VIBO VALENTIA Continua la protesta, iniziata ieri, in Prefettura, a Vibo Valentia, da parte della signora Rosaria Scarpulla, madre di Matteo Vinci, ucciso con un’autobomba il 9 aprile scorso nelle campagne di Limbadi. La donna, accompagnata dal suo avvocato Giuseppe De Pace, ha tentato di sfondare una porta per farsi ricevere dal prefetto chiedendo di essere protetta da una scorta. Per l’attentato costato la vita a Matteo Vinci, ieri la Dda di Catanzaro ha eseguito sei fermi di indiziato di delitto a carico dei componenti della famiglia Mancuso-Di Grillo, vicini di casa dei Vinci-Scarpulla. La donna ha poi accusato un malore e si è reso necessario l’arrivo di un’ambulanza. Sul posto anche il dirigente della Digos della Questura di Vibo Valentia, Antonio Lanciano. Rosaria Scarpulla chiede la scorta per andare a trovare il marito, tuttora ricoverato nel centro Grandi ustioni dell’ospedale di Palermo dopo l’attentato del 9 aprile scorso.
«È questo il palazzo di vetro di cui tanto si parla? Sono queste le istituzioni vibonesi che respingono una persona in grave pericolo di vita? Così come hanno ucciso mio figlio, uccideranno anche me, visto che c’è ancora una persona libera», ha detto Scarpulla. «Chiedo protezione – ha aggiunto – ma mi viene negata. Chiedo un aiuto per poter raggiungere mio marito e riportarlo qui e anche questa possibilità mi viene negata. Ma in che Paese siamo? Il procuratore della Dda, Nicola Gratteri esorta la gente oppressa a denunciare, ma se le conseguenze sono queste, allora come si può avere fiducia in quelle istituzioni che dovrebbero tutelarti?». Alla protesta della signora Scarpulla e del suo legale, Giuseppe De Pace, ha assistito anche il testimone di giustizia Salvatore Barbagallo, che ha lamentato di «non essere stato ricevuto per la terza volta in pochi giorni dai funzionari della Prefettura di Vibo Valentia. È una vergogna – ha concluso Barbagallo – che un palazzo come la Prefettura allontani chi chiede udienza».
LA PREFETTURA: «MASSIMA ATTENZIONE» Intanto la Prefettura di Vibo in una nota esprime «viva soddisfazione» per l’operazione dei carabinieri coordinata della Dda di Catanzaro che ha portato in carcere i presunti responsabili dell’omicidio di Matteo Vinci e del ferimento del padre Francesco. L’Ufficio territoriale del governo rende altresì noto che «l’attenzione sulla sicurezza della signora Scarpulla è massima e la vicenda relativa alla sua situazione personale è costantemente e quotidianamente monitorata. A questo proposito lo scorso 25 giugno si è tenuta un’ulteriore riunione di coordinamento delle forze di polizia a cui ha partecipato anche la Dda del capoluogo e in quella sede «è stata esaminata, nel suo complesso, la vicenda relativa alla situazione personale della signora Scarpulla». Ulteriori aggiornamenti – conclude la Prefettura – saranno effettuati nei prossimi giorni.
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