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La ‘ndrangheta tra i “clienti” della City di Londra

Il rapporto semestrale della Dia rilancia l’allarme sulla presenza dei clan nei santuari della finanza. «Grossi flussi di denaro schermati da società di scommesse». E le cosche calabresi speculano …

Pubblicato il: 17/02/2019 – 8:14
La ‘ndrangheta tra i “clienti” della City di Londra

LAMEZIA TERME «Sono le lacune normative negli altri Stati che favoriscono il proliferare delle mafie nazionali all’estero». L’analisi della Direzione investigativa antimafia si rinnova nel rapporto semestrale, da anni. E illumina un quadro nel quale la ‘ndrangheta si distingue con «una spiccata capacità di riciclare capitali, tanto sul piano nazionale che su quello internazionale». Non a caso la rete transnazionale delle mafie si infittisce sempre più, varca i confini tra Stati e continenti: le organizzazioni «si incuneano nelle disarmonie normative, trovando così nuovi spazi e mercati su cui espandersi». Strategia più imprenditoriale che criminale, «perseguita all’estero minimizzando le azioni violente, per non attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle strutture investigative».
NELLA CITY DI LONDRA Alcune destinazioni sono ormai un classico, altre – seppure segnalate nel recente passato – rappresentano le nuove direttrici dell’economia criminale. E confermano che la ‘ndrangheta ha messo entrambi i piedi nei santuari del Capitale. Il Regno Unito, per esempio, è diventato uno dei paradisi di riferimento per le mafie. La semplificazione del diritto societario permette di rendere rapidamente operativa una corporation britannica (Ltd) o un trust fiduciario, strutture societarie che, in alcune circostanze, sono state utilizzate dalle organizzazioni come società di comodo. Questi contenitori offrono ai clan la velocità di cui hanno bisogno. A questo proposito, sono significative le prove raccolte «nel primo semestre 2018, a seguito delle indagini condotte dalla Dia e dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria, denominate “Vello d’Oro” e “Martingala”, grazie alle quali è stata disarticolata un’associazione ‘ndranghetista». Il gruppo, avvalendosi di un qualificato professionista, era dedito «ad attività di riciclaggio, auto riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti. L’organizzazione disponeva di società fittizie, cosiddette “cartiere”, che venivano utilizzate per operazioni commerciali inesistenti. Tali società, che avevano sede in vari paesi dell’Unione Europea (Croazia, Slovenia, Austria, Romania), dopo un breve periodo di apparente “attività”, venivano trasferite nel Regno Unito e cessate». Le indagini antimafia hanno fatto emergere «società costituite nella City di Londra da cui transiterebbero ingenti flussi di denaro in modo non trasparente, in alcuni casi schermati da società di scommesse (le cosiddette bet company)». È la National Crime Agency a scrivere che «… ogni anno miliardi di sterline di provenienza criminale quasi sicuramente continuano ad essere riciclati attraverso le banche del Regno Unito e le loro filiali. L’entità del riciclaggio dei proventi criminali è quindi considerata una minaccia per l’economia e la reputazione del Regno Unito».
OBIETTIVO (EX) GERMANIA EST Gli interessi speculativi dei clan calabresi non si limitano all’utilizzo di strumenti finanziari raffinati e società offshore. In Germania, una delle “capitali” della ‘ndrangheta, le famiglie calabresi hanno appoggi che permetto di nascondere a lungo i latitanti (il reggente della cosca Gallico è stato beccato a Monaco di Baviera nel febbraio 2018) e addentellati che consentono loro di inquinare l’economia. Mentre puntano forte sul porto di Amburgo, uno degli scali più importanti d’Europa, «i sodalizi calabresi avrebbero sviluppato interessi e proiezioni anche verso i Länder della Turingia e della Sassonia, per sfruttare, congiuntamente alle agguerrite organizzazioni dei paesi dell’Est, le opportunità economiche derivanti dalle difficili condizioni socio-economiche connesse alla riunificazione nazionale degli anni 90, attraverso consistenti speculazioni finanziarie e immobiliari». Casi diversi (le sofisticate alchimie finanziarie della City e le vecchie care speculazioni nelle regioni meno sviluppate della Germania) con un unico comune denominatore: i soldi. Un fiume di denaro che i clan calabresi cercano di ripulire e reinvestire. Inquinando le economie di Paesi che, spesso, non si dotano di strumenti giudiziari efficienti. (ppp)

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