CATANZARO Prosegue la polemica nel centrodestra catanzarese, con un botta e risposta tra il leader provinciale di Forza Italia, Mimmo Tallini, e il consigliere comunale forzista, Antonio Triffiletti, sempre più in rotta di collisione, insieme al collega Giovanni Merante, con i vertici azzurri, che accusano io due di aver messo a repentaglio la vittoria di Sergio Abramo alle ultime Provinciali. «E’ davvero strano il destino», esordisce Tallini, che aggiunge: «Antonio Triffiletti, il candidato che ho fortemente voluto ripescare in Consiglio comunale con lo slittamento della lista, dice di volere essere protagonista di una “rivoluzione culturale” accanto quel Sergio Abramo che nel segreto dell’urna ha cercato di sabotare. Siamo in presenza di un ravvedimento record. In soli tre mesi, Triffiletti è passato dal voto al candidato della sinistra Alecci ad una “lettera d’amore” ad Abramo, dettatagli probabilmente dal suo ispiratore. Miracoli della politica». Il coordinatore provinciale di Forza Italia prosegue: «Allo sprovveduto e ingenuo Triffiletti devo solo ricordare che il sottoscritto non rappresenta sé stesso, ma un partito che è stato decisivo non solo per il suo ingresso in consiglio comunale ma anche per le vittorie del centrodestra e di Abramo al Comune e alla Provincia, che vanta centinaia di iscritti ed amministratori locali, tra cui i due vice al Comune e alla Provincia, nonché i più consistenti gruppi consiliari nei due Enti. Provi ad immaginare, il “rivoluzionario” Triffiletti il centrodestra di Catanzaro senza Forza Italia. Riteniamo improbabile, se non impossibile, che – spiega Tallini – Abramo possa spalleggiare quella che potremmo definire la “rivoluzione dei traditori”, nel mentre la sua vittoria è stata costruita sulla chiarezza e sull’allontanamento dei voltagabbana. Faccia i conti con sè stesso l’avvocato Triffiletti. Si decida se continuare a manovrare nell’ombra complotti e agguati, come quello fallito alla Provincia, o a imboccare una strada maestra e alla luce del sole, non importa se all’opposizione, ma che sia chiara.». Infine – conclude Tallini – «la maggioranza al Comune è autosufficiente e, per quanto ci riguarda, non concederà sconti a chi pensa di guadagnarsi improbabili leadership a colpi di indegni tradimenti».
Non si fa attendere la replica di Triffiletti: «Voglio ricordare a Tallini che il sottoscritto non è stato da lui ripescato, ma è entrato in Consiglio Comunale per gli accordi pre-elettorali assunti con tutti i candidati della lista, utilizzati e abbandonati, che hanno contribuito, con la propria credibilità e il loro lavoro, alla vittoria di Sergio Abramo e al risultato di Forza Italia. Inviterei, pertanto, il coordinatore provinciale di Forza Italia di evitare di attribuirsi meriti particolari per il successo ottenuto. Ripeto, successo che va a iscriversi a tutta la squadra e al Partito, che certamente non ha una composizione monocratica. Risultato elettorale che – aggiunge Triffiletti – ha consentito quel rinnovamento tanto auspicato, che Tallini, forse, voleva manovrare alla stregua dei “pupi” con il “puparo”. Purtroppo forse non si è ancora reso conto che nel Consiglio comunale rinnovato e in Forza Italia, ci sono tante persone libere e non suggestionabili politicamente. Su questo terreno mi sto misurando giorno dopo giorno prendendo le distanze da quel sistema incarnato dal Tallini-pensiero».
Triffiletti poi definisce «ancora più sbalorditive le accuse che mi rivolge sulle elezioni provinciali, che lo hanno visto e che lo vedono artefice di una triste pagina della politica, per il centrodestra e per la vita della città. Un argomento che ho chiarito ampiamente con il presidente Abramo, unico legittimo interlocutore. Inviterei lui a chiarire la sua posizione nelle sedi opportune, attesi i suoi poteri magici di veggente. A tal proposito le elezioni provinciali che hanno visto candidati del centrodestra Michela Traversa prima e Tommaso Brutto dopo: quelli sì che sono stati tradimenti, esclusivamente per misurare il proprio peso politico in città». Triffiletti quindi conclude: «I ruoli politici e istituzionali sono effimeri e legati al successo del momento, quando si entra nella parabola discendente ci si accorge quanto il “Re è nudo”. D’altro canto non immagino il centrodestra senza Forza Italia ma senza Tallini sì. Ricordo agli amici azzurri che il mago Tallini potrebbe fare l’ennesima “mandrakata”, da Forza Italia all’Udeur di turno, sempre nel rispetto di quei principi di coerenza e linearità tanto sventolati. Dopo di te tutto è lecito».
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