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“Scontro” Lupacchini-Introcaso sui risarcimenti. Gratteri: «Continuate a denunciare»
Il procuratore generale: «A Catanzaro liquidazioni record per ingiusta detenzione». La risposta del presidente della Corte d’appello: «Dati per fatti che risalgono agli anni 2010-2014». Il procurator…
Pubblicato il: 26/01/2019 – 17:31
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CATANZARO Numeri e dati sull’ingiusta detenzione, sulle “vittime” e sui soldi spesi per i risarcimenti. Un intervento al vetriolo, quello del procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2019, che ha fatto scattare l’immediata replica del presidente della Corte d’appello, Domenico Introcaso, il quale ha tenuto a specificare che «la misura dei risarcimenti (per ingiusta detenzione, ndr) copre un arco di tempo che va dal 2010 al 2014/2015 per fatti risalenti dal 2010 al 2014». Nei fatti, il clima non è disteso. Anche se il Csm ha archiviato il fascicolo aperto sui contrasti tra i vertici giudiziari di Catanzaro, ossia tra il procuratore generale Otello Lupacchini e il procuratore Nicola Gratteri (qui la notizia), è stato proprio davanti agli occhi di un rappresentate del Consiglio superiore della magistratura, Fulvio Gigliotti, e di tutti i presenti all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2019 del distretto di Catanzaro, che il vero clima è venuto a galla.
Ma procediamo con ordine.
https://www.youtube.com/watch?v=kzfVkrgK6AE
L’INTERVENTO DI LUPACCHINI Dopo gli interventi del presidente della Corte d’appello e di Fulvio Gigliotti è stata la volta del procuratore generale Lupacchini. Un intervento racchiuso in 16 pagine, 12 delle quali dedicate a un solo argomento: l’ingiusta detenzione e i soldi spesi dallo Stato per i risarcimenti. Nel mezzo, una parentesi per sottolineare il fatto che il capo della Polizia penitenziaria, addetto da tre lustri alla gestione e alla sicurezza dell’anticamera del procuratore generale “è stato richiamato in servizio presso la locale casa circondariale, lasciando così sguarniti ex abrupto i delicatissimi servizi ai quali era addetto senza possibilità di adeguata sostituzione, con buona pace dell’articolo 110 della Costituzione”. Dopo una breve introduzione sulla crisi del sistema giustizia in Italia, Lupacchini arriva al cuore del suo intervento: «Il numero delle vittime continua ad aumentare senza sosta, così come il denaro che viene versato nei loro confronti», ha affermato Lupacchini. «È purtroppo noto – continua la relazione del procuratore generale – non fosse che per il clamore mediatico da esso suscitato, che il distretto con il maggior numero di casi è quello della Corte d’appello di Catanzaro, che per il sesto anno consecutivo si è confermata nei primi tre posti, con 158 persone che, nel 2017, hanno subito una ingiusta detenzione; seguono i distretti di Roma con 137 e di Napoli con 113». «Catanzaro e Roma sono anche le città in cui lo Stato ha speso di più in risarcimenti liquidati alle vittime di ingiusta detenzione: in questo distretto, nel 2017, è stata registrata la cifra monstre di circa 8 milioni e 900 mila euro, ben più del doppio di quanto si è speso per i casi della capitale». «Sic stantibus rebus – viene detto più avanti – è sicuro sintomo di inadeguata ponderazione degli elementi di prova sia da parte di chi chiede l’applicazione della misura, sia da parte di chi la misura dispone». Lupacchini parla poi anche di un «acrilico appiattimento del giudicante sulle richieste non adeguatamente ponderate del requirente, in una inquietante cortocircuitazione, la quale si risolve in palese violazione sia della terzietà del giudice, sia della parità delle armi tra accusa e difesa». Considerazioni al vetriolo quelle del procuratore generale che inducono naturalmente a volgere lo sguardo verso gli organi inquirenti, quindi la Procura guidata da Gratteri, e gli organi requirenti, ossia il Tribunale e i suoi giudici.
