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Regione, l'emergenza depurazione sotto la lente europea

In un’informativa il punto della situazione, tra impianti sotto procedura di infrazione (o a rischio) e risorse stanziate dalla Giunta

Pubblicato il: 07/07/2018 – 17:52
Regione, l'emergenza depurazione sotto la lente europea

CATANZARO Oltre 130 impianti sotto procedura di infrazione comunitaria, con 13 agglomerati già condannati, e altri 40 a rischio di procedura di infrazione comunitaria. Sono numeri che riguardano il settore della depurazione in Calabria, numeri che saranno al centro di un “focus” del Comitato di Sorveglianza del Por 2014-2020 in programma martedì all’Unical.
IL QUADRO DELLE CRITICITÀ I dati emergono da un’informativa contenuta nella documentazione (consultabile sul portale istituzionale “Calabria Europa”) relativa ai lavori dell’organismo chiamato a verificare lo stato di attuazione e di avanzamento della spesa dei fondi comunitari da parte della Regione. Nel documento si traccia il quadro generale del settore della depurazione in Calabria, caratterizzato da «ritardi rispetto alla piena attuazione delle disposizioni normative che attengono sia alla corretta gestione dei reflui urbani, sia al complesso sistema della “governance” del servizio stesso». Ritardi che hanno provocato anche sonore (e costose…) “strigliate” in sede europea: «La regione – si legge ancora nell’informativa – registra ancora numerosi casi di agglomerati deferiti nell’ambito delle procedure di infrazione comunitaria, laddove i livelli di copertura del servizio non sono ancora del tutto in linea con quelli discendenti dalla corretta applicazione della Direttiva 91/271/Cee, relativa al trattamento dei reflui urbani».
LE PROCEDURE DI INFRAZIONE Attualmente – ribadisce il documento – «numerosi agglomerati della Regione Calabria sono interessati da due procedure di infrazione, per la mancata conformità̀ dei sistemi fognari e depurativi agli standard previsti dalla Direttiva comunitaria 91/271/Cee e quindi sia per deficit di copertura fognaria e di collettamento che per deficit di copertura depurativa dei reflui prodotti. A queste due si aggiunge una nuova procedura di infrazione che dovrebbe essere avviata nel 2018 rispetto alla quale il Ministero dell’Ambiente ha recentemente comunicato gli ulteriori agglomerati in potenziale infrazione». Nel dettaglio, nell’informativa allegata alla documentazione per il Comitato di Sorveglianza si cita anzitutto la procedura di infrazione numero 2004/2034, con un ricorso che per la Calabria contemplava inizialmente 22 agglomerati, superiori a 15mila abitanti, ridotti a 18 in seguito alla pronuncia della Corte di Giustizia europea, con sentenza del 19 luglio 2012: di questi, 13 sono stati condannati al pagamento delle sanzioni pecuniarie con la recente sentenza del 31 maggio 2018. Il quadro delle criticità – riporta ancora l’informativa – «si è̀ ulteriormente aggravato a conclusione della verifica preliminare (precontenzioso), nell’ambito della procedura Eu-Pilot 1976/11/Envi, di ulteriori agglomerati calabresi, con popolazione compresa tra 2mila e 15mila abitanti, per i quali la Commissione europea ha avviato la procedura di infrazione 2014/2059. Anche per questi agglomerati la Commissione europea ha avviato la causa presso la Corte di Giustizia europea, non ancora giunta a sentenza, che ricomprende 130 comuni calabresi deferiti per violazione degli articoli 3 e 4 della Direttiva comunitaria 91». E infine, «per come risulta dalle comunicazioni diramate dal ministero dell’Ambiente», adesso la Commissione europea ha posto l’attenzione su altri 590 agglomerati che «risulterebbero non conformi»: pertanto – prosegue il documento – «si prefigura per l’Italia una nuova procedura di infrazione che, allo stato attuale, riguarderebbe anche 40 agglomerati calabresi».
IL “GIRO DI VITE” DELLA REGIONE Insomma, una situazione molto difficile e «proprio per questo, già da qualche anno – è scritto nel documento – gli sforzi della Regione si stanno concentrando con maggiore attenzione per la risoluzione delle criticità riguardanti sia gli agglomerati interessati dalle anzidette procedure di infrazione, sia di quelle riguardanti gli agglomerati per i quali sono state recentemente segnalate, dal competente Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, situazioni di infrazione potenziale». Sforzi che si sono tradotti nella delibera di Giunta 34 del 8 febbraio 2018, con la quale la Regione Calabria «ha preso atto degli agglomerati in procedura o potenziale procedura di infrazione, approvando contestualmente un correlato programma quadro generale di interventi, risolutivo delle problematiche sottese». Il fabbisogno complessivo consiste in 138 interventi «da realizzarsi – evidenzia l’informativa – negli agglomerati nei quali occorrono interventi infrastrutturali atti alla messa in conformità degli stessi ai sensi della Direttiva 91/2971/Cee, per un costo complessivo di 195,7 milioni». La delibera 34 prevede che la copertura finanziaria del Programma sia assicurata con le risorse del “Patto per lo sviluppo della Calabria”, che assegna una dotazione di 148 milioni, e con le risorse del Programma operativo Calabria Fesr Fse 2014-2020, per una disponibilità residua pari a 49,4 milioni di euro. Su tutto questo “pacchetto” con cui la Regione punta a uscire da un’emergenza ormai consolidata nel tempo, adesso si concentrerà l’attenzione anche della Commissione europea.

a. cant.

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