per dare uno scampolo delle proprie capacità ci sono altri mezzi e non anche il ricorso alle frasi ad effetto di cui si abbonda in campagna elettorale.
In altri paesi, nei quali la civiltà e la democrazia recano date più recenti delle nostre, raccontare fandonie può costare caro; si pagano pesantemente e si rischia di rimetterci anche l’incarico. Né può essere una scusante pensare che tanto siamo in Italia e per di più in Calabria, perché la menzogna dà fastidio anche alle nostre latitudini e può determinare nell’opinione pubblica reazioni importanti specie per chi vive di consenso elettorale.
È vero che l’arte di far stare diritti i sacchi vuoti è vecchia quanto l’uomo, ma attenzione alle reazioni che possono scaturire in una società esasperata dall’assistere al declino della propria città e soprattutto all’impoverimento delle famiglie. Le cause sono anche direttamente proporzionate alla qualità della formazione culturale di gran parte di coloro che si occupano di politica, ma anche della popolazione tendenzialmente portata a considerare che più una persona appare risoluta maggiori sono le capacità che le sono attribuite; ma, invece, per eleggere un candidato che abbia una visione più accurata del futuro, si dovrebbe pensare al contrario: concentrarsi meno su cosa dice e più sul modo in cui pensa.
Le elezioni da parte degli elettori dovrebbero rappresentare un serio confronto sulle capacità di ciascun candidato, su ciò che riteniamo sia capace di fare una volta eletto, piuttosto che cadere nel tranello della scelta fine a sé stessa. La popolarità e l’ideologia dovrebbero pesare meno quando c’è da scegliere perché si tratta di consegnargli la Città, la Regione, il Paese che, a loro volta, hanno bisogno di uomini che sappiano farli crescere.
A Catanzaro, per rimanere nell’alveo cittadino, ma la considerazione è certamente più generale, è come se si fosse perennemente in campagna elettorale, periodo in cui ciascuno la spara più grossa. In questi giorni, per esempio, si fa a gara per attribuirsi i meriti dell’attività di diserbo come se la vicenda dovesse essere considerata come un evento straordinario dimenticando che era tale quando non si interveniva e le erbacce erano le uniche cose verdi che gelosamente venivano lasciate lungo le strade come compendio al decoro urbano.
Catanzaro non ha bisogno di una pletora di personaggi che si autoconsiderano tali; ciò di cui necessita è chiedere la disponibilità di gestire la città a persone dalle capacità reali che la prendano per mano e la sappiano condurre verso la realizzazione di un progetto complessivo di sviluppo, di modernità e di lotta al precariato.

*giornalista

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