LA REPLICA DI INTROCASO: «FATTI DEL 2010-2014» Dopo l’intervento di Lupacchini, non ha potuto esimersi dall’intervenire Domenico Introcaso il quale ha “ammortizzato” e fatto chiarezza su alcuni dati e argomenti riportati da Lupacchini. L’aspetto «doloroso e dolente del sistema» necessitava di una «breve soggiunta visto che in qualche modo sono coinvolti anche gli uffici giudicanti – ha detto Introcaso – : la misura e i risarcimenti coprono un arco di tempo che va dal 2010 al 2014/15. Sicuramente è per fatti risalenti dal 2010 al 2014. Per fatti ascrivibili certamente ai ritardi, questa volta, anche della Corte», ha detto il presidente Introcaso. «Per quanto riguarda “l’appiattimento”, certamente è un fenomeno assolutamente esecrabile però il “corto circuito” non credo che possa essere limitato e contenuto al rapporto gip-Procura ma a tutta la dinamica propria del processo cautelare», ha tenuto a precisare il presidente della Corte d’appello. In un rimpallo di battute tra Introcaso e Lupacchini si è poi giunti a individuare le responsabilità di tutti gli organi giudicanti come Riesame e Corte di Cassazione.
GRATTERI: «CONTINUATE A DENUNCIARE» Chi si aspettava un intervento piccato da parte del procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, alla guida della Dda del distretto da maggio 2016, è rimasto deluso. D’altronde, a ben vedere, l’argomento, data la vetustà dei dati, non lo riguardava neanche. Gratteri ha riportato i risultati del lavoro del suo ufficio e, sopra ogni cosa, ha tenuto a sottolineare l’appello ai cittadini perché continuino a denunciare come stanno facendo da due anni e mezzo a questa parte, inondando gli uffici della Procura di esposti e richieste: «Continuate a inondarci di denunce, di esposti e di richieste per essere sentiti. Da due anni e mezzo la Procura ha un ufficio in cui tutte le parti offese, gli usurati, gli estorti, possono venire a incontrarmi, io ricevo tutti. Ci sono circa 300 persone che chiedono di essere ricevute ma almeno una volta alla settimana, dalle 14 alle 21, ricevo tutti. Questo è un fatto importante, dare fiducia ai cittadini. I calabresi non sono omertosi, i calabresi non sanno con chi parlare. Continuate a denunciare, a venire a trovarci. Se la gente bussa alla nostra alla nostra porta vuol dire che spera di poter risolvere il suo dramma, che può essere piccolo o bagattelare ma per loro è la vita». «Quest’anno posso dire con grande soddisfazione che vi è stato un aumento del lavoro del mio ufficio – ha detto il procuratore – in quantità ma, soprattutto in qualità» e non solo per quanto riguarda reati di stampo mafioso. «Ma questo non è un caso – ha proseguito Gratteri – abbiamo avuto delle attenzioni da parte dei vertici delle Forze dell’ordine, oltre che dal ministro precedente Orlando e dall’attuale Guardasigilli Bonafede. Questo ci conforta nel pensare che forse siamo credibili, forse meritiamo fiducia e per questo ciò che abbiamo chiesto ci è stato dato», ha detto il procuratore riferendosi all’incremento e al rinnovo dell’organico tra le forze investigative che lavorano con la Procura di Catanzaro. «Voglio ringraziare il Prefetto di Catanzaro (Francesca Ferrandino, ndr) che con la sua autorevolezza e capacità di sintesi, in sede di comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza dimostra grande sensibilità nel preoccuparsi della sicurezza del mio ufficio. Ringrazio i quattro questori presenti, di Catanzaro, Crotone, Cosenza e Vibo Valentia, che hanno la fortuna di dirigere uomini di primissimo piano che il capo della Polizia ha mandato. Ringrazio il generale Paticchio (Vincenzo Paticchio, comandante della legione dei carabinieri Calabria, ndr) che ormai da tre anni sta dirigendo i suoi uomini, in particolare i quattro colonnelli dei Carabinieri, investigatori di primissimo piano, tra i migliori d’Italia che stanno facendo grande sinergia con il Ros centrale e il Ros distrettuale. Ringrazio la Guardia di finanza che sta facendo grandi cose, sta triplicando i risultati. Anche questo non è un caso». Per ultimo Gratteri ringrazia i suoi magistrati. «Stanno dimostrando, dal più giovane al più anziano, non solo professionalità ma anche grande dedizione per l’ufficio».
Alessia Truzzolillo a.truzzolillo@corrierecal.it
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