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«Depurazione, continua la mala gestione»

Laura Ferrara (M5S) commenta i dati della Commissione Ue: «Diversi i punti in cui la qualità dell’acqua è immutata o peggiorata. Nonostante i milioni spesi dalla Regione»

Pubblicato il: 04/07/2018 – 15:01
«Depurazione, continua la mala gestione»

CATANZARO «La Commissione europea conferma le condizioni preoccupanti del sistema delle acque reflue urbane in Calabria e la lentezza degli interventi sugli impianti di depurazione, criticità che hanno un impatto diretto sulla qualità delle acque di balneazione nella regione». È quanto afferma l’europarlamentare del M5s Laura Ferrara che in riferimento alla risposta ad una sua interrogazione, sostiene che «la Commissione evidenzia di essere a conoscenza di come in Calabria la qualità delle acque di balneazione sia regredita rispetto all’anno precedente». «Nella mia interrogazione – sostiene Ferrara – facevo particolare riferimento al caso di Reggio Calabria che rischia il divieto di balneazione permanente. Il Rapporto annuale Arpacal, relativo ai rilievi del 2017, classifica come “scarsa” la qualità delle acque in 11 punti della città dello Stretto per il quarto anno consecutivo. La grave situazione non si limita alla sola Reggio: sono diversi i punti regionali in cui la qualità è immutata o addirittura regredita rispetto all’anno precedente, ciò dimostra tutte le inefficienze del sistema depurativo regionale, considerato che i prelievi si effettuano spesso nei pressi degli scarichi degli impianti di depurazione. Secondo quanto mi comunica la Commissione, nel quadro del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) la Regione ha speso oltre 85 milioni di euro nel settore del trattamento delle acque reflue per il periodo di programmazione 2007-2013, e per il periodo 2014-2020 ha in programma di spenderne altri 50». «Più volte – prosegue l’europarlamentare – ho denunciato la poca trasparenza e l’inefficienza della spesa degli oltre un miliardo di euro destinato alla Calabria sin dal 2000, per l’efficientamento del comparto depurativo. La Calabria conta infatti 13 agglomerati non conformi nella sentenza del 31 maggio del 2018 che deferisce l’Italia a pagare una multa di 25 milioni di euro più 30 milioni per ogni semestre di ritardo nel completamento dei lavori. In conclusione la Commissione europea ritiene sufficienti le ammende e gli incentivi economici per la risoluzione del problema. Alla luce dei fatti e date le annose criticità calabresi, bisogna purtroppo constatare invece che queste misure non hanno avuto alcun effetto sulla mala gestione del sistema depurativo da parte della Regione mentre avranno un effetto diretto sulle tasche dei contribuenti. Nel frattempo altri fondi pubblici, oltre quelli comunitari, sono già stati destinati ai Comuni per i lavori sugli impianti e sui quali manterremo alta l’attenzione».

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