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«Le amnesie di Pacenza»

di Massimo Scura*

Pubblicato il: 04/03/2019 – 17:20
«Le amnesie di Pacenza»

Adesso il “consigliere non consigliere” di Oliverio in ambito sanitario si cimenta anche in versione cuoco. Non avendo competenze culinarie specifiche, come non le ha in ambito sanitario, si limita a scoperchiare pentoloni. Di recente avrebbe aiutato a scoperchiare il pentolone relativo alla mobilità extra regionale, quella che misura il numero di cittadini calabresi che si vanno a curare fuori regione e il conseguente ammontare che la regione Calabria deve pagare alle consorelle italiche. Ma come? Non era uno dei tre cavalli di battaglia di Oliverio (anche gli altri due sui Lea e sulla perdita stanno per essere azzoppati) quello di accusare il commissariamento quale responsabile del crescente importo elargito a Lombardia, Emilia, Toscana, Lazio e via dicendo? Adesso si scopre che non era tutto vero, che le altre Regioni approfittavano dell’insipienza e dell’assenza della regione calabrese e Pacenza pretenderebbe anche di aver dei meriti nella scoperta. E chi avrebbe dovuto accorgersi di una truffa simile? Certamente la Regione, se non avesse distrutto il dipartimento in questi anni sciagurati, nei quali il responsabile ha un cognome e due nomi, Mario Gerardo Oliverio. Si vada, il buon Pacenza a leggere la mia relazione lasciata alla Commissione sanità del Senato della Repubblica, basta ricercarla sul sito della commissione. Troverà scritto esattamente quanto segue: «(…) Un discorso a parte va fatto sulla mobilità passiva extra regionale. Quella del 2013, nota nel 2015 – 2016 era di circa 300M€. Per ridurla occorreva attivare tre percorsi: 1) aumentare in quantità e qualità i servizi resi al cittadino (e quindi assumere e riorganizzare, cosa iniziata massivamente da aprile 2015 ma con effetti tangibili solo nel 2017 e visibili ufficialmente solo alla fine 2019-inizio 2020); 2) affrontare i contenziosi con le altre regioni avvalendosi di professionisti preparati; non come ha fatto spesso la regione, con funzionari impreparati o addirittura non partecipando, per quel che mi si dice, ai tavoli di contestazione; 3) facendosi rappresentare al tavolo stato – regione dal Presidente (raramente presente) o da membri autorevoli e non da illegittimo consulente (cosa più volte denunciata in tutte le sedi e anche sui giornali) per giunta senza alcun titolo comprovante il suo potere negoziale e sua competenza in ambito sanitario. Quanto al punto 1, i nuovi servizi attivati, sia nel settore pubblico che privato, di cui si parla più avanti, a parità di incidenza patologica hanno senz’altro ridotto la mobilità passiva, ma lo sapremo nel 2019-2020. Quanto ai punti 2 e 3 la competenza è strettamente regionale».
Era il 19 settembre 2018, non la settimana scorsa e la ministra Grillo e il ministro Tria avevano ricevuto la relazione due giorni prima per correttezza istituzionale e tutti in regione e a Roma erano al corrente della situazione anche se Pacenza ha fatto finta di nulla per anni e si sveglia ora. Siamo in attesa di conoscere l’ammontare ufficiale della riduzione della mobilità passiva reale 2017 (che andrà sul bilancio di previsione 2019) ottenuta grazie all’incremento dei servizi pubblici e privati attivati. Una per tutte. Nel 2017 abbiamo incrementato in Calabria almeno 350 interventi di cardiochirurgia tra AO di Reggio e S. Anna di Catanzaro; al valore medio di 20mila euro a intervento si sono recuperati 7 milioni di euro. E almeno altri 15 milioni sono stati risparmiati in altri settori. E siam ben felici che finalmente il dipartimento si sia svegliato dal letargo al quale l’hanno costretto Oliverio e Pacenza e si faccia rispettare dalle altre regioni. Altro che pentoloni.

*ex commissario al Piano di rientro

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